I Notwist nascono in terra bavarese quasi 20 anni fa: nel 1989 il loro suono era ancora alimentato da un’estetica sonora viscerale più associabile all’hardcore metal che alle produzioni musicalmente differenziate e ad ampio raggio che hanno reso il loro disco NEON GOLDEN un enorme successo di critica e di pubblico nel 2002. I NOTWIST fanno una musica estremamente personale, una specie di alchimia non sollecitata in alcun modo dalle convenzioni né da particolari scadenze, come si può facilmente intuire dalla data di uscita del loro ultimo lavoro.
MARTEDI’ 30 SETTEMBRE
THE NOTWIST + Saroos
ore 21:30 ingresso: 15 euro + d.p.
@ CIRCOLO DEGLI ARTISTI Via Casilina Vecchia 42 - Roma infoline: 06 70305684; info@circoloartisti.it
Il palco del Circolo Degli Artisti vedrà l’esibizione dei tedeschi NOTWIST, considerabili una tra le più influenti band indie degli ultimi anni, che arrivano a Roma per presentare l’ultimo THE DEVIL, YOU + ME. Li accompagnano i Saroos, anche loro tedeschi e già membri di una delle emanazioni dei NOTWIST, i Lali Puna.
I NOTWIST nascono in terra bavarese quasi 20 anni fa: nel 1989 il loro suono era ancora alimentato da un’estetica sonora viscerale più associabile all’hardcore metal che alle produzioni musicalmente differenziate e ad ampio raggio che hanno reso il loro disco NEON GOLDEN un enorme successo di critica e di pubblico nel 2002. I NOTWIST fanno una musica estremamente personale, una specie di alchimia non sollecitata in alcun modo dalle convenzioni né da particolari scadenze, come si può facilmente intuire dalla data di uscita del loro ultimo lavoro. I 6 anni trascorsi da Neon Golden hanno portato ad un disco che può a pieno titolo essere definito quello più sentito fino ad oggi: THE DEVIL, YOU + ME, uscito in Italia il 6 giugno 2008 su SPINGO.
E’ un album guidato da un’irrequietezza individuale e collettiva, qualcosa che si manifesta sia nell’infinita inventiva musicale che nella narrativa lirica, e che é presente fin dall’opening track “Good Lies“ e per tutto il disco fino al fragile pezzo finale “Gone Gone Gone“. I testi esplorano una sorta di disagio, sono strutturati come incanti formulati per fuggire l’ineluttabile ciclo della vita e della morte. Acher sembra voler resistere all’inevitabilità della mortalità, lottando con le certezze fisiche del mondo che lo circonda ("Gravity you won't get me. Old gravity you won't get me...").
C’é un dialogo costante tra il passato hard rock dei NOTWIST e le loro tendenze più esplorative, ma sono le gradazioni che stanno in mezzo a questi due estremi che rendono la band così unica. Sembra quasi che questi ragazzi abbiano passato gli ultimi sei anni riformandosi come undici diverse band, ciascuno apportando a ciascuna canzone un angolo totalmente differente. Pochi gruppi potrebbero rendere sensato un pezzo come “Your Alphabet“, che combina noiose dissonanze da ventesimo secolo con percussioni spacca-orecchie fino a farla diventare – chissà come – una vera e propria canzone.
In un brano del disco Acher si chiede "where in this world could I go but to the chord that takes me away...?", e all’improvviso si ha la speranza e quasi la certezza che questa non sarà l’ultima volta che sentiremo parlare dei NOTWIST. Un grande gruppo.
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