LECCE SBAROCCA al Sigismondo Castromediano Incontro con i protagonisti della scena culturale e politica leccese: Giovanni Pellegrino, Alfredo Mantovano e Teo Pepe Letture di brani a cura di Fabrizio Saccomanno
sabato 28 gennaio 2012 Museo Provinciale “S. Castromediano” - Lecce
Accompagnato da crescente interesse e attenzioni, trova ospitalità nel più antico museo di Puglia recentemente riorganizzato secondo nuovi e più moderni criteri d’allestimento, LECCE SBAROCCA, il nuovo libro di Franco Ungaro (edizioni Besa).
Sabato 28 gennaio alle ore 18.00, infatti, il Museo Provinciale Sigismondo Castromediano, aprirà le porte ad un incontro (ingresso libero) promosso da Libreria Palmieri (Lecce) che vedrà l’autore dialogare con il Sen. Giovanni Pellegrino, l’On.Alfredo Mantovano e Teo Pepe scrittore e giornalista del Nuovo Quotidiano di Puglia accompagnati dalle letture di brani tratti dal libro, a cura di Fabrizio Saccomanno, attore di Koreja.
Un po' autobiografia, un po' romanzo e un po' cronaca teatrale, Lecce Sbarocca sorprende per la ricchezza degli argomenti e specialmente per lo sperimentalismo con cui frammenta il materiale narrativo, lo rimescola e lo aggrega con un piacevole disordine logico-temporale dentro una struttura aperta e mobile. Storia e cronaca locale, pagine autobiografiche, testi di canzoni, proverbi, aneddoti, raffinate citazioni di poeti e scrittori, pagine di diario, riflessioni sul teatro e sull'arte, memorie di viaggio, racconti d'amore e di malavita a puntate, proposte culturali, italiano e dialetto si susseguono in apparente disordine in questo piccolo zibaldone, ma come le tessere di un mosaico tracciano poco alla volta l'immagine preoccupante di un Sud che non vuole o non sa rinnovarsi. Ancora una volta l'amore-odio per questa terra e questa città anima l'impegno civile e le battaglie culturali di un operatore teatrale di lunga esperienza, conosciuto e stimato in Italia e all'estero, che ancora non si è rassegnato alla logica imperante della mercificazione e del profitto e non è disposto a condividere l'idea volgare e peregrina che con la cultura non si mangia.
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