Dall’incontro tra l’immaginario di Dennis Cooper, uno degli scrittori più affascinanti e controversi del panorama letterario statunitense contemporaneo, e ricci/forte, al secolo Stefano Ricci e Gianni Forte, definiti i due enfant prodige della nuova scena drammaturgica italiana e invitati a presentare le loro performance e i loro allestimenti su prestigiosi palcoscenici internazionali (Francia, Inghilterra, Germania, Slovenia, Croatia, Romania), nasce uno spettacolo che è giù diventato un cult, dopo il successo di critica e di pubblico della presentazione nel 2009 del primo studio al Festival Garofano Verde di Roma. Data unica per la Sicilia alla Fondazione Teatro Vittorio Emanuele di Noto. |
12 Maggio 2011 ore 20.45 Teatro V.E. di Noto
RICCI / FORTE MACADAMIA, NUT, BRITTLE
movimenti scenici di Marco Angelilli style concept Simone Valsecchi assistente alla regia Elisa Menchicchi con Anna Gualdo, Fabio Gomiero, Andrea Pizzalis, Giuseppe Sartori regia di Stefano Ricci produzione Ricci / Forte in collaborazione con Garofano Verde/Festival Internazionale Castel Dei Mondi
Si consiglia la visione ad un pubblico adulto
STORIE ALLA DENNIS COOPER, TREMENDE E TUTTE DA RIDERE, SI ALTERNANO A MOMENTI PIÙ INTENSI, DI ALLUCINAZIONE. RICCI/FORTE, OVVERO IL NUOVISSIMO TEATRO CHE AVANZA, UNA DELLE POCHE GIOVANI COMPAGNIE ITALIANE DI CREDITO INTERNAZIONALE
Dall’incontro tra l’immaginario di Dennis Cooper, uno degli scrittori più affascinanti e controversi del panorama letterario statunitense contemporaneo, e ricci/forte, al secolo Stefano Ricci e Gianni Forte, definiti i due enfant prodige della nuova scena drammaturgica italiana e invitati a presentare le loro performance e i loro allestimenti su prestigiosi palcoscenici internazionali (Francia, Inghilterra, Germania, Slovenia, Croatia, Romania), nasce uno spettacolo che è giù diventato un cult, dopo il successo di critica e di pubblico della presentazione nel 2009 del primo studio al Festival Garofano Verde di Roma. Non sappiamo quale sia la verità… l’importante è che l’ambiguità sia chiara. Abbiamo tentato di raccontare, con mozartiana impudenza, una fiaba crudele sull’adolescenza. Scardinare le porte della cosiddetta normalità sessuale, suonare la grancassa del mondo dei foreveryoung, spargendo sale sulle ferite di una realtà brutalmente viva, è stato quasi automatico mentre sfilavano sotto gli occhi i temi ossessivi di Cooper. Le mutilazioni, le punizioni corporali, il sesso reiterato fino all’estinzione nascondono una pericolosa in quanto “pura” tendenza al gioco: un gioco infantile, uno svago che abbiamo dimenticato uscendo dalle mura domestiche. L’attesa notturna di quattro divoratori di gelato Haagen Dasz (il macadamia nut brittle del titolo), in un reparto ospedaliero, su un aereo o in una casa dei giochi sull’albero, si materializza in un tamagotchi onirico, in cui si fanno i conti con un processo identitario che, se da una parte lascia liberi, dall’altra sviluppa un senso di estraniamento da un pianeta che ci scivola via sotto i piedi. Vittime, carnefici, protagonisti di questo snuff movie che la vita offre siamo noi, alla disperata ricerca di amore in un mondo impossibile: perché alla fine anche la Natura, come gli uomini, è troia e infedele. Sempre. |