Anche quest’anno i temi sui quali si è concentrata l’attenzione di Cuore di pietra sono stati il lavoro, la memoria del territorio produttivo, fra passato e contemporaneità. L’area d’azione è stata l’intero paese, dal centro alle zone artigianali e industriali, nelle quali è proseguita la tessitura di relazioni con i capannoni industriali con la spinta a riavvicinare luoghi distanti e separati. Molti dei rapporti aperti lo scorso anno con alcune di queste realtà lavorative con l’invito a “condividere” i progetti degli artisti permettendo ai linguaggi e alle modalità dell’arte di poter entrare in dialogo con tempi e modalità della produzione in uno scambio diretto e generoso, sono maturati e sono cresciuti, nell’approfondimento della conoscenza reciproca, con profonda e divertita leggerezza. In maniera un po’ diversa rispetto al format delle passate edizioni, oltre agli “a solo” degli artisti -quest’anno Loop con un’installazione video interattiva che ridisegna e cancella continuamente, con la levità di un soffio, la memoria di Pianoro; Mariella Guzzoni con Mani prioritarie, una serie di 12 “francobolli” da collezione, risultato di un piccolo viaggio nell’universo lavorativo locale, e Piero Orlandi che con Pianoro, World “perlustra” con la fotografia il paesaggio industriale concentrandosi sugli edifici come simboli di utopie e di modelli architettonici- abbiamo in questa edizione privilegiato dei percorsi di progettazione collettiva fra artisti e allievi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna che hanno partecipato all’annuale workshop Dalla rappresentazione all’azione. Laboratorio teorico/pratico sulla Public art: esperienze, metodi e pratiche di progettazione artistica nello spazio pubblico che si propone ormai da anni di far misurare i giovani artisti con pratiche di relazione e con la realizzazione di interventi contestuali. Mona Lisa Tina con 16 giovani propone La trama delle memorie, una serie di piccole e poetiche azioni performative, filo narrativo e visivo e sorta di “coro”, che accompagnerà il pubblico fra le installazioni passate e presenti di Cuore di pietra, dal centro alle aree industriali. La storia di Pianoro, fortemente segnata dall’esperienza della guerra e della lotta di liberazione, ha portato Andreco e i giovani artisti che con lui hanno collaborato, a concentrarsi sul mondo del lavoro e i suoi diritti, e, a partire dagli incontri con alcuni anziani abitanti, a rielaborare delle sagome-simbolo che vanno a comporre, sulla parete esterna della Biblioteca Silvio Mucini e nell’area industriale e artigianale Una celata resistenza ontologica, un a-monumento all’insegna di un immaginario multigenerazionale. Una particolare attenzione alla miniatura, nella ricerca delle tracce minime, sonore e fisiche, della memoria del luogo e dei capannoni industriali, coi loro piccoli racconti, le polveri, i suoni e i rumori ha segnato il procedere “polifonico” di Thierry Weyd con un gruppo di studenti, che avrà il suo spazio privilegiato soprattutto in una pagina facebook in divenire: Luoghi matrici, pretesti per l’edizione in divenire. Come sempre la consueta passeggiata è un invito al pubblico a far propria l’esperienza del flâneur, “del camminatore curioso e pronto all’avventura”, aprendosi agli spazi urbani e naturali con occhi ben aperti e con attenzione rinnovata.
Giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti: Azadeh Ahmadjan, Nicola Albatici, Rebecca Asplanato, Emma Bardiani, Elena Bevilacqua, Jacopo Bonzagni, Ilenia Cheregali, Ambra D’atri, Claudia Gangemi, Zhao Yajie, Heyan Jang, Valentina Masieri, Graziella Mattana, Nathalie Morichi, Simona Palmieri, Nicholas Perra, Emanuela Perpignano, Gabriella Presutto, Cinzia Poli, Zhou Qilin, Alessia Raffaelli, Lucrezia Roncadi, Karin Schmuck, Eleonora Trovato, Martina Vannini, Barbara Varazzani, Wu Xueytin.
“Cuore di pietra- Lavoro ad arte” rientra nell’evento Open Tour dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Con il sostegno del Comune di Pianoro e dell’Accademia di Belle Arti di Bologna
Si ringrazia STAFF Serigrafia per la realizzazione dell’opera di Andreco |