Millecinquecento lettere sono state inviate da Eleonora Duse a Gabriele d’ Annunzio nell’epoca del loro amore e del loro sodalizio artistico. Il carteggio, inedito fino a qualche anno fa, offre l’occasione di ripercorrere i momenti evolutivi del teatro italiano tra Otto e Novecento. Le parole dalla Duse vergate e ora parlate sono di vita e di sogno, sono un aggrapparsi al lavoro per sfuggire a una solitudine inquietante. Alle sue parole fanno da controcanto le lettere che D’ Annunzio scrisse, in un montaggio immaginario volto a supplire l’assenza fisica delle risposte, distrutte dalla figlia dell’attrice in un impeto di vergogna per quell’amore così turbinoso.
16 dicembre 2011 ore 21
Il Teatro della Rabbia
presenta
con la collaborazione dell’Associazione Tomax Teatro
L’OMBRA SILENZIOSA
fine di una storia d’amore nel carteggio Eleonora Duse - Gabriele D’Annunzio
con
Antonio Koch Valentina Palmieri Musiche originali di Roberto Passuti Regia di Francesca Migliore
Gli archivi del Vittoriale conservano circa millecinquecento lettere inviate da Eleonora Duse a Gabriele d’ Annunzio nell’epoca del loro amore e del loro sodalizio artistico. Il carteggio, da cui è tratta la lettura-spettacolo, inedito fino a qualche anno fa, al di là dal complesso legame sentimentale, offre un’occasione unica per ripercorrere, attraverso una visione più intima e indiretta, alcuni precisi momenti evolutivi del teatro italiano tra Otto e Novecento. Le parole di Eleonora Duse, che scaturiscono dalle lettere quasi fossero una partitura, sono parole disperatamente di vita e di sogno, un aggrapparsi continuo alla maledizione del lavoro per sfuggire a una solitudine inquietante. D’Annunzio aveva rotto il decennale sodalizio artistico offrendo la parte della Figlia di Iorio ad un’altra, mentre i suoi sentimenti si accendevano per la Marchesa Alessandra di Rudinì. Eleonora alterna speranze ed attese, timori e rivolte fino ad accettare il suo destino di vittima sacrificale. Alle lettere ora smarrite ora rabbiose della più grande attrice che il teatro italiano ricordi, rispondono altre lettere che Gabriele d’ Annunzio scrisse in circostanze temporali diverse, in un montaggio immaginario volto a supplire l’assenza fisica delle risposte, distrutte dalla figlia dell’Attrice, educata in convento, in un impeto di vergogna per quell’amore così turbinoso.
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