Nel 1984 è stata la beffa per eccellenza. 24 anni (meno un mese) dopo, dal 17 al 24 giugno il gioco si fa 'serio': una 'nuova vera finta' testa di Modì all'asta, per 2 buoni motivi: ricordare un pezzo emblematico ed esilarante di storia del costume italiano, e con quello stesso sorriso sulle labbra fare anche qualcosa di buono...
MODI’ 2.0 di Michele Ghelarducci
UN ‘PEZZO’ DI STORIA ITALIANA
Questa storia poteva svolgersi solo in Italia. O meglio: questa storia poteva svolgersi solo a Livorno. Questa storia si è svolta nel 1984. Ed è una storia crudele, beffarda e meravigliosa. Parla di una passione troppo grande per essere scalfita dal dubbio, e di un ritrovamento troppo bello per essere vero.
24 anni dopo, quella storia continua… Michele Ghelarducci, uno dei tre autori della beffa, si è messo in testa di rifare la testa. Un po’ meglio di come l’avevano fatta allora, a dire il vero.
E dunque benvenga la nuova, vera e finta Modì 2.0 che a partire dal 17 fino al 24 giugno 2008 verrà messa all’asta su eBay e parte del ricavato verrà devoluto alla Fondazione Grazia Focacci per la quale lavora Pierfrancesco Ferrucci, oggi medico oncologo e ricercatore all’Istituto Europeo di Oncologia. Ieri co-autore, con i suoi amici Michele Ghelarducci e Pietro Luridiana, della beffa di Livorno.
Chi offre di più?
tutte le informazioni su: http://www.ideificio.com/modi/
LA STORIA…
In occasione di una mostra promossa nel 1984 dal Museo Progressivo di Arte Moderna di Livorno per il centenario della nascita e dedicata alle sculture di Amedeo Modigliani, su pressione dei fratelli Vera e Dario Durbè si decise di verificare se la leggenda popolare locale secondo la quale l'artista avrebbe gettato nel Fosso Reale delle sue sculture fosse vera. Secondo la leggenda infatti nel 1909 Modigliani tornò temporaneamente a Livorno decidendo di scolpire alcune sculture che mostrerà poi ad alcuni amici i quali lo avrebbero deriso consigliandogli di gettarle nel Fosso.
Luglio 1984: dragando il canale vennero effettivamente ritrovate tre sculture rappresentanti tre teste, che molti critici si affrettarono ad attribuire a Modigliani.
Ma dopo alcuni giorni un gruppo di tre studenti universitari livornesi (Pietro Luridiana, Pierfrancesco Ferrucci e Michele Ghelarducci) dichiararono che in realtà una delle sculture (la cosiddetta testa numero 2) era opera loro, realizzata per burla con banali attrezzi da muratore - un semplice e prosaico trapano elettrico Black & Decker - e gettata nottetempo nel Fosso Reale. Essi mostrarono anche una fotografia, in un’intervista rilasciata al settimanale Panorama, che li ritraeva con la scultura. Per fugare i residui dubbi, i falsari vengono inoltre invitati in televisione da Federico Zeri, durante la prima serata, per ripetere dal vivo il loro esperimento davanti ad oltre dieci milioni di telespettatori sintonizzati. (testo tratto da Wikipedia)
MODI’ 2.0 è un’iniziativa a sostegno della Fondazione Grazia Focacci
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