Se nell’immagine del vortice, di un movimento non baricentrico, cogliamo l’essenza stessa di Crisalide è perché rifiutiamo l’idea della necessità del consenso, della confezione, del ritorno all’ordine, accogliendo pienamente l’indicazione di Lyotard che ci avverte come “l’applicazione di criteri legati all’ottimizzazione delle prestazioni del sistema, in altre parole all’efficacia, non sia disgiunta da certi effetti terroristici, velati o espliciti: siate operativi, cioè commensurabili, o sparite.” Come si giunge a questo: si cerca una via originaria che sappia ritornare le vicende del proprio vissuto (non personale, non legato ad una possibile comunità ma strettamente coeso alla natura stessa dell’uomo) in termini di comprensione del proprio destino; si tende cioè a trasferire sulle proprie spalle l’onere di una riscoperta primordiale, di una pratica di soddisfazione. Il festival non accoglie artisti o filosofi ma esclusivamente misuratori. Masque teatro
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calendario
giovedì 11 h 21.00 e 22.30 - Masque teatro – THE DECISION*_teatro
venerdì 12 h 21.00 - Masque teatro - THE DECISION*_teatro h 22.00 - Raimondo Guarino - BRECHT DIDATTICO. AZIONE CORO SACRIFICIO
sabato 13 h 21.00 - F. Cambria, F. leoni, R. Ronchi, C. Sini - PRAXIS h 22.00 - Habillé d’eau - STRUTTURE ELEMENTARI DELL’AZIONE_danza h 23.00 - Eleonora Sedioli - IL PRESENTE_ performance
Domenica 14 h 19,30 - Simona Bertozzi / Nexus - OBLIQUE appunti coreografici_danza h 20,30 - Enrico Pitozzi - PRISMA h 21,30 - ErosAntEros - SULLA DIFFICOLTA’ D DIRE LA VERITA’_teatro
12-13-14 settembre / Palazzo Albertini mostra fotografica h 18 > 20,30 - Luca Del Pia - IL GIUDIZIO DELLA BELLEZZA SGUARDO DI CORPI IN AUTO-RAPPRESENTAZIONE a cura di Adele Cacciagrano
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giovedì 11 ore 21 e 22,30 / venerdì 12 ore 21 / prenotazione obbligatoria - posti limitati
Masque teatro THE DECISION The Decision si ispira al dramma didattico La linea di condotta [Die Massnahme] di Bertolt Brecht. Quattro agitatori provenienti dalla Russia comunista varcano il confine cinese con lo scopo di portarvi i classici della rivoluzione, lotta contro lo spontaneismo per una coscienza di classe. Lo spettacolo, nei tre quadri che lo compongono - L’ Alba radiosa (della rivoluzione), Il Disfacimento (degli ideali), Il Convincimento (un atto di fede) - taglia trasversalmente il testo brechtiano, costruendo un mondo abitato da figure isolate, regolate da tutta una serie di prescrizioni, geometriche ed elementari, fatte di deformazione e contorsione. Nel geometrico avviluppo tra tensione corporea e spasmo di luce e materia, emerge la precisa volontà di confutare la falsa credenza che movimento coincida con attività, ponendo limiti precisi all’atto e alla sua messa in scena. venerdì 12 ore 18 / vernice mostra fotografica / Palazzo Albertini
Luca del Pia Il giudizio della bellezza Sguardo di corpi in auto-rappresentazione a cura di Adele Cacciagrano C’è un giudizio di chi in maniera onnivora osserva il mondo per decidere se ciò che si sottopone alla vista possa essere meritevole di memoria, biasimo, nota o disattenzione. E c’è un giudizio, più elusivo ma di gran lunga più incisorio, che precede ogni tentativo di raziocinio e mira diritto al centro nervoso dell’osservatore rapendone, volente o meno, l’attenzione. È il giudizio della bellezza: sguardi di oggetti, corpi, colori e forme in grado di inchiodarti in un istante-tempo che è immobile ed eterno pur mantenendosi, essi stessi, continuamente in azione. Non c’è via per conoscere queste incarnazioni della Bellezza in anticipo. Pre-giudizi e atti di raziocinio sulle sue presunte quintessenze sono chimere inutili e fuorvianti. Si riconosce la bellezza dal modo in cui ingravida il mondo e immantinente lo ingrazia per il magnetismo della sua presenza. È il mistero di quella che, Bataille chiamava Esperienza interiore definendola come “la messa in questione nella febbre e nell’angoscia, di ciò che un uomo sa del fatto di essere. Qualsiasi cosa apprenda in tale febbre, non può dire «ho visto questo, ciò che ho visto è così è così», non può dire: «ho visto Dio, l’assoluto o il fondo dei mondi» può soltanto dire « ciò che ho visto sfugge all’intelletto»... orari mostra / venerdì 12 - sabato 13 - domenica 14 / ore 18 - 20,30
venerdì 12 ore 22
Raimondo Guarino BRECHT DIDATTICO. AZIONE CORO SACRIFICIO Nella prima metà del XX secolo, la pratica dei sacrifici umani in Europa non suscitava obiezioni ma discussioni sulla persuasione della vittima. La domanda sostanziale era: come si producono individui disposti a morire per la causa comune? I testi che Brecht definì drammi didattici sono esperimenti sull’eroismo richiesto dalla causa comune della trasformazione del mondo. I drammi didattici, e primo fra tutti Die Massnahme (1930), furono pensati come mezzi di produzione dell’attore sociale adeguato alla drammaturgia del sacrificio politico... sabato 13 ore 21
Florinda Cambria, Federico Leoni, Rocco Ronchi, Carlo Sini PRAXIS “Perché non è, questa mia, una scienza come le altre: essa non si può in alcun modo comunicare, ma come fiamma s’accende da fuoco che balza: nasce d’improvviso nell’anima dopo un lungo periodo di discussioni sull’argomento e una vita vissuta in comune, e poi si nutre di sé medesima”. (Platone, Lettera VII)
sabato 13 ore 22 Habillé d’eau STRUTTURE ELEMENTARI DELL’AZIONE Un fatto volto a esplorare con azioni concrete l’insorgere dell’immagine a partire dal dato. Un’interrogazione sul nascere dell’immagine alla percezione attraverso l’attuarsi di una presenza, di un meccanismo, di una manomissione. Non un incontro teorico né una esibizione. Un tempo fluido di esercizio. Romeo Castellucci e Silvia Rampelli operano in via ipotetica. Un’azione elementare posta in essere N volte assume a ogni successiva attuazione una condizione che ne determina dinamicamente la forma. La costruzione letterale e progressiva genera sistemi percettivi: l’evento mentale della rappresentazione. Corpo dell’esperimento è la materia performativa, luogo dell’esperimento è il piano di proiezione dello spettatore, il passaggio dal dato semplice alla rappresentazione del dato. L’impegno è a non dissimulare nulla, a rendere osservabile ogni passaggio del processo. Come un prestigiatore che nell’illustrare il proprio trucco generi nondimeno illusione... sabato 13 ore 23 Eleonora Sedioli IL PRESENTE Una lamiera metallica è sospesa su pistoni pneumatici che ne variano il profilo imponendole perimetri variabili. La figura aderisce alla sinusoide d’acciaio, ne coglie le variazioni. Il movimento respiratorio della macchina impone nuove ed impensate geometrie restringendo ed allargando a dismisura il paesaggio corporeo.
domenica 14 ore 19,30 Simona Bertozzi OBLIQUE appunti coreografici Oblique è una stesura di orme. Un tracciato di volumi e geometrie esposti alla pura estensione. Che sia il passaggio di un animale sconosciuto o l’orbita di un astro solitario, che sia il gesto reiterato dell’atleta o della danza Powhiri delle donne Maori, quello che si deposita nello spazio sono i frammenti di un’interrogazione del corpo. Immagini, sfibrate, esplose, che risorgono in singulti d’azione, fraseggi incompleti, ostinazioni dinamiche, attraversamenti, piegamenti, profili, staticità. Lo spazio si ripropone come un orizzonte che è varco e soglia al contempo. Espulsione e ingresso delle figure. Dalle sue fessure si danno, obliquamente, le apparizioni.
domenica 14 ore 20,30 Enrico Pitozzi PRISMA_ atto di pensiero PRISMA è un gesto del pensiero, la traccia del corpo che manca. Una forma di congedo. L’atto di pensiero ha una sua temperatura: in accordo con le sfumature della sera, al limite dell’impercettibile, prendere parola per rendere al pensiero il suo colore, al corpo il suo bagliore, al movimento la sua vibrazione. PRISMA è un pensiero del corpo che si misura con le sue intensità, fratture e torsioni, con una gamma infinita di variazioni, effetti ed efferenze, maniere e modi d’essere che disegnano gradi di presenza. PRISMA è un pensiero a tarda sera, un’entità leggera tra tutte le cose leggere, l’impressione di una figura in controluce: ciò che resta è un quasi-nulla consegnato alla soglia del finito. Ciò che resta è un’andatura del tempo, un’evanescenza di inaudita precisione.
domenica 14 ore 21,30 ErosAntEros SULLA DIFFICOLTA' DI DIRE LA VERITA' lettura-concerto da Bertolt Brecht Lo spettacolo prende avvio da un saggio politico-letterario di Bertolt Brecht dal titolo Cinque difficoltà per chi scrive la verità. Scritto nel 1934, dopo l’avvento di Hitler al potere, esso è stato per il drammaturgo tedesco in esilio quasi un manuale di strategia militare attraverso cui enunciare le regole programmatiche per dire la verità ai deboli e combattere la menzogna dei potenti. ErosAntEros decide di divulgare questo testo assieme ad alcune poesie di Brecht legate al tema della “difficoltà di dire la verità” all’interno di una forma tutta concentrata sul piano sonoro-vocale e l’esecuzione dal vivo, della performance vocale di Agata Tomsic, in scena, e del live electronics di Davide Sacco, dalla consolle in regia. L’operazione che ErosAntEros compie trova esplicazione nel procedimento che Walter Benjamin chiamava citazione. Esso espiantava un segmento del passato carico di adesso (che costituiva una risposta alla situazione politica dell’oggi) e lo innestava nel presente, in maniera simile a come la compagnia si propone di fare attraversando dal vivo il testo scelto, convinta che possa essere utile per prendere coscienza del nostro presente per modificarlo...
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Direzione artistica e cura Masque teatro
collaboratori Carl Cappelle, elisa Enti, Annarita Giberti, Cinzia Monari
tecnica Giovanni Belvisi,Stefano Cortesi, Gionni Gardini, Matteo Gatti, Tommaso Maltoni
media partner SuccoAcido
ufficio stampa: Agnese Doria, Alberto Marchesani
luoghi Ex Filanda Maiani, via orto del fuoco 3 – Forlì Palazzo Albertini, Piazza Saffi 50 - Forlì
info 393.9707741 www.crisalidefestival.eu / info@crisalidefestival.eu
con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Provincia di Forlì-Cesena, Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì
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