COMUNE DI PORDENONE
BIBLIOTECA CIVICA
MOSTRA ASSOLI DI CHINA. TRA JAZZ E FUMETTO
a cura di Flavio Massarutto
Alle pareti il fumetto
IL PIANISTA E LA BELLEZZA
Testi di Fabio Varnerin – Disegni di Massimiliano Gosparini
INAUGURAZIONE
sabato 7 luglio ore 18.30
Biblioteca Civica – Sala esposizioni – Piazza XX Settembre
PRESENTAZIONE
Flavio Massarutto e Pietro Rigolo
a seguire performance musicale di Luigi Vitale – vibrafono
Dal 7 luglio –al 31 agosto 2012
Orari
Lunedì 14-19; da martedì a sabato 9-19; giovedì anche 19-22
La mostra ha per argomento il jazz raccontato dai fumetti.
Si compone di una parte di documenti originali dagli anni Venti ad oggi composti da illustrazioni, dischi, riviste e volumi ordinati secondo un percorso tematico ed esposti in teche provenienti dalla collezione privata di Flavio Massarutto che ne ha trattato nel suo volume “Assoli di China. Tra Jazz e Fumetto”( Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri, 2011).
La seconda parte è una storia a fumetti le cui tavole originali di Massimiliano Gosparini saranno esposte alle pareti.
Testo critico di Pietro Rigolo
Il collezionista nell’immaginario comune è solitamente maschio, sulla cinquantina, rinchiuso in una stanza dall’aria viziata a maneggiare cianfrusaglie di cui solo capisce l’importanza, siano esse bottoni o conchiglie, completamente assorbito da una rete di corrispondenze e sistemi di senso che nessuno, tranne lui, riesce a sbrogliare.
La collezione di Flavio Massarutto è lontanissima da tutto ciò: non mancano i cimeli preziosi, ma la passione del proprietario continua ad espandersi al di fuori delle mura di casa in pubblicazioni, performance, concerti, soggetti per nuovi fumetti e – non da ultimo – mostre. La conoscenza storica della materia si apre all’oggi e a tutte le contaminazioni che il fumetto e il jazz, arti meticce già dalla nascita, continuano a produrre. E in questo la passione di Flavio si fa lezione per lo storico, perché la ricerca dovrebbe essere sempre un mezzo per capire l’oggi, un voltarsi indietro mentre si va avanti.
Nella mostra organizzata in Biblioteca visitiamo cinema, fumetto e jazz – arti figlie del ’900 per eccellenza – sono tre ragazze che danzano in cerchio fino a confondersi, in un caleidoscopio di assemblaggi e rimandi instabili, di variazioni, assoli e improvvisazioni che confondono e seducono. Un criterio espositivo che non segue tanto uno sviluppo storico ma divaga per temi e tipologie, evitando quindi la malinconia dei tempi che furono, o quella dell’oggi triste, ma sottolineando invece le potenzialità di questi mezzi, e l’errare di una ricerca scientifica che non nasconde il suo essere, alla radice, privata e sentimentale.
L’epopea del jazz e dei suoi eroi viene evocata dai dipinti/vignette di Massimiliano Gosparini e il fumetto a sua volta, attraverso una tecnica inventata dall’autore, sembra citare la pellicola, e si fa film. Questo bianco e nero graffiato, l’allestimento serrato e sequenziale si prestano infatti ad una visione in fuga, un movimento della nuca da sinistra a destra, lo sguardo che scorre lungo le pareti seguendo una storia che si srotola tra sguardi e atmosfere sospese.
Un film muto, con tanto di manifesto e cartelli di Fabio Varnerin, che di volta in volta si può montare in modo diverso, in una combinatoria pressoché infinita come infinite sono le possibilità di esecuzione di un brano una volta saliti sul palco. E qui si parla proprio di un incontro in un locale fumoso durante uno spettacolo, dello sfiorarsi nella notte di due anime perse le cui sagome sono tagliate da fari e lampioni, un incontro che è anche la storia d’amore tra due modi di raccontare che hanno aperto l’immaginazione di generazioni a nuovi mondi, nuovi modi di sentire e di raccontare.
Perché jazz e fumetto sono così attuali in quanto arti popolari, in quanto legate allo sviluppo tecnologico nella loro diffusione, ma anche perché, in modi diversi, fanno appello al saper raccontare storie e inventare nuovi miti. Di questo, probabilmente, non ci stancheremo mai: del momento in cui la luce si abbassa, o la copertina viene aperta, e di colpo siamo trasportati in un altro mondo, in cui possiamo essere qualcun altro, scappare da qui per poi tornare arricchiti come da una lunga vacanza in cui ci siamo confrontati con sguardi, stili di vita e vissuti che ci cambiano in modo irreversibile.
Massimiliano Gosparini ( Udine 1974) è stato tra i fondatori della rivista umoristica Auagnamagnagna! (Edizioni Corollar, Pordenone), dove ha pubblicato storie a fumetti e vignette dal 2001 al 2005, tra cui l’albo L’osteria degli ultimi. Ha curato gli allestimenti e le scenografie di diversi spettacoli teatrali tra i quali l’opera ispirata alla vita di Modigliani Come conquistai Parigi della Compagnia teatrale Bateau-Lavoir e La casa di Bernarda Alba per l’Associazione Culturale Sipario. Attualmente lavora alla graphic novel La Ghiacciaia scritta da Fabio Varnerin.
Flavio Massarutto (Pordenone 1964 ) scrive di jazz sul quotidiano Il Gazzettino, il mensile Il giornale della Musica e il bimestrale Jazzit.
Ha pubblicato numerosi libri e saggi. In campo narrativo ha scritto racconti e soggetti per fumetti.
Ha realizzato con il regista Alberto Fasulo il cortometraggio Break. Con la Scuola Sperimentale dell’Attore ha collaborato allo spettacolo Amatissima con Claudia Contin e Gianni Massarutto per la regia di Ferruccio Merisi.
Dopo aver progettato, organizzato e diretto diversi eventi per la rassegne “Hic et Nunc” e “Musiche” attualmente è direttore artistico di “San Vito Jazz.” e collaboratore di Cinemazero per “Visioni Sonore”. Fabio Varnerin, è nato nel 1974. Tra le cose che ha scritto: Come conquistai Parigi, monologo teatrale liberamente ispirato alla vita e alla morte di Amedeo Modigliani.
Tutti e due i racconti: imponente raccolta ragionata composta da: il papa a Topolinia e Celebrità.
La ghiacciaia: racconto lungo con immagini dell’illustratore Massimiliano Gosparini
Da grande, l’hobby della poesia, la noia che precede la dittatura: tris di canzoni musicate ed eseguite dal gruppo Mocambo Swing.
Ai sondaggi telefonici, il più delle volte, risponde non so.
Pietro Rigolo, pordenonese, è dottore di ricerca in arte contemporanea presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane – Università di Siena. È collaboratore alla didattica presso l’Università IUAV di Venezia, scrive regolarmente sulla rivista Abitare e lavora come curatore indipendente. Nel 2011 ha partecipato al Gwangju Biennale International Curator Course, Gwangju – Corea del Sud.
Luigi Vitale, è nato a Salerno il 10//02/1982. Figlio d’arte, fin da piccolo resta affascinato dalla musica jazz ascoltando numerosi dischi della collezione paterna. All’età di dodici anni inizia a studiare la batteria seguito dal padre e dopo un anno viene ammesso al Conservatorio di Salerno dove a 20 anni si diploma con il massimo dei voti in strumenti a percussione con il maestro Carlo Di Blasi. Partecipa dal ‘98 in poi a diversi seminari di perfezionamento per vibrafono e marimba tenuti da David Friedman, Dave Samuels, Ed Saindon e Saverio Tasca. Ha suonato con importanti musicisti del panorama jazzistico tra i quali: Luis Agudo, Fabrizio Bosso, Marco Tamburini, Tino Tracanna, Pietro Tonolo, Attilio Zanchi, Aldo Vigorito, Stefano Senni, Julian Oliver Mazzariello, Dario e Alfonso Deidda, Marco Brioschi, U.T.Gandhi, Daniele D’Agaro, Saverio Tasca, Dave Samuels.Non mancano collaborazioni sia in ambito teatrale che orchestrale: Teatro dell’opera di Roma, Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, Tetaro La Fenice di Venezia. Nel 2004 è vincitore del Premio Massimo Urbani e Premio del Pubblico come giovane talento del jazz italiano. Nel 2009 si laurea in Jazz con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio di Castelfranco Veneto con il M° Pietro Tonolo. Nel 2011 consegue l’abilitazione A077 per l’insegnamento delle Percussioni presso il Conservatorio di Castelfranco Veneto. Attualmente è docente di Percussioni presso la scuola secondaria di primo grado “L. Da Ponte” di Vittorio Veneto.
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