Francesco Firpo - Complessità progressive tridimensionali
Imprimere il movimento ad un corpo statico non è un paradosso quando si analizza l’opera di Francesco Firpo. Le sue sculture in legno sono strutture articolate che si sviluppano nello spazio a partire da pochi elementi volumetrici: la forma base da cui parte il procedimento creativo, moltiplicandosi potenzialmente all’infinito, materializza l’energia del moto, rappresentando in un continuum il movimento e la sua fluidità.
S’inaugura sabato 21 marzo 2015 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Complessità progressive tridimensionali” di Francesco Firpo a cura di Flavia Motolese. La mostra resterà aperta fino all’1 aprile 2015 con orario 15:30 – 19:00 dal martedì al sabato.
Imprimere il movimento ad un corpo statico non è un paradosso quando si analizza l’opera di Francesco Firpo. Le sue sculture in legno sono strutture articolate che si sviluppano nello spazio a partire da pochi elementi volumetrici: la forma base da cui parte il procedimento creativo, moltiplicandosi potenzialmente all’infinito, materializza l’energia del moto, rappresentando in un continuum il movimento e la sua fluidità. L’artista immagina corpi che si estendono nello spazio a partire da poche forme essenziali caratterizzanti, creando un ipotetico movimento di cui testimonia ogni singolo passaggio e mostrando, attraverso la concatenazione dei singoli pezzi, la continuità del gesto. Un’impalcatura complessa che trova nella compenetrazione dei piani prospettici il suo dato peculiare. Simili ad una spirale o ad un nucleo, le sculture si allungano e si avviluppano su se stesse, foriere di un artificio che trova nel Futurismo la sua più diretta ascendenza. Le linee di contorno irregolari le dilatano nello spazio, come se si protendessero verticalmente o orizzontalmente spinte da forze connaturate alla materia. Osservando le sue sculture da punti di vista diversi, assumono un aspetto differente e si scoprono dettagli a seconda della prospettiva. Sembra che le figure si modellino a seconda dello spazio interno e circostante, come in una sorta di avvitamento/torsione; ogni singolo tassello si avvolge attorno alla figura in un moto a spirale, coinvolgendo i diversi piani in una rotazione che suggerisce un’ulteriore espansione delle forme. Firpo, grazie alle sue creazioni visionarie, sembra creare microcosmi in grado di fondersi con l’ambiente circostante e di dominare l’aria stessa che diventa parte integrante delle sculture, plasmata come il mogano, il noce e l’abete.
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