La prima azione di Hermann Nitsch in Italia è del 1973, a Torino, nella chiesa sconsacrata di via San Massimo, a un solo anno di distanza dalla sua partecipazione a Documenta 5 a Kassel dove, per la prima volta, furono esposte le opere crude, violente, amorali e trasgressive del gruppo del Wiener Aktionismus.
Fondato nel 1961 da Hermann Nitsch, Otto Muehl, Gunter Brus e Rudolf Schwartzkogler, l’Azionismo Viennese trova la sua manifestazione in performance nelle quali corpo, sangue, carne, viscere, liquidi e secrezioni (umane e animali) sono usati per mettere in scena riti parareligiosi a scopo catartico e terapeutico, secondo le formule adottate nella tragedia greca di Aristotele e poi dalla psicanalisi di Sigmund Freud. La pittura d’azione adoperata da Hermann Nitsch nelle sue Aktion, secondo la formula da lui coniata di Orgien-Mysterien Theater (“Teatro delle Orge e dei Misteri”), unisce erotismo e violenza, sesso e morte, un senso di piacere misto a un insostenibile disgusto senza soluzione di continuità. La sua opera è un’arte totale che prende esempio dalle pratiche dionisiche d’origine greca durante le quali gli astanti si lasciavano andare al piacere e ai desideri dei cinque sensi. Nelle azioni di Nitsch riaffiorano gli istinti primordiali, senza tener conto di alcuna legge morale (civile o religiosa), tanto da sconfinare spesso nell’illegalità per la crudezza reale alla quale i presenti sono chiamati a partecipare.
La pittura di Hermann Nitsch è così il risultato di un atto catartico di liberazione d’impulsi viscerali e sensoriali che mischia la liturgia cristiana con la tragedia classica. E’ una pittura fatta di sangue (di vita e di morte) e dalla quale traspira la volontà dell’artista di essere creatore con tutto il carico di passione, intesa come sofferenza, che questo comporta.
Nitsch mette in scena lo svisceramento incauto di qualsiasi tabù e la grammatica visiva delle sue tele, sempre di grandi dimensioni, è il risultato del processo d’immedesimazione dentro i meccanismi così complessi della psiche umana, liberata da ogni costrizione.
Nel bene e nel male, senza giudizio o convenzione morale, il sangue dell’opera di Nitsch è vero, non c’è finzione, è la realtà che si mostra senza veli. Ci sono impronte e segni, bloody lines, che scorrono sulla tela come nelle vene. “La mia pittura, spesso estaticamente eccessiva, conduceva ai processi altrettanti eccessivi delle azioni nelle quali tutto succede nella realtà”.
All’interno della serie di mostre dedicate a un pezzo unico, la galleria franzpaludetto di Roma propone , un’unica grossa tela (200x300 cm) del 1971 rappresentativa dell’opera pittorica di Hermann Nitsch negli anni del suo esordio in Italia.
Hermann Nitsch è nato a Vienna nel 1938. Vive e lavora nel suo Castello di Prinzendorf, in Austria.
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