Edifici onirici, sospesi, travolti dalla loro stessa leggerezza. Sono le “Arquitecture Revée” dell’architetto Julio Lafuente, opere immaginarie, disegnate per dar forma ai sogni e giocare con le prospettive. Nella retrospettiva che sarà inaugurata a Roma il 13 dicembre e resterà in mostra fino all’8 gennaio presso l’Accademia Reale di Spagna a Roma, si renderà omaggio ad un architetto spagnolo che vive a Roma a partire dagli anni Cinquanta e che ha regalato alla sua città di adozione alcuni tra gli edifici più significativi dell’architettura contemporanea: quello della Esso alla Magliana, l’Ippodromo di Tor di Valle, l’Air Terminal della stazione Ostiense. Dagli anni ‘50 ad oggi, Julio Lafuente ha percorso la storia dell’ultimo mezzo secolo con i suoi progetti dando il meglio di sé proprio negli anni ‘60, quelli del boom economico e di maggior sviluppo del mondo della costruzione. A quest’epoca appartengono il progetto per il concorso di Auschwitz, il Santuario di Collevalenza, il progetto di albergo sulla scogliera dell’isola di Gozo nell’arcipelago delle Calipsee cui appartiene anche Malta. Tra foto in bianco e nero e colore e schizzi originali a matita, la mostra propone anche alcuni prototipi di design realizzati tra gli anni ‘50 e ‘70. Nell’ultima sala, in un’intervista filmata del 1987, sarà la voce dello stesso architetto Lafuente a raccontare attraverso le immagini delle sue opere, la sua filosofia del vivere e del progettare. All’inaugurazione saranno presenti l’architetto Clara Lafuente, l’architetto Rafael Moneo, ex borsista dell’Accademia Reale di Spagna e il direttore Enric Panés.
Biografia Julio Lafuente Julio Garcia Lafuente nasce a Madrid nel 1921. Emigra in Francia con la famiglia ed a Parigi studia Architettura presso l’École Nationale Superieure de Beaux Arts. Nel dopoguerra decide di intraprendere il suo “Grand Tour “ in Italia in sella ad una moto Bmw e si ritrova a Roma nell’effervescente clima culturale degli anni della Dolce Vita. Si innamora della Città dell’antichità classica e dei suoi nascenti quartieri moderni. Dal 1953 collabora per diversi anni con lo Studio Monaco Luccichenti alla realizzazione di numerosi progetti, fra gli altri quello delle case gemelle di Santa Marinella e gli uffici della Siae. Nel 1958, in quel felice clima di collaborazione fra Architetti ed Artisti proprio degli anni ‘50, vince assieme agli scultori Andrea e Pietro Cascella il Primo Premio del Concorso Internazionale per il monumento commemorativo delle vittime di Aushwitz. Nella Capitale sono gli anni delle Olimpiadi, della Roma intraprendente e della frenesia Costruttiva. Collabora a lungo con l’ingegnere Gaetano Rebecchini a diverse opere fra cui l’Ippodromo di Tor di Valle e l’Ospedale del Sovrano Ordine di Malta alla Magliana dove sono magistralmente coniugati l’antico edificio seicentesco con le attrezzature del moderno complesso architettonico. Con l’ingegnere Benedetti realizza a Todi il complesso del Santuario di Collevalenza, con L. Rebecchini la Clinica Pio XI sull’Aurelia e con lo Studio Passarelli il Pio Latino Americano. In quegli anni lavora per la Olympic Airways e per Aristotele Onassis. Sono numerose le ville realizzate, moderne, materiche e di grande libertà espressiva: a Tivoli, ad Amalfi, all’Argentario ed in Toscana. Del 1981 è il progetto alla Magliana dell’edificio della Esso con l’ingegner Rebecchini: 3 grandi ventagli aperti lungo l’autostrada per Fiumicino. Nella metà degli anni Settanta lavora per la Città di Jeddah in Arabia Saudita: edifici ma sopratutto “Beautification” della città e grandi Landmarks urbani. Tra le opere più recenti ci sono l’Air Terminal Ostiense, la ristrutturazione dell’Hotel de Russie e il centro Nocs a Spinaceto. |