FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI 2012
Uno sguardo contemporaneo sui rapporti tra generazioni e sulla memoria 5 – 26 giugno 2012
I rapporti e i conti tra le generazioni, manifestati con rancori o affettuosamente, volendo cancellare o tutelare le memorie, hanno in qualche modo a che fare, da sempre, con il teatro e anche con questa diciassettesima edizione del Festival delle Colline Torinesi - Torino Creazione Contemporanea, il cui progetto è nato e si è sviluppato proprio nel pieno della crisi economica, in un periodo di incertezza sulle prospettive di crescita del paese e di ricambio generazionale.
Molti autori e registi riflettono in testi e spettacoli sul legame con i padri, assumendo consapevolezza del ruolo di testimoni che gli artisti hanno nella trasmissione del sapere tra vecchi e giovani, così come su certe contraddizioni morali della contemporaneità. E’ il caso, nel cartellone del Festival 2012, della Compagnia Scimone Sframeli attesa alla presentazione, in prima assoluta, del nuovo spettacolo "Giù". Proprio il dialogo paradossale tra un padre e il figlio avvia il testo di Spiro Scimone: “Non devo più pensare al mio futuro! – dice il giovane – Perché un futuro qui ce l’ho! Un futuro, nel cesso.”
Le problematiche relazioni col passato riguardano anche lo spettacolo di Guillaume Vincent "La nuit tombe...", creazione del Festival d’Avignon, che sarà allestito in anteprima assoluta a Torino. Il testo da cui deriva, recente vincitore del Premio CNT Centre Nationale du Théâtre - Aide à la création de textes dramatiques, privilegia, come presupposto drammaturgico, proprio la variabile temporale. Tutte tre le storie di cui il testo si compone hanno come cornice, in periodi diversi, la stessa camera d’albergo, nella quale tanti fantasmi del passato e tanti viventi sembrano darsi appuntamento. Tra i coproduttori de "La nuit tombe...", oltre al Festival delle Colline Torinesi, vi è il prestigioso Théâtre des Bouffes du Nord di Peter Brook. La proposta di Guillaume Vincent si inquadra nell’ambito del progetto Carta Bianca condiviso con l’Espace Malraux di Chambéry. Fanno parte di Carta Bianca, oltre a letture e giornate di lavoro, anche "12 suore slovacche", prima traduzione italiana del testo di Sonia Chiambretto, e "Kolik" del bravo autoreregista marsigliese Hubert Colas, creazione nata da un’opera teatrale di Rainald Goetz e presentata a Torino in prima nazionale dalla compagnia Diphtong.
Altri confronti generazionali ci sono in "The plot is the revolution" dei Motus, che, reduce dai successi internazionali di Alexis, spettacolo coprodotto dal Festival delle Colline Torinesi, esibisce, nell’occasione, la fondatrice del Living Theatre Judith Malina, icona del teatro contemporaneo, che torna a Torino dopo parecchi anni. Accanto ai Motus il segmento internazionale del Festival propone anche la Socìetas Raffaello Sanzio/Mora diretta da Claudia Castellucci con "La seconda Neanderthal" e, di ritorno a Torino, i libanesi Rabih Mroué e Lina Saneh in prima nazionale in "33 tours et quelques secondes". Rabih Mroué in particolare saprà ancora stupire per la sua folgorante capacità di fotografare, come in "Photo-Romance", la realtà contemporanea, una prerogativa che ha anche la giovane compagnia Muta Imago i cui crolli sulla scena raccontano di un mondo perduto, di rovine pubbliche e individuali. Dopo il successo dello scorso anno completano nell’occasione il ciclo di "Displace". Assai radicale nell’arringa contro padri e madri, di cui si diceva, è lo spettacolo "Duramadre" dei baresi Fibre Parallele, quasi una favola nera sul matriarcato, scritta da Riccardo Spagnulo e diretta da Licia Lanera.
Temi affini li sviluppano gli attori liguri di Kronoteatro con "Pater Familias" (spettacolo condiviso con il Teatro dell'Elfo di Milano) e il siciliano Tindaro Granata con "Antropolaroid", vincitore del Premio della Critica, che attualizza la tradizione del “cunto” siciliano. Al centro dell’attenzione le biografie di nonni, genitori, zii e persino del boss Badalamenti. Due altre giovani compagnie del Festival sono Zaches Teatro, toscana, vincitrice del Premio Prospettiva Teatro, il cui spettacolo "Mal Bianco" è contaminato col teatro di figura, e la torinese Associazione CuochiLab con l’azione gastro-performativa "Happy Meals".
Una livida fotografia delle relazioni sociali vi è in "Pinter’s Anatomy" di Ricci e Forte, trasformazione in immagini di testi e sottotesti di Pinter. Un copione il loro che prende a pugni il perbenismo, che è tortura fisica e psicologica, con qualche tratto fumettistico e di grottesco iper-realismo.
Transiti tra reale e surreale li compie Menoventi in "L’uomo della sabbia", tratto dal romanzo di Hoffmann. Da sempre appassionati ai meccanismi di destrutturazione dell’evento teatrale, Gianni Farina, Consuelo Battiston e soci, recentemente aggiudicatisi la prima edizione del Premio Rete Critica, affrontano in particolare il tema dell’ambiguità della memoria. In scena si immaginano di stare dentro e fuori la mente del protagonista Nataniele, tormentato dal ricordo di una fiaba.
Di grande soddisfazione è poi la presenza al Festival di tre attori italiani di grande personalità e prestigio come Sonia Bergamasco con Esse di Salomé, Ferdinando Bruni con Rosso, Saverio La Ruina con "Italianesi".
La contrapposizione tra una piccola affabulatrice e i “grandi” che l’ascoltano costituisce il nucleo drammaturgico di uno spettacolo proposto al Festival in prima nazionale da Assemblea Teatro diretto da Renzo Sicco e Lino Spadaro. Esso trae titolo, "La bambina che raccontava i film", e testo dal romanzo del cileno Hernán Rivera Letelier.
Due infine i progetti speciali: "Roberta torna a casa", nostalgico eppure corrosivo spettacolo da appartamento, in prima nazionale, di Renato Cuocolo e Roberta Bosetti, ovvero l’IRAA Theatre di Melbourne, specialisti nel confondere realtà e fantasia, e il circo contemporaneo "This is the end", del Cnac, firmato da David Bobée, condiviso con C3+, ossia Teatro a Corte, Festival Sul Filo del Circo e Circuito Teatrale del Piemonte.
Il Festival delle Colline Torinesi, diretto da Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, è realizzato in collaborazione con la Fondazione del Teatro Stabile di Torino e si avvale del contributo di Regione Piemonte, Città di Torino, Provincia di Torino, Città di Moncalieri, Comune di Pecetto Torinese, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Camera di Commercio di Torino e Sistema Teatro Torino e Provincia.
Al Festival collaborano inoltre ONDA, Institut Français, PAV Face à face, Ambassade de France, Alliance Française de Turin.
Gli spazi
Torino - Casa Teatro Ragazzi e Giovani | Cavallerizza Reale | Chapiteau Ponte Mosca | Teatro Astra | Teatro Gobetti Moncalieri - Fonderie Teatrali Limone Pecetto Torinese - Chiesa dei Battù Vercelli - Casa Cuocolo Bosetti
Biglietti Interi ! 15,00 Ridotti ! 10,00 Sono previste diverse formule di ingresso cumulative e per tipologia di spettacolo.
Per informazioni Festival delle Colline Torinesi: Corso Galileo Ferraris, 266 - 10134 Torino | Tel. +39 011 19740291
www.festivaldellecolline.it |