L'opera, attraverso l'uso del linguaggio contemporaneo, ci svela il tango sociale, che sempre di più sembra diffondersi nel nostro pianeta. Segnale ulteriore del fenomeno della globalizzazione che ancora una volta anche in questo ambito, come nel linguaggio della danza tutta, contamina, unisce, condivide.
Il Tango sociale vissuto non più semplicemente come un ballo, con i suoi passi tipici, ma capace di divenire "racconto" di un modo di sentire tanto diffuso e così capace anche di percorrere con la sua musica ormai tutti i continenti della terra.
L'opera creata per il Balletto di Roma esplora una nuova contaminazione tra il linguaggio contemporaneo ed il "minimalismo" dell'incontro tra corpi che parlano di tango: incontro di un linguaggio popolare e sociale con il più ricco e variegato modulo del balletto. Lo spettacolo narra l'abbraccio del tango, dentro il quale si colmano bisogni, aspettative, sogni, desideri e oblii, un abbraccio che ciascuno esprime arricchendolo del proprio sè e portando in esso tutta quella memoria, consapevole e non, che la vita gli ha tracciato nel corpo. Preziosa e speciale diviene la partecipazione straordinaria di Kledi Kadiu, grazie al quale la virilità contenuta in questa danza diverrà protagonista.
Intorno alla sua virilità si snocciolerà il racconto di una serata nella Milonga, come una scatola dentro la quale s'addentrano tante persone/personaggi, ove il tempo diviene Hora Zero, come più volte affermato da Piazzolla, l'attimo tra la fine e l'inizio, il tempo sospeso, dentro il quale gli incontri, le passioni, le gelosie, gli abbandoni, le fantasie, le solitudini, le tante e diverse anime verranno raccontate come un album di fotografie da sfogliare.
coreografi a Milena Zullo con Kledi Kadiu musiche Francisco Canaro, Lucio Demare, Juan D’Arienzo, Carlos Gardel, Astor Piazzola, Osvaldo Pugliese, Anibal Troilo, Angel Villoldo scene e costumi Giuseppina Maurizi luci Emanuele De Maria maitre de ballet e assistente alle coreografie Piero Rocchetti
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