In occasione del Giorno della Memoria, il Console Franco Aprile è lieto di invitarvi all’inaugurazione della mostra “Ricordo dei Bambini di Terezín”, organizzata dal Consolato Onorario della Repubblica Ceca per la Liguria e dalla Comunità Ebraica di Genova.
In occasione del Giorno della Memoria, il Console Franco Aprile è lieto di invitarvi all’inaugurazione della mostra “Ricordo dei Bambini di Terezín”, organizzata dal Consolato Onorario della Repubblica Ceca per la Liguria e dalla Comunità Ebraica di Genova, che si svolgerà venerdì 25 gennaio alle ore 11.00 presso la sede del Museo Ebraico di Genova, in via Bertora 6. La mostra resterà aperta sino al 14 marzo 2013. In occasione della mostra sarà presentata l’installazione video “Tutto cade e si disfa intorno a me” di Andrea Nevi e Eleonora Beddini.
Terezín si trova in Repubblica Ceca, alla confluenza dei fiumi Labe e Ohře a circa 65 km da Praga. Originalmente era un complesso fortificato nel 1780 dall’imperatore Giuseppe II e chiamato così in onore della sua madre, Maria Teresa.
Durante gli anni di 1914 – 1918 la fortezza di Terezin fu la prigione di Gavrilo Princip, assassino di arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e sua moglie il 28 giugno 1914, accendendo la scintilla che portò allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.
Quanto i nazisti invasero la Boemia e la Moravia utilizzarono la Fortezza di Terezín come carcere per la Gestapo e il 24 novembre 1941 la città venne trasformata in un campo-ghetto di Theresienstadt. La funzione principale del campo era quella di collettore per le operazioni di sterminio degli ebrei e del campo di transito per gli ebrei diretti ad Auschwitz e ad altri campi di sterminio.
A Theresienstadt vennero deportati circa 144.000 ebrei, dei quali un quarto morì nel campo principalmente a causa delle pessime condizioni. Su poco meno 88 000 ebrei deportati da Terezín ad Auschwitz solo 3800 sopravvissero. 7590 bambini furono trasportati ai campi di sterminio, e di loro solo 142 fecero ritorno. Il calvario fino al giorno della liberazione il 9 maggio 1945 sopravissero 1600 bambini.
a farfalla
L’ultima, proprio l’ultima, di un giallo così intenso, così assolutamente giallo, come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca così gialla, così gialla! l’ultima, volava in alto leggera, aleggiava sicura per baciare il suo ultimo mondo. Tra qualche giorno sarà già la mia settima settimana di ghetto: i miei mi hanno ritrovato qui e qui mi chiamano i fiori di ruta e il bianco candeliere di castagno nel cortile. Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla. Quella dell’altra volta fu l’ultima: le farfalle non vivono nel ghetto.
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