Nell'ambito dei close up, la galleria Il Ponte presenta nello spazio lounge una mostra dedicata al Maestro Pietro Grossi, grande rinnovatore della musica contemporanea, compositore, programmatore, insegnante, pioniere della musica sperimentale e della computer music. L'esposizione si svolge in concomitanza con quella al Dipartimento SAGAS, Biblioteca Umanistica, Università degli Studi di Firenze: Pietro Grossi. Dal violoncello alla Computer Art (inaugurazione 21 novembre) e con la Giornata di audizioni della produzione musicale del Maestro (25 novembre presso SAGAS in via Gino Capponi). La sua attività ha portato la ricerca musicale della neoavanguardia fiorentina degli anni Sessanta e Settanta all'interno del dibattito internazionale e ha proposto sperimentazioni, assolutamente innovatrici, divenute poi di uso corrente. L'esposizione in galleria evidenzia lo stretto rapporto che Grossi riscontra, fin dai primi anni '60 (tanto da partecipare nel 1962 a Musica e segno, mostra dei cosiddetti "grafici musicali", curata da Giuseppe Chiari e Sylvano Bussotti ), fra arte e musica, che presentano – come scrive in Marcatre nel 1965 – affinità nella "... riduzione dei mezzi, nella concentrazione di ricerca di valori con un minor numero di mezzi possibile. Vedo che i quadri usano pochi colori; noi usiamo pochi suoni e cerchiamo di ottenere da essi tutti i valori che possono dare." In questi anni il legame con l'arte visiva si evidenzia attraverso alcuni suoi spartiti e nella grafica della sua musica programmata, anche influenzati dalla "constatazione dell'esistenza di un'area artistico-culturale comune...tra un certo tipo di manifestazioni visuali (arte neo-concreta - arte programmata - optical art, ecc.), le esperienze di poesia concreta e di musica elettronica programmata" – sottolineata nel 1967 da Lara Vinca-Masini. Ma a partire dalla metà degli anni '80, Pietro Grossi indirizza le ricerche estetiche maturate in campo musicale, anche con l'ausilio di Marcella Chelotti, sua compagna di vita ed artista essa stessa, nell'ambito dell'arte. Si dedica così a quella che definisce Homeart, arte grafica domestica, “creata da e per se stessi, estemporanea effimera, oltre la sfera del giudizio altrui”, utilizzando software di grafica computerizzata da lui stesso programmati, attraverso cui realizzare in casa propria, molteplici "copie uniche", dei veri e propri Homebook e degli Alfabeti ricostruiti attraverso al creazione di disegni computerizzati che reinventano graficamente ogni singola lettera.
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