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Art News - Exhibitions | by Letts&Futuna in Art News - Exhibitions on 16/03/2015- Comments (0)
 
Marco Di Giovanni, L'infinito commestibile
Un’installazione complessa, composta da un video con sonoro, una scultura in ferro, dei tavoli da birreria e una serie di opere su carta che rappresentano, sotto forma di diario visivo, un’annotazione meticolosa di tutto ciò che l’artista ha ingerito in forma solida o liquida negli ultimi undici mesi.
 
 
Sabato 18 aprile 2015 inaugurano a Imola due mostre personali di Marco Di Giovanni (Teramo, 1976), a cura di Maria Katia Tufano e promosse dal Museo di San Domenico e da BeCube, associazione culturale nata dall’idea di tre soci, Elena Casadio, Liberto Dalmonte e Marco Bedeschi, che apre al pubblico i propri spazi espositivi proprio in occasione di questo evento. Intimamente collegate, le due mostre illustrano fasi distinte della ricerca creativa dell’artista.

Al Museo di San Domenico viene presentata una piccola antologica, Una fine, che raccoglie i lavori che hanno segnato la ricerca di Marco Di Giovanni degli ultimi anni. Da una riflessione e un percorso maturato a partire da quel nucleo di lavori, Di Giovanni è arrivato a concepire e realizzare la nuova grande mostra allestita presso l’associazione BeCube, L’infinito commestibile, un’installazione complessa, composta da un video con sonoro, una scultura in ferro, dei tavoli da birreria e una serie di opere su carta che rappresentano, sotto forma di diario visivo, un’annotazione meticolosa di tutto ciò che l’artista ha ingerito in forma solida o liquida negli ultimi undici mesi.

Mentre nelle opere presentate al Museo di San Domenico l’indagine sul reale, il quotidiano e il suo pensiero, si focalizzava su una combinazione sincretica tra letteratura norrena e l’approccio della meccanica quantistica, sull’individuazione di ciò che è materia e reale, la mostra da BeCube rappresenta un ritorno alla realtà a partire dalle basi elementari dell’esistenza umana, ovvero la necessità di nutrirsi, su cui si innesta una nuova riflessione. In questo nuovo contesto si inserisce appunto il progetto L'Infinito Commestibile, esposto presso gli spazi di BeCube.

Dal 18 maggio 2014 (stesso giorno di nascita dell’artista) Marco Di Giovanni ha cominciato a disegnare tutto quello che ha ingerito nel corso di quest’ultimo anno e continuerà tale processo fino al prossimo 18 maggio. Il risultato di questa performance dilatata nel tempo è una grande quantità di disegni a china su carta gialla alimentare (principalmente tovagliette da trattoria). Presso gli spazi di BeCube verranno inoltre allestiti dei tavoli da birreria fino a riempire l’intero spazio espositivo sui quali verranno collocati i disegni. Tazzine, bicchieri, ossa, piatti elaborati o più semplicemente patatine da bancone dei bar, caffè e cornetto sono esibiti in coro, protagonisti di una specie di sagra di paese. Un video mostrerà in una lunga carrellata i disegni disposti in ordine cronologico, mentre l’audio, realizzato in collaborazione con Gianluca Favaron “artigiano digitale del suono”, rimanderà, rielaborati al computer, suoni ottenuti registrando la masticazione, la deglutizione e la digestione dell'artista.

Se i lavori precedenti erano pregni di suggestioni derivanti dalla fisica teorica, soprattutto la meccanica quantistica, che definisce ormai il visibile e le nostre percezioni come “limiti” per una conoscenza più approfondita della realtà, il corpo, diversamente, vero protagonista di questa nuova installazione presso gli spazi di BeCube, ci costringe a vivere una realtà fattuale sì, ma allo stesso tempo illusoria (in quanto unica percepibile), imponendoci la sua sopravvivenza e costringendoci ad impiegare gran parte delle nostre energie a soddisfare i suoi bisogni – se non addirittura le sue voglie.

La fatica odierna si riassume quindi in questo necessario nutrimento del corpo congiunto all’ossessione generata dal cibo stesso: pubblicazioni di riviste sul tema, programmi televisivi in cui lo chef diventa il capo assoluto e supremo, fino ai cliccatissimi food bloggers di Instagram. Il cibo è diventato ossessione, è esulato da ciò che è nutrimento del corpo, attuando così uno spostamento in rapporto alla ricerca e all’indagine della realtà.

All'ingresso dell'associazione BeCube vedremo installata anche una grande scultura in ferro ottenuta segando per il lungo una grossa cisterna arrugginita, dove le due metà sono saldate insieme ma ribaltate, in modo da mostrare l'interno invece che l'esterno. Una sorta di “autoritratto esploso” dell'artista, dove i segni della “deflagrazione” sono visibili, per traslazione, nei disegni a china “apparecchiati”, come elementi di un’enorme matrice che restituisce un altro autoritratto, visto che in fondo siamo ciò che mangiamo.

La mostra L’infinito commestibile presso l’associazione culturale BeCube si potrà visitare fino al 21 giugno 2015, mentre Una fine, al Museo di San Domenico, si potrà visitare fino al 19 luglio 2015.

Disponibile presso le sedi espositive un catalogo con testo di Cristiana Curti.

Marco Di Giovanni è nato a Teramo nel 1976, vive e lavora tra Imola e Valsalva.
Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti e il DAMS, a Bologna. Inizialmente la sua ricerca si rivolge alla performance, per poi realizzare, parallelamente, installazioni e sculture derivate dagli happening. Il suo lavoro è caratterizzato dall’utilizzo di diversi elementi, tra cui tubature e cisterne ferrose, che l’artista recupera e assembla realizzando oggetti e sculture che si integrano con l’ambiente che li ospita. L’esterno e l’interno di queste strutture sono complementari. Sovente, sulle superfici, l'artista innesta oculari costruiti con gruppi ottici di lenti, che distorcono la visione dell’interno aprendo così lo sguardo a un'altra dimensione. Tra le mostre personali si ricordano: Archivio Zero Media Zanchetta, Bologna; Interno Dum Dum, Bologna; 10.2!, Milano; Artericambi, Verona; Otto Gallery, Bologna; Carloni Spazio Arte, Francoforte. Tra le collettive: Centre Pompidou, Parigi; GAM, Bologna (grandi installazioni allestite presso i Giardini di Villa Guastavillani); Galleria Il Chiostro, Saronno; Galleria Il Ponte, Firenze. Nel 2010 il suo lavoro è stato esposto in importanti collettive alla Russian Accademy di Mosca e al Marta Museum di Herford. Nel 2011 ha realizzato mostre personali incentrate sul progetto “Nord” nelle gallerie Galica di Milano, Antonella Cattani Arte Contemporanea di Bolzano e a Monaco, presso Unicredit Kunstraum. Nel 2012 ha realizzato una mostra personale al Gallia Palace Hotel di Punta Ala mentre nel 2013 è invitato al MAMbo per l’esposizione La grande magia. Opere scelte della Collezione Unicredit. Nel 2014 è stato selezionato al “Premio VAF”, che lo ha portato ad esporre allo Schauwerk Museum di Sindelfingen, alla Stadtgalerie di Kiel e a Palazzo Penna di Perugia. Nel maggio 2015 è prevista una personale alla galleria BLOK art space di Istanbul.

BeCube è un’associazione culturale con sede a Imola nata dall’idea di tre soci, Elena Casadio, Liberto Dalmonte e Marco Bedeschi. Uno spazio espositivo polifunzionale di 500 mq in un ex capannone industriale alle porte della città, nel quale si realizzano mostre d’arte contemporanea, performance musicali e teatrali, serate dedicate alla letteratura contemporanea e incontri con gli autori. BeCube ha iniziato la sua attività nel 2015 con piece teatrali, proiezioni di cortometraggi e reading con scrittori contemporanei (Paolo Cortesi, Gianluca Marozzi, Massimo Vitali). L’obbiettivo di BeCube è promuovere la cultura con particolare attenzione verso i linguaggi dell’arte contemporanea.
 
 
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INFOS
PERIOD: from 18/04/2015 to 21/06/2015
CITY: Imola
NATION: Italy
VENUE: BeCube
ADDRESS: via Fanin 16 (ingresso via R. Vighi)
TELEPHONE: 333 6492298
FAX:
EMAIL: becube.social@gmail.it
WEB: https://www.facebook.com/becube.social
INSERTED BY: Letts&Futuna
 
 
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