Investigando i confini fra realtà e finzione, il lavoro di Nicolas Provost parte da una riflessione che esplora il linguaggio e la grammatica del cinema, per costruire percorsi inconsueti dove ciascuno, ad un certo momento, può incrociarsi o riconoscersi. Plot Point Trilogy, trasgredisce le convezioni drammaturgiche per mutarle in nuove forme narrative. Ogni film, evoca atmosfere inquietanti e sospettose. Si comincia da un dove più che da un come, che idealmente ricostruisce attraverso la struttura del montaggio, la mappa cinematografica della nostra memoria. |
28/01/2014 h19.00 - h.21.00 (replica)
Nell'ambito del progetto Perfoming Archive, Careof presenta Plot Point Trilogy, dell’artista film maker Nicolas Provost (Belgio, 1969) composta da tre lavori filmici realizzati fra il 2007 e il 2012. All’interno del set pensato in occasione di Taking Careof, lo spazio si modifica in ambiente cinematografico che favorisce l’immersione e l’approfondimento dei complessi meccanismi su cui si articola la trilogia.
Investigando i confini fra realtà e finzione, il lavoro di Nicolas Provost parte da una riflessione che esplora il linguaggio e la grammatica del cinema, per costruire percorsi inconsueti dove ciascuno, ad un certo momento, può incrociarsi o riconoscersi. Plot Point Trilogy, trasgredisce le convezioni drammaturgiche per mutarle in nuove forme narrative. Ogni film, evoca atmosfere inquietanti e sospettose. Si comincia da un dove più che da un come, che idealmente ricostruisce attraverso la struttura del montaggio, la mappa cinematografica della nostra memoria.
New York è la città da cui parte questo viaggio che con Plot Point (15’, 2007), il primo film della trilogia, ci porta a ripescare suoni e immagini di tempi cinematografici mischiati. Filmata con una telecamera nascosta ad alta risoluzione, Times Square muta in luogo di tesissimo dramma narrativo, di cui passanti e poliziotti diventano ignari protagonisti.
Il viaggio prosegue a Las Vegas con Sturdust (20’, 2010) dove, con la stessa tecnica, Provost filma la vita ordinaria di una città, trasformandola in un film di finzione. La presenza inaspettata di stars holliwoodiane - Jon Voight, Dennis Hopper e Jack Nicholson - converte il glorioso potere della capitale del gioco d’azzardo, in un’esotica storia del crimine.
Tokyo è invece il set urbano dell’ultimo film: Tokyo Giants (22’, 2012). Nelle strade ipercinetiche della metropoli giapponese un serial killer, un rapinatore, un terrorista, la Yakuza, incrociano le proprie storie attraverso la combinazione del suono e del racconto filmico, dando origine a un potente climax che altera la dimensione del reale e ne accentua il mistero.
“We are all part of a huge collective film memory.” NP
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Nicolas Provost (1969 Ronse, Belgio). Nel 2003 torna in Belgio dopo 10 anni trascorsi in Norvegia. Attualmente vive e lavora a New York. Solo shows includono The Seattle Art Museum; Musée d’art moderne et contemporain, Strasbourg, Francia; Muziekgebouw Amsterdam; Tim Van Laere Gallery, Anversa e Haunch of Venison Londra e Berlino. Il suo lavoro è stato acquisito da importanti collezioni come Birmingham Museum, SMAK Gent e Royal Museum of Fine Arts Belgio. Si è aggiudicato numerosi premi in diversi Festival fra cui The Sundance Film Festival, Festival del Cinema di Venezia, La Berlinale, The San Sebastian Film Festival e il Festival del Cinema di Locarno. Il suo primo lungometraggio The Invader ha avuto la sua premiere mondiale a Venezia nel 2011.
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Performing Archive è un progetto nato in occasione di Taking Careof che utilizza l’archivio per muovere pratiche e iniziative al fine di considerare i suoi aspetti più rappresentativi di display, contenuto e linguaggio e contemplare la memoria storica per attualizzarla e ampliarla. |