Linea senza fine vuol dire linea infinita e senza scopo. Indica sia la contingenza dell’atto creativo, sotteso a tutte le opere selezionate, nel quale il segno grafico continua illimitatamente nello spazio senza avere una meta precisa e sia una continuità nel tempo. I disegni dei quattro artisti sono automatismi atavici che riportano sulla carta bianca immagini mentali pure, spesso prive di rimandi razionalmente comprensibili.
La galleria Opere Scelte inaugura, giorno 11 dicembre alle ore 18 in via Matteo Pescatore 11/D, Linea senza fine, mostra collettiva che ospita le opere di Frederic Anderson, Marco Manzoni, Alessia Panfili e Yuji Mario Petriccione.
Linea senza fine vuol dire linea infinita e senza scopo. Indica sia la contingenza dell’atto creativo, sotteso a tutte le opere selezionate, nel quale il segno grafico continua illimitatamente nello spazio senza avere una meta precisa e sia una continuità nel tempo. I disegni dei quattro artisti sono automatismi atavici che riportano sulla carta bianca immagini mentali pure, spesso prive di rimandi razionalmente comprensibili. La grafite è molto più di un mezzo espressivo e diventa il sostanziale soggetto dell’opera. Il segno, con tutte le sue peculiarità, prescinde quindi ogni significato estrinseco, facendo riverberare l’assenza d’intenzionalità. L’artista trova soddisfazione principalmente nella bellezza del tratto stesso e nella meraviglia che la matita produce scorrendo sul foglio. L’inglese Frederic Anderson presenta la serie inedita delle gabbie. Il pretesto dell’opera viene individuato in griglie metalliche, che, nella fredda ripetizione del modulo ortogonale, si annullano per esaltare il segno grafico. Anderson ripete più volte lo stesso disegno, eseguito senza guardare il supporto, poi lo cancella e ricomincia a tracciare i segni che di volta in volta creano solchi più profondi dove la grafite si deposita indelebilmente. Marco Manzoni espone Unidentified Flying Object ovvero disegni di oggetti sconosciuti che danno all’artista la possibilità di segnare liberamente le indeterminate e infinite linee della mente. L’artista Paolo Tognozzi è stato coinvolto in questa produzione artistica inviando all’amico Marco indicazioni sulla forma degli UFO (oggetti indefiniti postati nei blog alla ricerca di esperti capaci di ridare loro identità). Manzoni ha poi rielaborato le informazioni in forme atipiche che a loro volta possono trovare un’identificazione nello sguardo dello spettatore. Alessia Panfili propone un lavoro composto da due parti: una più narrativa dove rappresenta in modo figurativo ed esplicativo episodi di vita personale tutti ambientati su un letto. L’altra parte è più introspettiva e vi è una trasfigurazione di azioni e personaggi mediante la sovrapposizione di sagome-allegorie. L’abbinamento delle due sezioni porta ad una lettura intima che travalica la stereotipia dell’immagine. Yuji Mario Petriccione disegna al buio visioni, ricordi, fantasie e miraggi che dopo essere stati prodotti vengono autocensurati nella ricerca di pseudo icone che possano rivelare, anche all’artista stesso, le relazioni tra pensiero e bellezza. A questo si aggiungono aforismi che Petriccione scrive sugli stessi fogli da disegno che fungono da spazio libero per le riflessioni. La mostra sarà visibile fino al 24 gennaio.
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