Dualità coerenti - mostra personale di Elisabetta Losi
Le incisioni di Elisabetta Losi sono fatte di graffi e di sovrapposizioni sporche che, mentre disegnano un corpo esposto, simboleggiano l’universo psichico dell’Uomo . Non siamo quindi di fronte alle descrizioni di Albrecht Dürer né alle inquietanti visioni iper-particolareggiate di Philippe Mohlitz; qui si tratta di trovare il pensiero al di là della fisicità violenta delle linee che segnano la superficie, di scoprire così l’intima connessione tra mani e cervello, tra idea e atto creativo.
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COMUNICATO STAMPA
Sabato 16 novembre 2013 ore 17:00 Palazzo Stella - inaugurazione
DUALITÁ COERENTI mostra personale di Elisabetta Losi a cura di Elena Colombo
aperta fino al 30 novembre 2013 da martedì a sabato ore 15:30 – 19:00
Genova, SATURA art gallery
S’inaugura sabato 16 novembre 2013 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Dualità coerenti” di Elisabetta Losi a cura di Elena Colombo. La mostra resterà aperta fino al 30 novembre 2013 con orario 15.30 – 19.00 dal martedì al sabato.
Le incisioni di Elisabetta Losi sono fatte di graffi e di sovrapposizioni sporche che, mentre disegnano un corpo esposto, simboleggiano l’universo psichico dell’Uomo . Non siamo quindi di fronte alle descrizioni di Albrecht Dürer né alle inquietanti visioni iper-particolareggiate di Philippe Mohlitz; qui si tratta di trovare il pensiero al di là della fisicità violenta delle linee che segnano la superficie, di scoprire così l’intima connessione tra mani e cervello, tra idea e atto creativo. Ecco allora i due emisferi scoperchiati e ben i mostra, a caratterizzare quei soggetti che altrimenti passerebbero per robot serializzati. Questo approccio riprende le ultime tendenze della “gravure” contemporanea, in cui l’individuo si distingue appena dal suo contesto, sovrastato dal diluvio di stimoli sensoriali del mondo. I volti e le braccia si duplicano a specchio come in una macchia di Rorschach dal risultato incerto e le prospettive si fanno sempre più ardite. Il discorso visivo procede su un doppio binario: da un lato l’immediata percezione della figura, ricavata da punti di vista inusuali per trasmettere un messaggio di inquietudine vicino – se non analogo – ai disegni realistici di Sho-u Tajima, dall’altra il valore estetico della ripetizione che trasforma le curve in motivi decorativi e quasi floreali. L’artista applica lo stesso approccio squisitamente ornamentale anche alla scultura, riprendendo temi e forme tipiche della classicità., in una chiave essenziale e levigata, à la Antonio Canova. I resti di un discorso mitologico naufragato , rappresentano un’indagine metaforica sulla dicotomia tra Persona (essere umano e maschera tragica) e Natura (Madre e matrigna): la figura che ne emerge è un Davy Jones che, rinascendo invece d’inabissarsi, raggiunge la Conoscenza – con tutto il tormento interiore che questo processo comporta – e focalizza su di sé la Luce, manifestandola in un estroflessione concreta dei tratti.
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