The artist points out the space’s structure and at the same time she rewrites its coordinates deconstructing the usual perception of it through translating and building new mobile planes. Coloured and tiles with variable sizes, will cover the gallery’s walls and they will remodel the space according to plays of combinations.
The work of Maider Lopez breaks with the idea considering the work of art to be a contemplation object. She doesn’t call the viewer to simply observe her work, but to experiment it through living its complexities and its questions. She lets the spectator to see for the very first time and to discover new and fresh realities, which allow him to perceive the space in a new way to feel himself as a part of it. For Fondazione Volume!, Maider Lopez conceives a peculiar intervention, which rearranges the space according to chromatic combinations involving the architecture of the gallery as a physical and mental space. The artist points out the space’s structure and at the same time she rewrites its coordinates deconstructing the usual perception of it through translating and building new mobile planes. Coloured and tiles with variable sizes, will cover the gallery’s walls and they will remodel the space according to plays of combinations. The ceramic technique recalls the Spanish, the Italian and the Portuguese tradition and the Islamic Mudejar in the Christian Art. The WALLS, to which the exhibition owes its name, can be moved at the public liking. Theirs arrangements cause multiple combinations and allow the spectators to variously meet each others. These walls spread all along the gallery’s space, changing its form and creating a labyrinth with various directions. We are playing with the space, with the perception of it and with our own body.
Porte
Lopez pensa per la Fondazione Volume!, un singolare intervento di reimpostazione dello spazio, in un gioco di combinazione cromatica che coinvolge l’architettura del luogo, come luogo fisico e mentale. Pur evidenziando la struttura formale dello spazio, l’artista ne riscrive le coordinate, decostruendo la consueta percezione attraverso una traslazione e costruzione di nuovi piani mobili. Mattonelle colorate di dimensione variabile rivestiranno le pareti della galleria, e rimodelleranno lo spazio in un gioco di combinazioni.
Il lavoro di Maider Lopez rompe con l’idea di opera d’arte come oggetto di contemplazione, poichè lo spettatore non è chiamato più ad osservarla semplicemente, ma a sperimentarla vivendone complessità e interrogativi. Vede per la prima volta, scopre realtà fresche e nuove che gli consentono si percepire lo spazio in maniera diversa, sentendosene parte. Lopez pensa per la Fondazione Volume!, un singolare intervento di reimpostazione dello spazio, in un gioco di combinazione cromatica che coinvolge l’architettura del luogo, come luogo fisico e mentale. Pur evidenziando la struttura formale dello spazio, l’artista ne riscrive le coordinate, decostruendo la consueta percezione attraverso una traslazione e costruzione di nuovi piani mobili. Mattonelle colorate di dimensione variabile rivestiranno le pareti della galleria, e rimodelleranno lo spazio in un gioco di combinazioni. L’utilizzo della tecnica della ceramica, richiama la tradizione spagnola, italiana e portoghese, rimandando anche all’estetica islamica dei mudejar nell’arte cristiana . Le PORTE, che danno nome alla mostra, possono esser risistemate a piacere dal pubblico, generando molteplici combinazioni con la loro disposizione e consentendo diversi incontri tra gli spettatori. Esse si estendono anche allo spazio della galleria, alterandone la morfologia e creando un labirinto dalle varie direzioni. Stiamo giocando con lo spazio, con la percezione con il nostro proprio corpo.
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