S’inaugura sabato 23 maggio 2015 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Mitica umanità” di Erica Campanella a cura di Andrea Rossetti. La mostra resterà aperta fino al 3 giugno 2015 con orario 15:30 – 19:00 dal martedì al sabato.
Tratto pungente nell'arte di Erica Campanella è quell'approccio mentale che la porta ad una figuratività del “fare e disfare”, costruendo l'immagine e lasciando che questa stessa si sfaldi con senso d'infinità nell'apologia mitologica, quanto post-divinatoria, dell'essere umano. Essere la cui spiccata socialità/individualità è oggetto di una figurazione bella, perfetta, e sempre condizionata dalla sua indiscutibile natura sentimentale. Figurazione come influente oggettività, sconfinante a tratti nell'iperrealismo. Ed evidentemente incapace di bloccarsi lì, visto che il lavoro della Campanella si mostra più indirizzato ad ordinare termini “oltre-figurativi”. Un mantra per l'artista, ciò che da solo presiede una percezione delle immagini perpetuamente in oscillazione tra composizione e decomposizione, buttandosi sul manierismo dei volumi serpentinati e sulla iper-storicità del metallo (rame, ottone, similoro) come supporto coagulante per studiati dinamismi cromatico-chiaroscurali. Essere psicologicamente nell'immagine, inserirvi un'ineccepibile pratica di gesto in cui l'olio si apre ad espansione, fino a prodursi in un'artificiosa assenza, ad una perdita di consistenza che sia quanto mai “sconveniente” in rapporto alla fisicità incontrovertibile dei suoi personaggi. Anti-accademismo campanelliano, una selezionata sintassi visiva che nei rivoli di pittura colante stabilisce il valore della sua modernità, e si mescola quindi agli accenti post-modernisti di un genere ritrattistico ancora ben riconoscibile, nonché portabandiera nell'uso “accademico” dell'olio. È forse proprio nell'incontro tra moderno e post-moderno che il senso della pennellata trova la sua più bella vivacità di gesto, raggiungendo una padronanza del mezzo pittorico misurata anche dai sottilissimi segni appunti e incisi a stesura ancora fresca, insostituibile peso espressionista, preminenza di una gravità morale che entra violentemente nell'immagine, scorticandola con incondizionata forza di volontà. |