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Theatre News - (Other) | by Marta Ragusa in Theatre News - (Other) on 19/01/2012- Comments (0)
 
Le buone pratiche del teatro. Movimenti e istituzioni
Da otto anni le Buone Pratiche del Teatro costituiscono un’occasione unica di incontro e confronto per le arti dello spettacolo dal vivo in Italia. La giornata, indetta dalla webzine www.ateatro.it e curata da Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino, offre da un lato una articolata analisi dell’attuale situazione, e dall’altro presenta le esperienze più innovative nel settore dell’organizzazione, della creazione, della critica. Raccoglie ogni anno diverse centinaia di operatori: teatranti, amministratori, studiosi e studenti... Per questo, la stampa ha definito le Buone Pratiche del Teatro “gli stati generali del teatro italiano” (anche se per l’edizione genovese sarebbe più opportuno parlare di “Maggior Consiglio del teatro italiano”). Il tema di questa ottava edizione è “Istituzioni e movimenti”: ovvero come il teatro entra in relazione con i movimenti politici e sociali, e come le istituzioni possono dare forma ai movimenti estetici.
 
 
LE BUONE PRATICHE DEL TEATRO
Ottava edizione

MOVIMENTI E ISTITUZIONI
a cura di Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino

Genova, sabato 25 febbraio 2012, ore 9.30-18.30


Il vento sta cambiando. Anche nel teatro italiano. Così come ha continuato a cambiare in passato, nel teatro e nella società, in direzioni spesso imprevedibili ma con un vigore sempre rinnovato.

Le nostre scene hanno visto, per limitarsi ai decenni del dopoguerra, il susseguirsi di diversi movimenti, che più o meno consapevolmente ne hanno segnato l'evoluzione. Nell'immediato dopoguerra i teatri stabili, e via via le successive declinazioni della regia. La prima avanguardia romana degli anni Sessanta. Il Convegno di Ivrea nel 1967. Il '68 e l'esplosione delle cooperative. Negli anni Settanta l'animazione e il teatro ragazzi, i gruppi di base e il Terzo Teatro. Per quasi quarant'anni, ormai, le successive generazioni del nuovo: la post-avanguardia, i Teatri 90 e ancora oltre, fino ai nuovissimi emersi negli anni Zero. La moltiplicazione e la disseminazione dei festival su tutto il territorio nazionale, non solo nella stagione estiva. Negli anni Novanta la narrazione, il teatro civile e i teatri delle diversità. Più di recente, gli intrecci tra satira e politica, con comici che innescano movimenti politici (Beppe Grillo e il Movimento Cinque Stelle, ma ancora prima Dario Fo) mentre giornalisti e opinion makers fanno spettacolo (per esempio Marco Travaglio o Gherardo Colombo). Sono solo alcuni esempi di una storia ancora più ricca e articolata, fatta di una molteplicità di "onde teatrali" che hanno praticato innovazioni insieme estetiche e organizzative, con un effetto decisivo nel rapporto con il pubblico. Le mille realtà, e gli individui, che hanno animato queste onde si sono fatti portavoce di queste novità e hanno lottato per affermarle nella loro pratica, nel loro rapporto con “il teatro che c'era” e con l'intera società.

Il teatro intrattiene un dialogo profondo con le trasformazioni della società e della cultura. Molto spesso le invenzioni dei teatranti danno forma e rendono visibili le novità - compresi i conflitti e le involuzioni - che emergono nel tessuto sociale, a volte le anticipano con straordinaria sensibilità. La scena nutre le trasformazioni della polis, e se ne nutre. Riattiva gli spettatori, e con loro la società, usando gli strumenti della sua consapevolezza, che è umana ed estetica prima ancora che politica. Nel corso di questi (quasi) settant'anni di storia repubblicana, queste invenzioni teatrali, appassionate e necessarie, hanno trovano nelle istituzioni pubbliche una risposta più o meno attenta e rapida. Ministero ed enti locali hanno periodicamente “aperto” a queste emergenze, sia con il sostegno finanziario sia”dal punto di vista normativo.

Oggi l'Italia sta vivendo una grave crisi economica, politica e morale: dunque sta per affrontare profonde e rapide trasformazioni. Non a caso anche il teatro italiano si è messo in moto: l'occupazione del Teatro Valle è il sintomo più clamoroso di una protesta che è prima di tutto volontà di cambiamento: emblematca l’attenzione che oggi riscuote, anche in campo culturale, il concetto di “bene comune”.
Ma i movimenti non possono nutrirsi solo dell'entusiasmo che caratterizza il loro “stato nascente”, che è inevitabilmente destinato a perdere slancio. Prima o poi, se vogliono davvero incidere, i movimenti spontanei devono darsi una struttura, una forma.
Dal canto loro, le istituzioni non possono restare impermeabili a quanto accade intorno a loro: se lo fanno, rischiano di diventare vuote burocrazie, che hanno come principale obiettivo l'autoconservazione (e infatti, quando insistono ad arroccarsi, rischiano di implodere o di essere spazzate via).
Senza dimenticare che anche il teatro, da secoli, è fatto di istituzioni, anche se spesso fragili e precarie. Istituzione economica è la compagnia teatrale: le società dei comici dell'arte nate nel Cinquecento, basate su un contratto tra liberi e uguali, inventarono un soggetto giuridico che si è poi esteso a diversi altri settori dell'economia. Istituzione architettonico-urbanistica, oltre che economica, è l'edificio teatrale, inserito nel tessuto della città accanto ad altri luoghi emblematici del nostro vivere civile. Istituzioni più o meno longeve sono anche i festival e i circuiti, le scuole e le accademie di teatro… Così anche i teatri (e il teatro nel suo insieme) si strutturano come istituzioni. Ed entrano in rapporto con altre istituzioni. Prima di tutto quelle politiche e amministrative, con i loro diversi regolamenti e controlli, dal governo centrale agli enti locali, nelle loro varie articolazioni. Queste istituzioni hanno le loro esigenze (che esprimono attraverso un sistema di regole ed affidando eventuali commissioni e incarichi), e possono decidere di sostenere l'attività teatrale attraverso un sostegno economico diretto o indiretto, o con la fornitura di servizi. Il teatro può entrare in contatto anche con altri soggetti economici: committenti, mecenati e sponsor, e gruppi in vario modo organizzati di spettatori.
Sono dunque due nodi intrecciati quelli che deve affrontare il nuovo che emerge con vitalità nel teatro: da un lato strutturare (o rinnovare) le proprie forme istituzionali; dall'altro costruire un rapporto con altre istituzioni, una relazione necessaria - vista la natura sociale e civile del teatro - ma che condiziona inevitabilmente il suo sviluppo.
Nell'ottava edizione delle Buone Pratiche del Teatro (a Genova, il 25 febbraio prossimo) cercheremo di capire se è possibile trovare, nelle diverse circostanze, punti d'equilibrio efficaci tra queste due tensioni: come è possibile conciliare gli entusiasmi spesso confusi della scoperta e del rinnovamento con le esigenze e il modus operandi delle istituzioni?

Il vento del cambiamento sta soffiando con grande forza, dentro e fuori dal teatro. Molti dei fragili equilibri raggiunti fino a oggi sono inevitabilmente destinati a cambiare. Il nostro compito è, nei limiti del possibile, cercare di comprendere questo cambiamento e indirizzarlo secondo principi di umanità, bellezza e libertà.
Nel corso della giornata del 25 marzo, come d'abitudine intensa e ricca di passioni, affronteremo queste tematiche, non tanto da un punto di vista storico e teorico, ma soprattutto cercando di esaminare come questi problemi vengano affrontati nella pratica. Oltre ai temi a cui abbiamo accennato, parleremo tra l'altro anche di molte altre esperienze:

il movimento degli indignati teatrali (al Teatro Valle e non solo) anche in rapporto a quanto sta avvenendo all’estero, il corretto rapporto tra teatri e amministrazioni pubbliche, i criteri di valutazione dell’atività teatrale e le relative responsabilità (dalla commissione ministeriale in giù), quello che abbiamo definito “il metodo Pisapia” ovvero pregi e difetti della nuova politica del’ascolto, i cittadini che si impegnano a rilanciare un teatro abbandonato da anni, il neonato premio dei siti e dei blog di informazione e critica teatrale, il Sud tra evoluzione e involuzione (le residenze in Puglia, la rete dei teatri in Sicilia, il nodo Campania, uno stabile per la Basilicata, la Calabria tra scandali e opportunità), l’evoluzione di reti e residenze (dalla Lombardia alla Liguria, dalla Puglia alla Sicilia), l'evoluzione del teatro sociale e di comunità, lo sviuppo dei teatri delle diversità e delle differenze...

Questi sono solo alcuni dei punti all’ordine del giorno. dell’ottava edizione delle Buone Pratiche Se pensate di avere un’esperienza da raccontare, se avete altri suggerimenti e proposte, se conoscete esperienze interessanti, scrivete a info@ateatro.it.

Diretta streaming su www.studio28.tv



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Da otto anni le Buone Pratiche del Teatro costituiscono un’occasione unica di incontro e confronto per le arti dello spettacolo dal vivo in Italia. La giornata, indetta dalla webzine www.ateatro.it e curata da Mimma Gallina e Oliviero Ponte di Pino, offre da un lato una articolata analisi dell’attuale situazione, e dall’altro presenta le esperienze più innovative nel settore dell’organizzazione, della creazione, della critica. Raccoglie ogni anno diverse centinaia di operatori: teatranti, amministratori, studiosi e studenti... Per questo, la stampa ha definito le Buone Pratiche del Teatro “gli stati generali del teatro italiano” (anche se per l’edizione genovese sarebbe più opportuno parlare di “Maggior Consiglio del teatro italiano”).
Il tema di questa ottava edizione è “Istituzioni e movimenti”: ovvero come il teatro entra in relazione con i movimenti politici e sociali, e come le istituzioni possono dare forma ai movimenti estetici.
Nel corso della giornata, si parlerà della storia recente, ma soprattutto dell’attualità, a partire dal Teatro Valle Occupato. Particolare attenzione verrà data alla situazione delle Liguria, con la nascita di TILT e la nuova prospettiva delle residenze; ma si discuterà anche della situazione del Sud. Questi temi ne incroceranno altri: come applicare il concetto di bene comune alla cultura, la nuova politica degli spazi, le forme di sostegno alla drammaturgia italiana, l’evoluzione della critica teatrale tra carta e web...
Hanno già assicurato la loro partecipazione, tra gli altri:
Sergio Ariotti, Antonio Attisani, Angelo Berlangieri, Luca Borzani, Claudio Braggio, Marco Cacciolla, Antonio Calbi, Margherita Casalino, Stefano Casi, Giulio Cavalli, Nicola Ciancio, Patrizia Coletta, Emanuele Conte, Patrizia Cuoco, Angelo Curti, Elio De Capitani, Claudio Facchinelli, Alessandro Garzella, Salvo Gennuso, Carmelo Grassi, Filippa Ilardo, Isabella Lagattolla, Elena Lamberti, Michele Losi, Laura Mariani, Giovanna Marinelli, Luigi Marsano, Alberto Pagliarino, Velia Papa, Dolores Pesce, Andrea Rebaglio, Carlo Repetti Alessandro Riceci, Margherita Rubino, Anna Russo, Giovanni Sabelli Fioretti, Gigi Spedale, Giulio Stumpo, Antonio Taormina, Teatro Valle Occupato, Alessandra Valerio, Laura Valli...

Guest star: Fabrizio Gifuni.

Altre adesioni all’evento sulla pagina www.facebok.com/ateatro
http://www.facebook.com/events/120239078091401/

Per informazioni:
www.ateatro.it
info@ateatro.it

Il documento di convocazione delle Buone Pratiche del Teatro 2012
http://www.ateatro.org/mostranotizie2.asp?num=137&ord=1


La presentazione a Genova di Nuovi media, nuovo teatro di Anna Maria Monteverdi
(anteprima Buone Pratiche)
24 febbraio, ore 17.00, al Museo Biblioteca dell'Attore


ARCHIVIO/Le Buone Pratiche 1-7
http://www.ateatro.org/ateatro132.asp

BP01/2004, Milano
Una banca delle idee per il teatro italiano

BP02/2005, Mira
Il teatro come servizio pubblico e come valore

BP03/2006, Napoli
La questione meridionale a teatro

BP04/2007, Milano
Emergenza!

BP05/2008, Milano
Il teatro ai tempi del grande CRAC

BP06/2010, Bologna
Teatro pubblico, teatro commerciale, teatro indipendente

BP07/2011, Torino
Risorgimento!

 
 
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PERIOD: from 25/02/2012 to 26/02/2012
CITY: Genova
NATION: Italy
VENUE: Palazzo Ducale, Sala del Maggior Consiglio
ADDRESS: piazza Matteotti, 9
TELEPHONE: +39 010 5574000
FAX: +39 010 5574001
EMAIL: info@ateatro.it, palazzoducale@palazzoducale.genova.it
WEB: www.ateatro.it
INSERTED BY: Marta Ragusa
 
Le buone pratiche 2011© Rosy Battaglia
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