La nuova mostra personale dell’artista fotografo Davide Bramante, apprezzato talento della scena artistica contemporanea. In esposizione dieci opere fotografiche della serie dedicata alle città (New York, Londra, Berlino, Shanghai, Pechino, Roma) e dodici acquarelli inediti, ultima novità della sua raffinata ricerca artistica. La mostra, curata dal critico Marco Meneguzzo, promette di essere una occasione intima e privilegiata per sperimentare l’energia enigmatica di Davide Bramante e delle sue opere. |
Le opere fotografiche di Davide Bramante, rigorosamente non digitali, sono realizzate con la tecnica della esposizione multipla in fase di ripresa, risultato di più scatti (da quattro a nove) sulla stessa porzione di pellicola. Caratteristica distintiva unica che ha assicurato a Bramante un posto più che meritato nella fotografia d’arte. Ne risultano visioni simultanee di grandi città, porzioni assemblate dei suoi tanti viaggi e dei suoi pensieri, opere d’arte suggestive e seducenti. Davide Bramante, nato a Siracusa nel 1970, si è formato a Torino, alla prestigiosa Accademia Albertina di Belle Arti. Oggi, a 42 anni, il suo curriculum artistico annovera esperienze a livello internazionale. Ha all’attivo oltre sessanta mostre tra personali e collettive in Musei, Fondazioni e Gallerie nazionali ed estere, tra cui il MoMA New York Museum, il MACI di Isernia, il Palazzo delle Papesse di Siena e il Kunsthaus Tacheles di Berlino. Alla Galleria RizzutoArte saranno esposte le photos dedicate alle indagini sulle città, da Roma a New York, fino alle metropoli d’Oriente, emblema della società convulsa in cui viviamo e magico richiamo ad una realtà “altra” che, come rivela l’autore stesso, corrisponde al suo modo di ricordare, di pensare e di sognare. Il titolo della mostra - Compressioni - allude ad un parallelismo concettuale tra la tecnica fotografica di Bramante e quella informatica utilizzata per ridurre le dimensioni dei files. Come documenti compressi, ogni fotografia contiene più immagini, più prospettive, più proiezioni mentali della stessa città, e si rivela così un’efficace tecnica visiva di riduzione dello spazio necessario alla memorizzazione dei dati. “Le fotografie di Davide Bramante – spiega il curatore Marco Meneguzzo – diventano così l’occasione non tanto di vedere e di “decomprimere” le immagini per ritornare a una visione singola, quanto quella di stabilire relazioni nuove tra gli oggetti, le persone, le vedute che la compressione ha casualmente accostato, creando così nuove città, nuovi modi di vedere il nostro orizzonte quotidiano.” |