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Art News - Exhibitions | by elastico in Art News - Exhibitions on 22/01/2013- Comments (0)
 
The Teddy Bears' Picnic – Una personale di Betty Zanelli
il progetto ruota attorno ai (non) luoghi deputati al divertimento per l'infanzia: parchi, kiddie rides, giochi e giostre, documentate nel farsi della trasformazione che commuta innocente spensieratezza e rassicurante chiassosità dei colori in minaccia velata che rivela un inquietante doppio.
 
 
Ospitata ad Elastico, la mostra è inserita nel circuito ART CITY WHITE NIGHT

Un sottile equilibrismo di ambivalenze, condotto sul labile crinale che separa doppi di segno opposto, attraversa l'intero percorso creativo di Betty Zanelli. Questa stessa cifra caratteristica – declinata sul piano dei linguaggi espressivi, così come sui soggetti indagati – informa di sé anche The Teddy Bears' Picnic, personale ospitata ad Elastico in occasione di Arte Fiera 2013.

In mostra dal 25 gennaio all'8 febbraio, il progetto ruota attorno ai (non) luoghi deputati al divertimento per l'infanzia: parchi, kiddie rides, giochi e giostre, documentate nel farsi della trasformazione che commuta innocente spensieratezza e rassicurante chiassosità dei colori in minaccia velata che rivela un inquietante doppio.

Titolo di un'angosciante nenia usata da Greenway nella colonna sonora de Lo zoo di venere, The Teddy Bears' Picnic si impernia su un nucleo espositivo che si sviluppa su immagini dello Spree Park di Berlino, primo “Kulturpark” costruito dalla DDR nel 1969 – rimasto unico nel suo genere – oggi completamente abbandonato.

È la particolare luce, insieme alla totale assenza umana, a fare da chiave di volta nel traghettare e sospendere lo spettatore in una dimensione senza tempo, che arriva a lasciare spazio al grottesco. Una malinconica inquietudine, di echi lynchani, avvolge infatti i soggetti ritratti, restituiti nelle immagini con una consistenza materica inusuale per il mezzo fotografico.

Nata come pittrice e affascinata dalla tridimensionalità, l'autrice sceglie infatti di stampare le opere su tele montate su alti telai, meticciando due diversi linguaggi espressivi che, a loro volta, confluiscono nell'installazione. Proprio nella contaminazione tra fotografia, pittura, musica ed esposizione di oggetti recuperati quasi con attitudine archeologica, i soggetti ritratti riprendono vita, riacquistando la loro natura più ludica e “pop”.


Betty Zanelli lavora principalmente con la fotografia e l'installazione. Ha studiato a Bologna, dove è nata, diplomandosi in Pittura all'Accademia di Belle Arti. Si è trasferita sul finire degli anni '80 a New York città in cui ha vissuto per otto anni e in cui ha portato avanti una ricerca artistica proteiforme, spaziando attraverso diversi mezzi espressivi. Ha realizzato le principali mostre personali e collettive a New York (Newhouse Center for Contemporary Art, Snug Harbor Museum, P.S.122 Gallery, MMC Gallery, Knitting Factory), a Los Angeles (Otis/Parsons Gallery), a Berlino (CAOC Gallery), a Londra (Art Works Space), a Roma e a Bologna (Arco di Rab, Il Graffio, Il Campo delle Fragole, Studio Mascarella, H2O Art Space, Natural-Camera, L'Ariete Arte Contemporanea, Spazio Lavi). Negli anni '90 ha partecipato al Project Studio Space Program del P.S.122 ottenendo l’art residency per due anni, ha collaborato con la casa editrice Scholastic Inc., ha esposto a Los Angeles e allo Snug Harbor Museum di New York con l'installazione Symphony of the Lost Ideal.
Dal 2000, con la mostra Ride allo Studio Mascarella di Bologna, ha privilegiato la fotografia e la stampa digitale, mezzo con cui indaga l’iconografia popolare e la cultura pop. Continua a viaggiare, come per il recente lavoro sullo Spree Park di Berlino, per approfondire la propria ricerca sui luoghi deputati al divertimento, Luna Park, giostre e attrazioni per bambini,
Vive e lavora a Bologna dove è docente di Fashion Design all'Accademia di Belle Arti.
http://cargocollective.com/bettyzanelli

 
 
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