Debutta al Teatro dell’Arte di Milano martedì 17 gennaio alle ore 21
OMBRE WOZZECK
ideazione e regia di Claudio Morganti con Gianluca Balducci, Rita Frongia, Claudio Morganti, Francesco Pennacchia, Antonio Perrone, Gianluca Stetur, Grazia Minutella
musiche di Claudio Morganti tratte da Alban Berg, Arnold Schönberg, Gustav Mahler, Anton Webern, Arvo Pärt, David Sylvian
testo di Rita Frongia tratto da Wozzeck di Alban Berg e Woyzeck di Georg Büchner tecnico Fausto Bonvini fonico Roberto Passuti movimenti di scena Grazia Minutella cura del progetto Adriana Vignali con la collaborazione di L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino Prodotto da CRT Centro di Ricerca per il Teatro in coproduzione con Armunia/Festival Inequilibrio, lo spettacolo sarà replicato a Milano fino al 29 gennaio e a Castiglioncello nella prossima edizione del Festival Inequilibrio (29 giugno - 8 luglio) "Al diavolo dio! Devo forse soffiare io il naso alle stelle? Io inciampo su di me e mi devo saltare da solo! Dov’è finita la mia ombra? Mettetemi la luna tra le gambe, voglio vedere se c’è ancora la mia ombra."
Attore e regista di culto, considerato a sua volta un maestro dalle nuove generazioni del teatro italiano, Claudio Morganti torna a misurarsi – grazie alla coproduzione tra CRT e Armunia/Festival Inequilibrio –con uno spettacolo di grande impianto dopo anni di lavoro spesso sotterraneo, scandito da letture, laboratori, videoanimazioni e studi scenici incentrati sulla figura di Woyzeck. Come per il Riccardo III di Shakespeare (indagato dal 1994 attraverso diverse tappe fino alla messinscena integrale nel 2000), il percorso dedicato all’antieroe büchneriano giunge a compimento con uno spettacolo corale, in cui Morganti si riserva non più il ruolo del protagonista – “a suon di tempo, il tempo per essere Woyzeck è trascorso nel pensare a Woyzeck” – ma quello dell’imbonitore. E alla fine, sulla scena le parole cedono il passo alle immagini e alla musica, non solo quella del Wozzeck di Berg ma anche quelle di altri celebri compositori di area tedesca a cavallo tra Otto e Novecento, fino al minimalismo sacro di Arvo Pärt e a quello intimista di David Sylvian. D’altro canto, già nel 2000 Morganti ha dichiarato: “Spesso in teatro si pone la questione dei maestri: io sono arrivato alla conclusione che i miei maestri sono i Led Zeppelin”. Le ombre ricoprono la terra. Le ombre si adagiano su ogni cosa e di ogni cosa prendono forma. Le asperità delle superfici distorcono e tormentano le ombre. I cinesi dicono che le ombre racchiudono le anime. Il fatto che abbiano pensato a un telo (il Telo della morte) verticale, bianco e perfettamente liscio che le possa catturare non è atto di presunzione ma di misericordia. Il telo della morte è il luogo dove le anime tormentate dai tormentati corpi terreni possono trovare un po’ di pace nella loro forma purificata. Lì possono sostare piene e compatte. In cambio ci regalano tutta la forza del loro dramma. Che salto folle passare dalla superficie del corpo all’interno dell’anima! Si tratta semplicemente di uno spettacolo di teatro di figura. Un teatro d’ombre. Si tratta di un’Operina musicale per uomini ombra di poche parole. Un corpo è tridimensionale, la sua ombra è bidimensionale e questo lavoro è uno studio sul movimento in funzione dell’ombra, un esercizio di estremo straniamento, talmente limpido e folle da portare, a tratti, alla totale adesione con il personaggio. È la storia del soldato Woyzeck. [Claudio Morganti] Claudio Morganti, si forma presso la scuola del Teatro Stabile di Genova. Allievo di Carlo Cecchi, nel 1979 fonda con Alfonso Santagata la compagnia Santagata-Morganti, di cui ricordiamo ancora Katzenmacher, Büchner mon amour, Kaspar Hauser e la messa in scena de Il calapranzi di Harold Pinter con la regia dello stesso Cecchi (premio della critica e premio Ubu). Dal 1993 ha fondato una propria compagnia iniziando un percorso personale sull'opera di Shakespeare: Studio per Riccardo III, Riccardo vs Amleto, Tempeste, La morte di Giulio Cesare e l'allestimento integrale del Riccardo III per la Biennale di Venezia 2000. Sempre nel 2000 è stato protagonista dell'Edipo Re diretto da Mario Martone per il Teatro di Roma. Negli anni più recenti collabora con la Compagnia Campo Teatrale di Milano - Il pigiama di Macbeth - e la compagnia Alkestis di Cagliari – Il bicchiere della staffa, End, L’amara sorte del servo Gigi. www.teatrocrt.it www.armunia.eu
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