Prometeogallery di Ida Pisani è lieta di annunciare l'inaugurazione di “Trauma of the Exposed Body”, prima mostra personale dell'artista rumeno Ion Grigorescu, negli spazi della galleria a Lucca, presso l'Ex Chiesa San Matteo.
Ion Grigorescu è stato uno dei primi artisti contemporanei in Romania a riconoscere l’importanza sociale e culturale della body art, fornendo un nuovo quadro concettuale per l’elaborazione di una neo-avanguardia capace di guardare al soggetto artistico in maniera radicalmente diversa. Abbracciando una mescolanza piuttosto singolare di approcci e prospettive spirituali, Ion Grigorescu utilizza la body art come uno strumento di trasfigurazione della propria identità e un mezzo attraverso cui riflettere sul senso profondo della propria esistenza e della condizione umana in generale. L’approccio artistico di “Trauma of the Exposed Body” si fonda sull’idea che l’essenza della vita è inscritta nel nostro stesso corpo. Rievocando il momento biblico in cui Adamo ed Eva, avendo disubbidito a Dio e assaggiato il frutto dell’albero della conoscenza, perdono la propria innocenza e divengono improvvisamente consapevoli della nudità del proprio corpo, Grigorescu rappresenta il trauma derivante dal mostrare il proprio corpo nudo di fronte alla divinità. Cristiano praticante e artista che si è guadagnato da vivere dipingendo per le chiese ortodosse, Grigorescu sottolinea che la nudità, come mostra la Bibbia, è un segno della purezza spirituale dell’uomo e dunque non è un sacrilegio né tanto meno un’offesa presentarsi nudo davanti a Dio. La mostra descrive il dissidio dell’artista e il tentativo di conciliazione tra due forze contrastanti: da un lato, il desiderio di sperimentare la nudità come espressione di una purezza spirituale primordiale; dall’altro, il riconoscimento traumatico del peccato originale. Dal momento che la nudità spirituale di questo mondo è coperta da troppe sovrastrutture, Ion Grigorescu ha scelto la chiesa più antica di Lucca, la Basilica romanica di San Matteo del X secolo, come sfondo del suo rito spirituale di armonizzazione di corpo e mente. Il suo approccio performativo appare come un rito di guarigione e di liberazione da ogni dogma e pregiudizio. Concepita come una singola installazione, la mostra consiste nella proiezione di immagini che si riferiscono o alludono alla Cristianità, tratte dai suoi più celebri lavori fotografici degli anni Settanta, come “Ritual Bath” e “Washing with Light“, che si alternano a elementi mondani, come “White Wash”, “Braiding Hair”, “Athletics” o “Box Yoga”, e alla proiezione di un video più recente intitolato “Start”. L’intento dell’artista è quello di suggerire la presenza di una cornice performativa che aggiunga un ulteriore livello di senso alla sacralità dello spazio della chiesa.
Ion Grigorescu, nato nel 1945 a Bucarest, dove vive e lavora, è uno degli esponenti più importanti della performance art e dell’arte concettuale in Romania e in tutta l’Europa dell’est. Dopo il 1989 ottiene presto un riconoscimento internazionale, che lo porta a partecipare a mostre importanti quali la Biennale di São Paulo (1981 e 1994), Wanderlieder allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1991), Le corps photographié al FRAC Alsazia (1996), The Body and The East alla Moderna Galerija di Lubiana, Out of Action al Museum of Contemporary Art di Los Angeles (1998). Tra le mostre recenti: Ostalgia, New Museum, New York (2011), Les Promesses du passé al Centre Pompidou di Parigi (2011) e personali al Museo d’Arte Moderna di Varsavia (2009), e al Museo Nazionale d’Arte di Cluj-Napoca, Romania (2011). Ha inoltre rappresentato per due volte la Romania alla Biennale di Venezia nel 1997 e nel 2011. |