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COMUNICATO STAMPA
Sabato 16 novembre 2013 ore 17:00 Palazzo Stella - inaugurazione
MEMENTO mostra personale di Jacopo Baccani a cura di Marta Marin
aperta fino al 30 novembre 2013 da martedì a sabato ore 15:30 – 19:00
Genova, SATURA art gallery
S’inaugura sabato 16 novembre 2013 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Memento” di Jacopo Baccani a cura di Marta Marin. La mostra resterà aperta fino al 30 novembre 2013 con orario 15.30 – 19.00 dal martedì al sabato.
Partendo dalla metafora coniata da Zygmunt Baumann, si può affermare che la nostra è una “società liquida” nella quale i valori di riferimento si perdono, ognuno è libero di attraversare un ambiente che non gli appartiene per conoscerne solo gli aspetti esteriori, e poi tornare al rifugio sicuro della propria casa. Il passaggio da un livello all’altro è segnato dal fenomeno osservato Roberto Peregalli: la sedimentazione riveste un ruolo fondamentale nella costruzione estetica e ideale della realtà e “La superficie di qualunque cosa, sia essa un oggetto o un luogo, è intaccata dal tempo, riposa nel tempo. Viene corrosa, sporcata, impolverata in ogni istante. Sono la sua caducità e la sua fragilità che la fanno vivere nel trascorrere delle ore, dei giorni, degli anni”. Jacopo Baccani cattura le variazioni della luce nelle strade quasi deserte di un panorama urbano in cui la solidità architettonica sembra vegliare sulle storie di solitudine. L’artista riprende le inquietudini e il discorso simbolico iniziato da Trent Parke; infatti, se le linee pulite della percezione fotografica richiamano il nudo realismo pittorico dei vicoli veneziani di John Singer Sargent, la cancellazione dell’elemento umano – ridotto a una presenza casuale e spettrale – è vicina all’impressionismo statunitense di Childe Hassam, con le sue sagome scure confuse nel chiarore sgranato delle vie cittadine. Esistono dei momenti di condivisione dai quali si dirama la mappa di tanti non-luoghi transitori e precari, sempre al limite dell’abbandono, posti che vivono di narrazioni fugaci articolate come esposizioni museali: svuotandosi le sale si trasformano in icone di una contemporaneità desolata, simile ai bar della periferia americana di Edward Hopper e le cabine di trasporto si fermano, accusando il dolore sordo dell’usura.
Con preghiera di pubblicazione e/o divulgazione
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