L’intervento progettato per la Fondazione Volume! si presenta non solo come operazione estetica specificatamente immaginata per e sul luogo, ma anche come gesto caricato di intenti politici. L’idea è quella di far sì che l’opera scenda in strada, interagisca concretamente con la realtà circostante e amplifichi il suo contesto specifico (lo spazio espositivo) al di fuori del perimetro deputato connettendosi agli edifici adiacenti – in primis con la dirimpettaia “Casa delle Donne” – tentando non solo di attivare un dialogo con il contesto culturale e topografico dell’area, ma di riaccendere uno scambio dialettico attorno ad argomentazioni di stampo socio-politico (ruoli, poteri, strategie, classificazioni, pregiudizi), per cercare di decodificarne i codici attraverso un approccio intellettuale. L’intervento si arricchisce della straordinarietà di una “manovra” inedita che Cucchi ha visualizzato come parte integrante del progetto immaginando di attribuire mobilità al proprio lavoro dotandolo di una reale funzionalità. La grande anta (la cui foggia richiama l’immagine di una casa vista in prospettiva, iconografia che spesso ricorre nelle opere pittoriche di Cucchi) apposta in corrispondenza dell’ingresso della Fondazione, potrà alternativamente aprirsi sulla strada, arrivando ad impedirne temporaneamente la percorribilità ancorandosi all’edificio antistante, e chiudersi, sbarrando l’accesso allo spazio espositivo. La forza visionaria dell’immaginario di Cucchi si materializza in una mastodontica macchina da festa che, oltre a mettere in atto un collegamento concreto tra il luogo dell’arte e l’ambito urbanistico, rimanda, idealmente, all’usanza barocca di utilizzare la strada come luogo di celebrazione collettiva che prevedeva e favoriva la partecipazione attiva della popolazione nel rituale di mobilitazione di sculture sceniche e macchinose concepite appositamente per eventi cerimoniali o commemorativi, sia religiosi che politici. L’anta trascina con se sulla strada una delle trasposizioni più autentiche ed intriganti del segno simbolico di Cucchi: la scultura in bronzo, declinata in forma di “idoli” che, a mo’ di borchiatura, contrassegnano il perimetro dell’opera come frammenti di rappresentazioni autonome e autosufficienti. Il bronzo – per il modo aspro con cui il segno in questo si afferma - è la materia il modo più congruo a tradurre in forma tridimensionale certe prerogative espressive che Cucchi solitamente mette in atto nel disegno. Le due diverse modalità tecniche sembrano, infatti, allo stesso modo, da un lato assecondare la libertà indisciplinata del suo segno grafico - che domina se stesso auto censurandosi nel vuoto dei pertugi viziosi delle fenditure del bronzo come nella profusione ossessiva del tratto sulla carta - dall’altro, assolvere la necessità che questo ha di “riposare”, che soddisfa indistintamente annidandosi nel buio delle cesellature della materia, come implodendo nel nero degli strati inchiostrati nel disegno.
Per la mostra a Volume! l’artista ha ideato un catalogo-oggetto, prodotto in edizione limitata: un nastro lungo 5 mt che riporta su un lato lo slogan che dà il titolo alla mostra, sull’altro la riproduzione di alcuni degli idoli bronzei.
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