Due installazioni, “luce di prismi” nel Torrione Passari e “ombre” nella Chiesetta della Morte, alternate a quattro grandi opere, quali testimonianza della complessa personalità artistica di Alberto Biasi. La mostra inaugura a Molfetta mercoledì 19 dicembre 2012 e sarà visitabile fino al 3 febbraio 2013. A cura di Gaetano Centrone, in collaborazione con Marco Meneguzzo e la galleria Allegra Ravizza di Milano, si configura come un itinerario urbano attraverso luoghi storicamente emblematici per la città di Molfetta, “illuminati di arcobaleno o di luce nera” delle opere di Alberto Biasi, uno tra i più noti artisti dell’arte cinetica e programmata.
La fascinazione dell’installazione “Eco” (1974), riferita alla leggendaria Ninfa morta di consunzione per amore verso Narciso, assume un nuovo significato in rapporto alla Chiesa dei Morti. L’artista padovano la ripropone alla luce della leggenda secondo cui i morti in battaglia trovavano onore e degna sepoltura nella grande cripta sottostante l’attuale edificio. Successivamente, per dare spazio ai nuovi caduti, i resti venivano spostati nelle cripte più piccole fino alla totale decomposizione. Solo allora le loro reliquie venivano depositate in una fossa comune dell’ultima cripta, ubicata a stretto contatto con il mare, al quale spettava il compito di disperderle e trasformarle in polvere e sabbia. “Eco” si plasma della suggestione del luogo e assume inediti contenuti: il magnetismo del passato è riletto da Biasi come una dissoluzione visiva degli antichi eroi caduti in guerra, attraverso il movimento delle onde che li inghiotte, da cui deriva l’associazione creativa con la grande tempera fosforescente, ove le ombre contemporanee appaiono, rimangono fissate per qualche istante sul supporto per poi lentamente svanire. L’opera si compone di bianche tele fosforescenti, illuminate da luce di Wood che interagiscono con i visitatori trattenendone le ombre come un’eco, in analogia con il ricordo dei defunti e l’antica leggenda. L’itinerario della mostra coinvolge il Torrione Passari, l’antica torre di vedetta e difensiva di Molfetta. Questa città pugliese era storicamente un ricco centro di attività agricole e pertanto teatro di aggressioni predatorie fin quando, ancor prima del ‘200, diventò luogo di insediamenti dell’Ordine dei Templari. Scendendo all’interno del Torrione Passari il visitatore, di fronte ai cinetismi del grande “Light Prisms”, potrà immaginare di “immergersi nell’arcobaleno” e averne una visione spettacolare a 360 gradi. In “Light Prisms” la mutevole composizione di raggi, che appaiono, svaniscono e lentamente si saturano, cambiando colore attraverso l’intera scala cromatica (dal rosso al violetto) introduce il visitatore alla percezione degli “arcobaleni invisibili” presenti nella luce bianca, ma che sfuggono normalmente all’occhio, abituato a distinguerli solo se filtrati o riflessi dalla materia. Nel buio quest’opera si trasforma in metafora della conoscenza. |