UDINE – Con uno sguardo sull’Asia contemporanea e uno sulla Corea anni ‘70, il festival friulano proporrà una sessantina di titoli e si concentrerà anche sulla produzione e sulla distribuzione. Dopo quattordici edizioni, un Festival di successo smette di essere un evento per trasformarsi in qualcosa di più. Più di una scommessa vinta, più di una promessa mantenuta. Una dimensione felicemente condivisa da chi la costruisce e da chi la abita… Emozione, energia, coinvolgimento: Far East Film, il grande festival dedicato al cinema asiatico, è pronto a soffiare sulle candeline del suo quattordicesimo compleanno! Un appuntamento davvero attesissimo, in calendario a Udine dal 20 al 28 aprile, per una dimensione (appunto) che ormai trascende la pura visione cinematografica e si propaga dal grande schermo a tutto ciò che gli ruota attorno. Basti pensare al settore della produzione (la quarta sessione del workshop Ties That Bind si terrà in prima sessione dal 22 al 26 aprile a Udine – e in seconda dall’8 all’11 ottobre a Busan in Corea del Sud - e riunirà 5 produttori orientali e 5 produttori europei con l’obiettivo di realizzare un film in coproduzione tra i due continenti) o al fatto stesso che il nome Far East Film, dal 17 gennaio, marchierà la nuova collana home video nata dalla collaborazione tra la friulanissima Tucker Film e CG Home Video (i primi due titoli, applauditi al Festival ma inediti per il mercato, sono Ip Man di Wilson Yip e il leggendario A Hero Never Dies di Johnnie To). E non dobbiamo dimenticare, poi, la televisione e la distribuzione. Grazie a Carlo Freccero, infatti, numerosi titoli di Far East Film hanno trovato spazio in prima serata su Rai 4: il ciclo s’intitola Missione Oriente e, superfluo sottolinearlo, sta davvero andando alla grande! E alla Tv si aggiunge, ancora, la Tucker Film che l’8 marzo (Giornata internazionale della Donna) porterà nella sale italiane in collaborazione con il festival un autentico gioiello del cinema d’autore made in Asia: il commovente A Simple Life della regista hongkonghese Ann Hui, già in Concorso al Festival di Venezia e vincitore della Coppa Volpi per l’interpretazione femminile. Ecco, dunque, la Far East Dimension. Ed ecco, brevemente, qualche anticipazione sul capitolo 2012, composto da una sessantina di pellicole. Anteprime europee e anteprime internazionali raccolte in una un’ampia selezione che attinge al meglio dei cataloghi di Hong Kong, Cina, Giappone, Corea del Sud, Thailandia, Malesia, Indonesia, Filippine, Singapore e Taiwan. Entrare al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine”, con i suoi 1.200 posti (sempre gremiti) o al Visionario, sarà dunque come frequentare una sala di di Seoul, di Tokyo o di Manila, per godersi gli stessi film che gli abitanti di quelle metropoli guardano tutti i giorni. Una full immersion sottolineata anche dalla riproposta, domenica 22 aprile nel centro di Udine, del Cosplay Contest, una sfilata di costumi, abiti e trucchi ispirati alle forme e alle pose dei protagonisti del mondo dei manga, degli anime, del fumetto, del cinema, dei telefilm, della musica, dei videogiochi di provenienza panasiatica. Udine, però, non darà spazio soltanto all’Oriente contemporaneo ma anche al suo passato, studiando attraverso 10 titoli invisibili in Occidente uno dei periodi più scuri (ma, culturalmente, più fertili) della storia della Corea del Sud: gli anni Settanta. The Darkest Decade: Korean Filmmakers in the 1970s, questo il titolo della preziosa retrospettiva firmata da Darcy Paquet, ci racconterà come a dispetto dell’ambiente politicamente e socialmente duro, repressivo, caratterizzato da una feroce censura, e nonostante le carriere di alcuni registi fossero state improvvisamente interrotte (Lee Jang-ho fu arrestato nel 1975 per uso di marijuana e riuscì a girare un nuovo film solo dopo l’assassinio del Presidente Park Chung-hee; Shin Sang-ok si vide revocata la licenza a girare e fu successivamente rapito e deportato in Corea del Nord), alcuni registi abbiano scelto, con grandi risultati, di rimanere attivi per tutto il decennio, producendo così alcune delle opere più memorabili della storia del cinema nazionale. The Darkest Decade sarà una celebrazione dei loro successi: l’opportunità di raccontare, per la prima volta fuori dai confini sudcoreani, la storia delle loro lotte. E anche questo è Far East Film! Ogni anno, selezionando campioni d’incassi e preziose visioni d’autore, Far East Film scommette su un’opera che si collochi al di là delle immediate catalogazioni. Un outsider, a tutti gli effetti, capace di contendere i riflettori del festival ai numerosi titoli principali. È successo con Departures, citando l’esempio sicuramente più noto, e succederà in questa quattordicesima edizione con il sorprendente Rent-a-Cat (Rentaneko), affine al capolavoro di Takita Yojiro per clima narrativo, forza poetica e provenienza. Batte, infatti, bandiera giapponese anche l’insolita commedia firmata da Ogigami Naoko: una favola eccentrica e moderna, sorridente e profonda, che sembra scritta da Gianni Rodari e animata dal grande Miyazaki. La storia della giovane Sayoko (l’attrice Ichikawa Mikako) che per vocazione, prima ancora che per mestiere, tenta di riparare i cuori dolenti delle persone sole … affittando gatti. In che modo? Un carretto pieno di felini, un piccolo megafono (scommessa nella scommessa: il buffo mantra attira-clienti di Sayoko diventerà uno dei tormentoni del FEFF 14), un regolare contratto da sottoscrivere. E il gioco è fatto! La consonante che distingue Rent-a-Cat da Rent-a-Car, oltre a determinare una professione quantomeno bizzarra, nasconde quindi il segreto della felicità? Forse no, forse la felicità non è a portata di mano come la solitudine, ma la speranza sì: e Sayoko, più sola delle persone che cerca di aiutare, è una che di speranze se ne intende. Le speranze, Sayoko, le affitta agli altri e ne regala a se stessa, tutti i giorni, convinta che i vuoti dell’anima si possano colmare e che i buchi del cuore si possano rammendare … Impaginata con rara delicatezza e costruita su una figura femminile che il pubblico non dimenticherà tanto facilmente, Rent-a-Cat (distribuzione Nikkatsu Corporation) è una delle sessanta pellicole che verranno proiettate a Udine – solidissima roccaforte asiatica d’Occidente – dal 20 al 28 aprile.
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