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Theatre News - Performances | by Marta Ragusa in Theatre News - Performances on 17/01/2012- Comments (0)
 
Mia figlia vuole portare il velo / Teatro Out Off
Dopo anni di dibattito sul “velo”, il mondo occidentale torna a interrogarsi sulla propria identità e sulle relazioni con la comunità islamica che vive al suo interno. Al centro della questione le donne musulmane: è ammissibile portare il velo in una società che ha fatto della laicità e dell’emancipazione femminile due dei suoi cardini?
 
 
Al Teatro Out Off
18 gennaio > 5 febbraio 2012
Fondazione Teatro Fraschini di Pavia e Teatro Out Off

MIA FIGLIA VUOLE PORTARE IL VELO

di Sabina Negri
regia Lorenzo Loris
con Caterina Vertova, Alice Torriani
e con la partecipazione video di Alessandro Haber
musiche a cura di Didier de Cottignies
scena Daniela Gardinazzi
costumi Nicoletta Ceccolini
progetto visivo Dimitris Statiris
luci e fonica Alessandro Canali



LA TRAMA
Fatima è una donna franco-algerina che si è sempre battuta per l’integrazione, la libertà, i diritti delle donne musulmane. Jasmine è sua figlia, ha venticinque anni, e il giorno seguente si deve laureare in medicina. I preparativi per festeggiare l’importante traguardo, che racchiude in sé anche il valore dell’emancipazione, sono in corso. Ma improvvisamente Jasmine rivela alla madre che vuole portare il velo. Le sue parole tagliano l’aria, paralizzano i preparativi della festa, fanno crollare le certezze. Fatima inghiotte la rabbia, cerca di dominare la delusione ma deve rinunciare a proibire. Il marito, che è sempre stato estraneo alle loro vite, viene chiamato in causa senza successo. Si riapre così uno scenario sul quale si agitano i grandi temi del rapporto uomo-donna, dell’indipendenza, delle diversità, della fede e dell’integralismo. Lo scontro, inevitabile, sembra destinato a inasprirsi e ad aprire ferite profonde. Ma, alla fine, le due donne trovano un terreno comune, quello dell’amore e del rispetto reciproco. I problemi generati dalle ideologie e dai radicalismi restano, irriducibili, così come resta l’ansia della ricerca identitaria: almeno stavolta, però, tutto viene sopito dall’intensità del legame sentimentale.


UN TEMA CRUCIALE DELLA SOCIETA’ ODIERNA
La drammaturgia di questa pièce affronta il tema eterno e mai risolto di due generazioni a confronto. Sulla scena la figura della madre, impegnata in un percorso di emancipazione femminile mai realizzata appieno, e quella della figlia che si difende dalla precarietà cercando di recuperare certezze nella tradizione sociale e culturale. L’incertezza della giovane, che deve affrontare il futuro senza poter fare leva sulla rabbia sociale e sull’energia sprigionata nella lotta per la libertà della donna, la porta a cercare nell’ortodossia religiosa un punto di stabilità. Nonostante la sua carriera universitaria-scientifica non ha trovato risposte razionali alle domande sul senso della vita. E, come prevedibile, dove la scienza non arriva interviene la religione. Qui si apre il contraddittorio con la madre, che, poggiando sui suoi valori politico-culturali, crede di essere riuscita a trasmettere risposte efficaci. In primo piano è la tematica del velo, punta emergente di un conflitto sotterraneo ben più ampio e articolato che coinvolge le basi culturali dell’Occidente e dell’Islam, la dialettica fra ragione e sentimento religioso, la paura del nuovo che serpeggia nel mondo contemporaneo. La pièce non fornisce risposte ma solo punti di vista, con colpi di scena che cercano di renderla viva e profonda, in modo da restituire un’immagine non edulcorata di quanto c’è in gioco. Il tutto grazie a due personaggi molto caratterizzati ma al tempo stesso universali, “veri” nelle loro debolezze, nelle asprezze e negli smarrimenti, ma anche “ideali”, perché capaci di assumere in sé la forza simbolica delle istanze che rappresentano. La scrittura è agile e veloce, sempre in bilico tra l’ironico e il drammatico, scevra da giudizi e pregiudizi. La figura del padre ci è restituita da uno schermo che appare e scompare, come se le donne di oggi non volessero o non riuscissero ad afferrare il senso di una paternità sentita come lontana ed estranea..

Sabina Negri è autrice e interprete di testi teatrali, televisivi e cinematografici. Dopo aver lavorato con importanti compagnie di prosa si è dedicata anche al giornalismo televisivo e cartaceo. E’ stata responsabile artistica del Teatro della Società di Lecco, aiuto regia di Pupi Avati e ha realizzato documentari per la Regione Lombardia, Rai 1 e Sky. Fra i suoi testi più rappresentati “L’ultima radio” con Tullio Solenghi; regia di Marcello Cotugno; “Ho perso la faccia!” con Carlo Delle Piane, Erica Blanc, Silvano Piccardi; “Alla faccia della cucina francese” (premio alla drammaturgia: Scarlino Festival), con Gianni de Feo, regia di Antonio Salines (Festival La Versiliana); “Al Moulin Rouge con Toulouse Lautrec”, con Carlo Delle Piane, regia Walter Manfrè (Teatro Manzoni, Milano); “Gioann Brera”, con Cochi Ponzoni, regia di Walter Manfrè; “Un ducato rosso sangue” (Premio Flaiano) con Alessandro Preziosi e Violante Placido, regia Franco Martini (Festival La Versiliana); “Le invenzioni pericolose”, regia di Gepi Gleiesis.

Lorenzo Loris, da 25 anni è regista stabile della compagnia Out Off. Dopo essersi diplomato alla “Scuola del Piccolo teatro” e aver frequentato un periodo di apprendistato con maestri quali Carlo Cecchi e Luca Ronconi, ha realizzato un originale percorso attraverso la drammaturgia contemporanea e del Novecento: da Boris Vian a Tennessee Williams, a Joe Orton e Lars Noren, da Thomas Bernhard a Bertolt Brecht per arrivare ai contemporanei, tra i quali, Peter Asmussen, scrittore danese e sceneggiatore di Lars Von Trier, Edward Bond (Premio Ubu 2005), Roberto Traverso (Premio Teatro di Roma - Per un nuovo Teatro italiano del 2000); Raffaello Baldini, uno tra i massimi poeti italiani del ‘900, Massimo Bavastro, autore, di Naufragi di Don Chisciotte, (Premio Nazionale della Critica 2002), Rodrigo Garcia, Jean-Luc Lagarce, l’autore contemporaneo più rappresentato in Francia. Negli ultimi anni Lorenzo Loris ha sviluppato un confronto sempre più serrato con i massimi esponenti del ‘900 (Jean Genet, Samuel Beckett, Arthur Miller, Harold Pinter, Giovanni Testori, Carlo Emilio Gadda). Questo confronto lo ha portato anche ad affrontare i grandi autori del passato (Maurice Maeterlinck, Marivaux, Carlo Goldoni, Henrik Ibsen) avendo sempre come obiettivo quello di mettere in sintonia, le parole dell’autore con la nostra contemporaneità.
Per la regia di “Il guardiano” di Harold Pinter, Lorenzo Loris ha ricevuto il Premio della Critica 2011.

Caterina Vertova, attrice con una carriera teatrale di oltre 40 spettacoli dopo il diploma alla scuola "Piccolo Teatro” di Milano. si è specializzata attraverso laboratori con Lindsay Kemp a Londra, training con Dominique De Fazio e Marilyn Fried dell'Actor's Studio di New York e la scuola di acrobatica all’Ecole Nationale du Cirque di Parigi. Nei 25 anni di carriera ha lavorato con grandi registi italiani come Giorgio Strehler ("La grande magia" di Eduardo De Filippo e "Come tu mi vuoi" di Luigi Pirandello), Luigi Squarzina ("La vita che ti diedi" di Luigi Pirandello e “La famiglia del Santolo" di Giacinto Gallina” ) e Mario Missiroli ("Il Vittoriale degli italiani" di Tullio Kezich e "Lulù" di Friedrich Wedekind), oltre a recitare grandi opere europee come "Spettri" di Ibsen, "Macbeth" di Shakespeare e "Le tre sorelle" di Cechov. Inoltre ha interpretato alcuni personaggi classici come "Elettra", "Didone" e "Medea" nei teatri greci in Italia.
In ambito cinematografico ha debuttato nel classico film italiano “Ginger e Fred” con la regia di Federico Fellini, oltre a partecipare a importanti produzioni cinematografiche come “Cuore Sacro” di Ferzan Ozpetek e “Lucrezia Borgia” di Florestano Vancini. Tra le produzioni di film di grande popolarità si segnala “Ho voglia di te” di Luis Prieto e “Natale a Miami” di Neri Parenti. Noto volto protagonista di produzioni televisive distribuite anche in Europa come “Commesse”, “Incantesimo”, “Il bello delle donne”, “Il Commissario”, “Io e Mio Figlio” e “Montalbano”.

Alice Torriani ha lavorato in teatro come protagonista con Alvis Hermanis, “Le signorine di Wilko” dal romanzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz”; Gabriele Lavia, “Memorie dal sottosuolo” dal romanzo di Fëdor Dodstoevskij; Massimo Castri, “Tre sorelle” di Cecov; Massimo Navone, “La disputa” di Marivaux; Maurizio Schmidt, “Il gabbiano” di Cecov; ha recitato anche con registi emergenti come Antonio Mingarelli in “Due fratelli” di Fausto Paravidino. Diverse le esperienze cinematografiche tra le quali “Amore 14” di Federico Moccia; “Good morning aman” di Claudio Noce e in TV nei serial “Affari di Famiglia” e “Squadra antimafia” nella parte di protagonista di puntata.



Anteprima
Asti, Centro Giraudi, 02.07. 2011, Asti Teatro 33
Debutto nazionale:
Pavia, Teatro Fraschini 30.11. 2011 (repliche fino al 2 dicembre)
Tournée:
Monsummano Terme (PT), Teatro Yves Montand, 08.01.2012
Castel San Giovanni (Pc),Teatro Verdi, 10.01.2012
Torino, Teatro Astra, dal 13 al 15.01.2012

Prossime date dopo Milano
Portogruaro (Ve), Teatro Russolo, 07.02.2012
Ascona (CH), Teatro San Materno, 12.02.2012

Informazioni

Prenotel. 02.34532140 - lunedì ore 10 > 18 e martedì > venerdì ore 10 > 20
Ritiro biglietti: Uffici via Principe Eugenio 22 - lunedì > venerdì ore 11> 13 ; botteghino del teatro - via Mac Mahon 16 - nei giorni di spettacolo, un’ora prima dell’inizio; il sabato ore 11 > 13 e 16 > 22.
Domenica un’ora prima dello spettacolo.
Prevendita:
Biglietti: 18,00 Euro - costo prevendita e prenotazione 1,50 /1,00 Euro (salvo diverse indicazioni per specifici spettacoli)
Riduzioni: 12 Euro (under 25); 9 Euro (over 60) - Convenzione con il Comune di Milano
OutOffcard 70 € (under 25: 45 €; over 60: 35 €) abbonamento a 5 spettacoli a scelta tra i 9 indicati:
Il sogno; Mitigare il buio; Quel che volete; Mia figlia vuole portare il velo; Il guardiano; Notizie del mondo; Le serve; L’Adalgisa; La danza della morte
Per gli abbonati sconto di 30% su tutti gli spettacoli in cartellone, tranne i Progetti Speciali
Orari spettacoli: da martedì a sabato ore 20.45, domenica ore 16
Trasporti pubblici: tram 12/14 bus 78 Accesso disabili: con aiuto

Teatro OUT OFF v. Mac Mahon, 16 - 20155 Milano
Uffici, via Principe Eugenio, 22 - 20155 Milano
Telefono 02.34532140 Fax. 02. 34532105;
E-Mail: info@teatrooutoff.it; www.teatrooutoff.it
 
 
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INFOS
PERIOD: from 18/01/2012 to 05/02/2012
CITY: Milano
NATION: Italy
VENUE: Teatro Out Off
ADDRESS: via Mac Mahon, 16
TELEPHONE: +39 02 34532140
FAX: +39 02 34532105
EMAIL: mino.bertoldo@teatrooutoff.it, roberto.traverso@teatrooutoff.it, ilaria.romano@teatrooutoff.it, info@teatrooutoff.it
WEB: http://www.teatrooutoff.it
INSERTED BY: Marta Ragusa
 
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