POLITICHE DELLA MEMORIA
Lisl Ponger Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi Gintaras Makarevicius
Mercoledì 11 febbraio ha inizio Politiche della Memoria, il ciclo di incontri e proiezioni promosso dalla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA) con l’obiettivo di indagare il rapporto tra immagine e storia. L’iniziativa, curata da Marco Scotini, prevede tre appuntamenti a carattere monografico articolati, ogni volta, in una conferenza e in un ciclo di proiezioni presentate in un spazio appositamente progettato dal Gruppo A12 con gli studenti del corso di Arti Visive e Studi Curatoriali. I nomi internazionali invitati sono Lisl Ponger, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Gintaras Makarevicius. L’iniziativa fa parte dell’agenda dei ‘Mercoledì da NABA’.
Il tema di Politiche della memoria non è altro che il documento. O meglio, l’immagine come documento: i regimi discorsivi che essa informa, i processi d’identificazione che legittima e la dialettica temporale che fonda. Politiche della memoria si focalizza soltanto su una delle procedure di documentazione possibile, ma di certo la più importante, come la narrazione filmica. Una serie di conferenze che vede la partecipazione di artisti e filmmakers internazionali affianca un ciclo di proiezioni all’interno di uno spazio che ripensa il modello della sala cinematografica come dispositivo di visione.
Politiche della memoria interroga il documento come tale, come traccia oggettiva lasciata dagli eventi, come prova materiale o come certificazione di realtà. Ma interroga soprattutto il regime di verità come principio regolativo e l’autorità della storia a cui tale principio dà luogo. Ciò che mette sotto inchiesta dunque non sono soltanto i fatti e i dati come tali ma il sapere che essi definiscono, l’influenza che esercitano. I modi, in sostanza, in cui i dati vengono registrati, accumulati. Le strategie con cui essi costruiscono una memoria o definiscono una rimozione storica, una amnesia permanente o temporanea.
Materiali d’archivio e found footage sono la materia prima delle pellicole di Lisl Ponger, di Yervant Gianikian e Angela Ricci-Lucchi, di Gintaras Makarevicius infine. La memoria del colonialismo entra in scena con Lisl Ponger, la memoria del blocco sovietico con Gintaras Makarevicius. Gianikian e Ricci-Lucchi sono da sempre invece i riferimenti principali per una memoria del mezzo cinematografico stesso, della sua storia, delle sue origini. Lisl Ponger Lisl Ponger è nata nel 1947, vive e lavora a Vienna, Austria. Il suo lavoro riguarda temi come lo stereotipo, il razzismo e la costruzione dello sguardo, che si situano nell’interfaccia tra arte, storia dell’arte ed etnologia attraverso l’utilizzo della fotografia e dell’ installazione. Ha partecipato a molte esposizioni internazionali e film festival come Documenta 11, 2002, la mostra Tour-ism presso la Fondazione Tapiès a Barcellona, Black Atlantic nella Haus der Kulturen der Welt di Berlino e ad una personale presso il Salzburger Kunstverein con Destiny Deacon. Nel 2005 ha presentato il suo lavoro nella mostra Reisen ins Paradies presso la Kunsthalle di Erfurt e nelle mostre All our Tomorrows (2006) e Planetary Consciousness (2008) presso il Kunstraum Lüneburg. Nel 2007 le sue opere sono state scelte per la sezione cinema di Documenta 12 e, nel 2008, ha partecipato all’esposizione Wie du mir, Gegenbilder für transkulturelles Denken und Handeln presso rotor a Graz e a Typisch! Klischees von Juden und Anderen al Jewish Museum di Berlino e allo Spertus Museum di Chicago. La mostra personale Si j'avais eu l'autorisation... è stata presentata nel 2004 a Dak’art Off in Senegal, Imago Mundi 2008 alla Landesgalerie di Linz. La mostra Happy Birthday, History è in corso alla Galerie Charim Ungar Contemporary (CUC) a Berlino mentre una retrospettiva del suo lavoro, Lasst Tausend Blumen blühen è in mostra alla Kunsthaus Dresden fino all’8 marzo 2009.
Film di Lisl Ponger in programma
Passages 1996, Found footage, 35mm (da super8 e normal8), colore, suono, 12 min Lisl Ponger crea una mappa immaginaria del ventesimo secolo, nella quale le storie dell'emigrazione sono incise come tracce logore della memoria occidentale. Le immagini, create da turisti, sono rivelate, nella loro relazione di tensione con la colonna sonora, come un viaggio postcoloniale. Un viaggio proprio attraverso quei paesi che tanto tempo fa sono stati avvicinati nello spazio e nel tempo. Infine gli splendidi neon dell'Hotel Edison e di Radio City ricordano una delle origini di questa forma di appropriazione del mondo, del tempo delle grandi spedizioni, delle vetrine e dei Passages di Benjamin e del tempo in cui l'apparato tecnico e i mezzi di trasporto hanno radicalmente alterato le percezioni dell'uomo moderno. (Christa Blumlinger)
déjà vu 1999, found footage, 35mm (da super8 e normal8), colore, suono, 12 min Fin dall'inizio, non appena le immagini di déjà vu cominciano a mostrarsi sullo schermo, lo spettatore è sedotto da un flusso strano ma allo stesso tempo misteriosamente familiare. Sono sequenze documentarie di posti e persone ma anche del nostro desiderio per luoghi distanti, eventi pittoreschi e per notti tropicali costellate di 1001 stelle che nessuna telecamera può riprendere. In déjà vu, il piacere apparentemente naive di collezionare le meraviglie del mondo da mostrare, ha un altro significato. Souvenir di un posto alla volta, quando è consuetudine portare a casa fotografie piuttosto che seta, super8 invece di spezie, questi frammenti di memoria personale sono selezionati da oltre sessanta ore di girato e testimoniano un modo di vedere, un modello bianco di percepire il mondo e le sue taciute gerarchie.
Phantom foreign Vienna 1991-2004, 35mm, colore, suono, 27min Mentre era in un viaggio multiculturale attorno al mondo dal 1991 al 1992, periodo durante il quale non ha mai lasciato la città di Vienna, Lisl Ponger ha meticolosamente collezionato sequenze in Super8 di feste, matrimoni e balli. La preoccupazione iniziale era quella di rendere visibile la molteplicità culturale che, dal punto di vista della sua presenza pubblica nella città, semplicemente non esisteva. “Cosa sto davvero vedendo?”, chiede la telecronista, interpretata dalla Ponger stessa. Ma non è solo questo che rende chiaro quanto sia cosciente il film riguardo ai problemi di come l'etnicità è trattata. In ogni atto di 'rendere visibile' c'è una simultanea ed inevitabile tendenza a catturare l'effimero e a fissarlo in un immaginario stereotipato.
Imago Mundi 2007, 35 mm, colore, suono, 37 min Produrre arte, produrre un discorso, produrre una (alterata) visione del mondo: questo è il movimento rappresentato dall' Imago Mundi di Lisl Ponger. Sfidare ciò che è accettato comprende una reciproca riflessione tra queste tre aree, e, più significativamente, interventi per portare cambiamenti nel loro posizionamento nella costellazione. Prima di tutto c'è una produzione di arte, sette forme di arti classiche per essere precisi, delle quali il film presenta esempi ed intrecci. A cominciare dalla natura morta di una Vanitas, del pittore barocco spagnolo Antonio De Pereda, seguono musica, danza, teatro, letteratura, fotografia e cinema. Sia direttamente ispirati oppure liberamente associati al dipinto della natura morta. Il lavoro della Ponger è una ricostruzione contemporanea del dipinto di De Pereda dove il 'modo di vedere' trova la sua strada verso le tracce di ciò che può indicare la strada al futuro. (Christian Holler)
LISL PONGER Conferenza 11- 02 - 2009 ore 18:00 Aula 20 Screening 11/13-02-2009 CINENABA
Altre Conferenze e Screening program 11 - 02 - 2009 ore 18:00 Lisl Ponger 11 - 03 - 2009 ore 18:00 Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi 03 - 06 - 2009 ore 18:00 Gintaras Makarevičius
un progetto di Marco Scotini coordinamento Andris Brinkmanis organizzazione NABAFuturarium
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