La 62a Sagra Musicale Malatestiana di Rimini ospita venerdì 2 settembre, e in replica sabato 3 e domenica 4 alle ore 21.00, il debutto nel teatro musicale del regista Cesare Ronconi e del Teatro Valdoca. All’interno del Teatro degli Atti di Via Cairoli 42 avrà luogo la prima esecuzione assoluta in forma scenica di "La morte di Virgilio – Chant après chant" di Jean Barraqué.
Con il nuovo progetto dedicato al teatro musicale la Sagra Musicale Malatestiana ha sollecitato uno dei più importanti gruppi di ricerca italiani, il Teatro Valdoca, a cimentarsi sul terreno di un inedito confronto drammaturgico. La musica di Jean Barraqué troverà un nuovo destino attraverso l’originale spettacolo immaginato da Cesare Ronconi, che firma regia, luci, costumi, scene e, anche in questa occasione, si avvarrà della collaborazione drammaturgica di Mariangela Gualtieri. Ad essere cosi esaltata da questa nuova collocazione, sarà proprio la musica del compositore francese, scritta nel 1966 per l’organico molto originale di sei percussionisti, voce di soprano e pianoforte. Prodotta dalla Sagra Musicale Malatestiana in collaborazione con il Teatro Valdoca, "La morte di Virgilio – Chant après chant" conterà sul pianista Francesco Libetta, anche direttore dell’Ensemble Pleiadi (Filippo Gianfriddo, Gionata Faralli, Emiliano Rossi, Roberto Pellegrini, Christian Hamouy, Pierpaolo Strinna) e sulla voce del soprano Sara Gamarro, impegnati nell’esecuzione della complessa e avvincente partitura musicale. Sulla scena si muoveranno gli attori Leonardo Delogu e Muna Mussie.
Il concerto sarà preceduto da un incontro introduttivo dal titolo “L’opera al fuoco. Broch e Barraqué tra letteratura, sogno, musica e teatro” che avrà luogo venerdì 2 settembre alle ore 17 presso l’Auditorium dell’Istituto Lettimi, in collaborazione con la Biblioteca Gambalunga. Il giornalista Alessandro Taverna converserà con il regista Cesare Ronconi. In prima italiana Silvia Mandolini eseguirà la Sonata per violino di Jean Barraqué.
Biglietti per lo spettacolo da 8 a 12 euro.
“Il più grande e il più misconosciuto dei compositori della sua generazione” è stato definito Jean Barraqué dal filosofo Michel Foucault, confermando il genio solitario del musicista francese, scomparso prematuramente, a soli quarantacinque anni dopo un’esistenza difficile e burrascosa. E’ stato proprio Foucault a suggerire al compositore, a cui era legato da un’intima relazione, di leggere il romanzo "La Morte di Virgilio", ultimo capolavoro di Hermann Broch, l’autore austriaco considerato uno dei più grandi scrittori del ventesimo secolo. In oltre cinquecento pagine, Broch ha raccontato le ultime diciotto ore di vita di Virgilio, giunto gravemente malato a Brindisi e deciso, prima di morire, a bruciare l’Eneide.
Barraqué decide di consacrare a quattro parti del romanzo tutte le sue energie, cominciando a comporre una serie di opere musicali che traggono diretta ispirazione dall’atmosfera notturna e delirante del romanzo di Broch. Il risultato furono "...au delà du hasard" (1958-59), "Chant après chant" (1966) e "Le temps restitué" (1957-68), e altre incompiute, tutte focalizzate sul testo di Broch, come fosse una fonte inesauribile di ispirazione. Sono tutti lavori di vaste dimensioni, complessi e caratterizzati da una vocalità molto drammatica, spesso affannosa e mai lineare. Il tessuto musicale è invece meno soggetto all’influenza dei contenuti tragici, più libero e terso, ricco di riverberi e lucentezze.
Per "Chant après chant" Jean Barraqué ha creato una partitura per sei percussionisti, un pianoforte e la voce di un soprano, dove la musica trascorre dal più violento parossismo sonoro a oasi di silenzio. Decine di strumenti a percussione costituiscono l’impressionante dispiegamento di forze musicali voluto dal compositore per accompagnare la mente di Virgilio durante la sua ultima notte di vita. Del suono, cui ha lavorato molto negli ultimi anni, il regista Cesare Ronconi dice: “La sua centralità è evidente. Ma lo sguardo sugli attori e i musicisti può dilatare e rivelare qualcosa in più del suono stesso. Le percussioni mi sembrano davvero vicinissime alle attuali necessità della scena”.
"Chant après chant" è un'opera che contiene al tempo stesso elementi di sorprendente modernità e di sintesi delle avanguardie musicali, che accosta toni e registi vicini a lontani, ombre e luce, veemenza e dolcezza. Come Barraqué stesso affermò: “Penso che la tentazione di ogni vero creatore, non so se lo sono davvero, è di giungere all’’incompiutezza senza fine”. Per Cesare Ronconi “qualche frammento di testo tratto tra Broch appare necessario per arrestare il flusso autonomo del suono di Barraqué, ma contemporaneamente il suono dell’opera allarga il senso a volte troppo denso del romanzo. Questo breve allestimento è un sogno dentro un sogno fatto di molti altri sogni...Virgilio, Broch, Barraqué, noi. Il sogno è la religione della mente”.
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