La mostra di Mauro Betti che apre la stagione autunnale della galleria Il Ponte è una mostra di pittura costruita su e per questo spazio espositivo, dove gli elementi pittorici si impossessano di luoghi e collocazioni insolite. Come nell'andamento della pittura di Betti la tradizione di una pittura aniconica e monocroma lascia trasparire e affiorare inattesi lacerti di immagini, con lo stesso ritmo ha preso corpo la costruzione di questa esposizione.
«[..] Nei suoi dipinti – scrive Angela Madesani – è un repertorio ricco di tracce, appunto, di figurine di diversa natura e derivazione che si pone a confronto con una situazione spaziale che gli dà vita. Sostegno e punto di riferimento. Gli elementi sono protagonisti e vivono dello spazio in cui sono totalmente immersi, da cui in taluni casi paiono affiorare, come da un magma irregolare. Le sue sono comparse, apparizioni. Le scorgiamo in zone marginali del dipinto tali da trasmettere un chiaro senso di spiazzamento. Si tratta di un equilibrio squilibrato. La sua è un’operazione di filtro, come se raccogliesse tutti i simboli, i segni del suo circostante, per poi scartare quello a cui non è interessato e utilizzare il resto [..]; di semplificazione complessa. Dove semplificare non è banalizzare, piuttosto alleggerire. Leggerezza da intendersi nel senso in cui la intendeva Italo Calvino nelle Lezioni americane. Per le zone monocrome del dipinto Betti utilizza dei colori volutamente artificiali, il più delle volte esasperati: verde acido, arancione, rosa fuxia. Colori innaturali che, tuttavia, troviamo ogni giorno sul nostro cammino: nelle vetrine dei negozi, sulle pagine a colori dei rotocalchi, negli scaffali del supermercato. Sono i nostri colori di riferimento come il terra di Siena lo era per Simone Martini. […]»
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