Ciò che segna il nostro rapporto con la contemporaneità e il quotidiano, sono le cose. Gli oggetti intervengono nelle nostre esistenze, rassicurandoci. Esercitano un ascendente di pacificazione e appagamento e solo con la loro presenza colmano l’horror vacui che aleggia nel contemporaneo.
La prima domanda che sorge spontanea leggendo è: Cosa significa il titolo? Di fatto, gli oggetti hanno un ruolo molto importante nella nostra vita. Nel baluginare e lo sfuggire vorticoso dell’esistenza, gli oggetti danno sicurezza, convogliano i nostri desideri, catalizzandoli e dandogli una forma . Gli oggetti sanno, sussurrano, indicano, segnalano. L’idea che ogni individuo si procuri degli oggetti per definirsi, per rassicurarsi, per compensare le proprie carenze affettive e anche per rafforzare la propria autostima, per manifestare la propria classe sociale, il proprio status, si riferisce alla protezione che ci forniscono le cose di cui ci circondiamo. Nella loro fondamentale caratteristica di inutilità, sono in grado di autoprodurre senso, caricandosi di valenze simboliche. La magia dell’oggetto risiede nella sua porosità. Proprio come una spugna, è in grado di assorbire tutti i significati, consci ed inconsci, che l’individuo desidera attribuirgli. Questa mostra è come una rete che le unisce, le imbriglia in una struttura, in un ex sistere, un nodo di senso oscillante dalla continuità alla discontinuità, dalle certezze all'incerto, al difficile da decifrare, proprio come la vita. Opere di: Simona Cavani, Gianna Cheli, Cesare Garuti, Giorgio Imperadori, Cristina Madini, Mita, Emiliano Yuri Paolini, Paola Petrucci, Letizia Volpi
RossoCinabro Piazza Mazzini, 6 Palombara Sabina (RM)
vernice ore 12
28 febbraio – 1 marzo 2009
a cura di Cristina Madini organizzazione e promozione RossoCinabro www.rossocinabro.com
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