Rimasta sola coi suoi ricordi, Genoveffa ripercorre le tappe salienti della propria vicenda d'amore e di migrazione, tappe segnate dal rincorrersi di quella corrispondenza. Inizia un viaggio nella memoria, a partire dal giorno lontano in cui l'uomo partì per il Belgio, lasciando la giovane sposa al capezzale del letto di una madre visionaria, per far ritorno infine al suo presente di solitudine. I resoconti dell'emigrato si inscriveranno all'interno di un più ampio panorama di storie di “fughe senza ritorno” dalla Sicilia. Il tema della “morte bianca” si lega così a quello che sembra il destino di una terra, la Sicilia, che non riesce a trattenere i suoi figli, indifferente e precaria come un nido d'uccelli, dal quale domani solo gli incerti non avranno spiccato il volo. La materia del racconto rivela così la propria attualità anche a distanza di due o tre generazioni e sotto l'effetto “poetico” del tempo e della memoria, si trasfigura e si mitizza.
«La terribile tragedia dei minatori italiani morti nelle miniere del Belgio nel '56, la dura realtà della fuga dalla miseria del nostro Meridione, vengono restituiti, in forma di dialogo epistolare, attraverso lo sguardo candido dei due protagonisti. Lui, Antonio, il marito, che parte in cerca di lavoro, e lei, Genoveffa, la moglie, che resta a casa e aspetta di raggiungerlo. Attraverso la suggestione del dettaglio narrativo, l'immaginazione del lettore/spettatore si colma di personaggi fantastici: il compagno di baracca polacco, che lancia gli spaghetti al muro per saggiarne la cottura, Baldassarre, il cavallo con gli occhi sbiancati dal buio cieco della miniera o, ancora, il signor Porco Diavolo, che così si autonomina perché lui, il Signore, non lo ha mai bestemmiato. Nella penna di Guarneri, Antonio diventa un novello Charlie Chaplin siciliano mentre, a casa, Genoveffa sogna una gallina che scodella alberi di mele che contengono anelli d'oro. Guarneri è capace di farci sorridere pure nella consapevolezza della tragedia che incombe». Giuria del Premio Enrico Maria Salerno per la Drammaturgia Roma, Teatro India, 26 novembre 2008
Zetalab Via Arrigo Boito ore 21,30
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