L’IMPOSSIBILE NON È URUGUAYO di Tommaso Decarli.
Un vecchio proverbio francese recita: il faut de tout pour faire un monde. La traduzione letteraria pare più convincente del suo adattamento al nostro contesto nazionale (il mondo è bello perché è vario ha un che di ruffiano, di politicamente corretto): serve di tutto per fare un mondo, come dire che anche l’elemento più piccolo, superfluo, può concorrere a costruire un intero universo. È sufficiente affidarsi ad un buon demiurgo, ad un occhio allenato, magari iscritto in un triangolo, che ha voglia di fare, di creare con poca materia scabra un complesso organico. Un’altra utile osservazione, solo in apparenza disgiunta da quanto detto sopra, proviene dall’ambito della museografia: l’uomo primitivo è un museo ambulante, porta su di sé e con sé tutto ciò che gli serve, che gli sta a cuore. Questo dato, che potremmo definire etnografico, assieme al proverbio citato all’inizio, sembra aver accompagnato Osvaldo Cibils nel suo viaggio dalla natia Montevideo fino in Italia. Egli ha infatti stipato in una scatola, simile a quelle Time Capsules nelle quali Warhol era solito rinchiudere gli oggetti raccolti in un determinato lasso di tempo, non tanto ricordi della sua permanenza in Uruguay, quanto una serie di oggetti sedimentati, abbandonati dalla comunità d’artisti di cui lui stesso faceva parte: scarabocchi tracciati distrattamente e lasciati su un tavolino, foto tessere, piccoli origami piegati per combattere la noia. Conservati a lungo e, soprattutto, a riparo da sguardi indiscreti, vengono ora recuperati ed esposti in bacheche asettiche, quasi ci si trovasse a fare i conti col lavoro diligente di un esperto entomologo. Cibils, tuttavia, non si limita a mostrare e catalogare: alcuni particolari di questi frammenti di vita vengono ripresi, amplificati, riproposti in un’opera che l’artista realizza ex novo. Una foto dimenticata, una carta sgualcita, un testo dattiloscritto diventano il pretesto per una più complessa e raffinata investigazione sull’identità e sul processo creativo. |