CHAN opens its art season with a personal show by Marco Lampis. The artist places a big tuning fork near other works of differentsizes which investigate on the relationship between sound, objects and architecture, which is the main focus of his research.
Marco Lampis - In order to tune a room
curated by CHAN - critic text by Nicoletta Lambertucci
Through sound and music Lampis approaches the surrounding environment, the external environment. Every object becomes the vibration which unites atoms and molecules, a vibration which is a physical and acoustic element at the same time. The deep relationship we have with the objects that surround us is turned into a special connection between sounds, because of this only through our availability to “cause a great sensation”, to “tune up” with the matter, can we have an absolute vision of things. Marco Lampis proposes an acoustic vision of the world, through works which - paradoxically - don’t use sound. It’s a more subtle and permeating relationship which the artist tries to return through images, fragments, clues that push the observers to question their own “environmental” resonance and their own relationship with the space that surrounds them. The work of Marco Lampis is made up of images or actions - usually minimal - which bring the observers to be in a relationship with the environment they live in. The artist does this using “both commonly used objects - mostly scraps and waste, which recall musical concepts such as the echo, delay, noise and improvisation - and using photography which allows us to materialize and emphasize the distance which separates us from objects, from outside spaces and from architecture”. The evocative work proposed in the art installation by CHAN is expressed through the shapes and characteristics of the materials to create and ideal and virtual resonance in the exhibition space. The purpose of tuning (halfway between a scientific layout and a spiritual and metaphorical dimension) which is created in “In order to tune a room” becomes “a way to underline the forces (vibrations, resonances) sustained by the objects, which surround the objects and fill a room or space”.
Marco Lampis (Cagliari, 1976), studied in Bologna and Berlin. He was selected for the Terna Award in 2009, he won the MAN-Gasworks Award during the Gasworks International Program Residency in London in 2010. In 2008 he followed a Higher Studies class in Visual Arts at the Ratti Foundation in Como. He has participated in expositions in Italy (Generazioni Glocal, Exmà, Cagliari curated by Sonia Borsato, 2011; Public Improvisation, Fabbrica del Vapore, Milan - curated by L. Cerizza, A. Daneri, 2008) and outside of Italy (Mulhouse 008, La creation contemporaine issue des ècoles d’art europeèennes, Mulhouse, 2008; Have a Look! Have a Look!, Form Content Gallery, London - curated by F. Pedraglio, P. Vermootel, C. Riva, 2010). His first personal exhibition is in 2010, “Altrove, all’infinito” (“Elsewhere, in infinity”), MAN (Nuoro) curated by Critiniana Collu. In 2011 he was selected for the Young Artists Biennale in Monza.
Marco Lampis - Come accordare una stanza --- a cura di CHAN con un testo di Nicoletta Lambertucci
CHAN apre la stagione con la mostra personale di Marco Lampis. All’installazione di un grande diapason nello spazio espositivo l’artista affianca alcuni lavori di diverso formato che indagano sulla relazione tra suono, oggetti e architettura che è al centro della sua ricerca.
Lampis attraverso il suono e la musica si accosta a all’ambiente circostante, esterno a noi. Ogni oggetto diventa la vibrazione che unisce tra loro atomi e molecole, una vibrazione che è nello stesso tempo elemento fisico e sonoro. La relazione profonda con gli oggetti che ci circondano si trasforma così in uno speciale rapporto tra suoni, per cui solo attraverso la disponibilità a “entrare in risonanza”, ad “accordarsi” con la materia, si può arrivare ad averne una visione assoluta. Marco Lampis ci suggerisce una visione sonora del mondo, attraverso lavori che non utilizzano – paradossalmente – il sonoro. È una relazione più sottile e pervasiva che l’artista cerca di restituire attraverso immagini, frammenti, indizi che portano l’osservatore ad interrogarsi sulla propria risonanza “ambientale” e la propria relazione con lo spazio che lo circonda. Il lavoro di Marco Lampis si compone di immagini o interventi – spesso minimi - che invitano il visitatore a entrare in relazione conl’ambiente in cui vive. Utilizzando “sia oggetti di uso comune - principalmente scarti e rifiuti, che rimandano a concetti musicali come l’eco, il delay, il rumore e l’improvvisazione – sia la fotografia che permette di materializzare e rendere più evidente la distanza che ci separa dagli oggetti, dallo spazio esterno e dall’architettura”. L’intervento evocativo proposto nell’installazione da CHAN parla attraverso le forme e le caratteristiche dei materiali per creare una ideale quanto virtuale risonanza dello spazio espositivo. Il proposito di accordatura (a metà tra un’impostazione scientifica e una dimensione invece spirituale e metaforica) messo in atto in “Come accordare una stanza” diventa “un mezzo per dare evidenza alle forze (vibrazioni, risonanze) che vengono subite dagli oggetti, che stanno intorno agli oggetti, che riempiono una stanza”.
MARCO LAMPIS (Cagliari, 1976), ha studiato a Bologna e a Berlino. Selezionato per il Premio Terna 2009, ha vinto il Premio MAN-Gasworks, partecipando al Gasworks International Program Residency a Londra nel 2010. Nel 2008 ha seguito il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti a Como. Ha partecipato a mostre in Italia (Generazioni Glocal, Exmà, Cagliari curata da Sonia Borsato,2011; Public Improvisation, Fabbrica del Vapore, Milano - curata da L.Cerizza, A.Daneri, 2008) e all’estero (Mulhouse 008, La creation contemporaine issue des ècoles d’art europeènnes, Mulhouse, 2008; Have a Look! Have a Look!, galleria Form Content, Londra - curata da F. Pedraglio, P. Vermootel, C. Riva, 2010). La sua prima mostra personale è nel 2010 Altrove, all’infinito, MAN (Nuoro) a cura di Cristiana Collu. Nel 2011 è stato selezionato per la Biennale Giovani Artisti di Monza.
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