Dal 2 al 10 Luglio 2011, il Linea35Festival darà vita a 9 giorni di itinerari ricchi di spettacoli, video, riflessioni, concerti, mostre e performance. Si tratta di una serie di itinerari, concepiti da Linea 35, che ci faranno riappropriare momentaneamente delle strutture consentendoci di visitarle e scoprirle da scorci inaspettati, attraverso lo sguardo contemporaneo degli artisti ed accompagnati dalle parole di chi è stato testimone storico dell’esperienza interna.
L’obiettivo del Festival è infatti quello di promuovere nuove esperienze espressive che rielaborino, attraverso varie forme d’arte, un confronto serrato con gli spazi ospitanti.
Molti saranno gli artisti che hanno aderito al Festival: tra gli altri Andrea Camilleri, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Andrea Rivera, The Niro e Diana Tejera, Elena Arvigo, Marco Solari e Alessandra Vanzi, Collettivo Angelo Mai.
Questo, in sintesi, il programma del festival: ogni sera, dalle 19, il pubblico verrà accolto presso le sale dell’Ex lavanderia dove sarà operativa la caffetteria e un punto ristoro.
Nelle sale sarà possibile visitare un’esposizione di arti visive realizzata in collaborazione con Techné e una selezione di lavori grafici di Angela Zurlo a cura di Francesca Campli. La stessa artista ha anche concepito per le zone esterne tra i padiglioni piccoli interventi che rievocano le storie qui vissute.
Sarà inoltre possibile seguire le proiezioni di corti, filmati, reportage prodotti intorno all’argomento e introdotti brevemente dai loro autori, alternati con concerti di musicisti, gruppi e singoli artisti.
Nelle zone esterne ai Padiglioni – attraverso il Parco – il pubblico, guidato nel percorso, ‘scoprirà’ gli spettacoli e le performance e avrà modo di vedere, sotto una diversa luce, aspetti dimenticati del parco stesso e della sua storia. Prima dell’itinerario notturno, una guida, legata all’esperienza del Santa Maria della Pietà, avvierà il pubblico alla visione della serata con un breve racconto della sua storia e dei suoi protagonisti. Si potrà così conoscere e visitare uno scenario suggestivo, quello degli ex padiglioni psichiatrici ed aree limitrofe ora abbandonate all’incuria e al lento degrado. Si farà poi ritorno alla Ex-Lavanderia dove sarà possibile cenare, ballare e chiudere la serata.
Le prime due serate saranno dedicate all’inaugurazione attraverso una grande festa con concerto, sul palco esterno alla Lavanderia. Linea35Festival vuole essere un grande momento di incontro, di dialogo e proposta aperto e rivolto alla città, per confrontarsi con la forza viva e contraddittoria di questo luogo.
L’ingresso a sottoscrizione riflette lo spirito autonomo con il quale è stata concepita l’intera manifestazione: LINEA35 Festival non si avvale infatti né di patrocini né di sponsorizzazioni istituzionali o private.
Per maggiori informazioni: www.exlavanderia.it
LINEA35 Festival Una Produzione Associazione Ex Lavanderia in collaborazione con la Compagnia laFabbrica e Psichiatria Democratica Direzione Artistica: Hossein Taheri Coordinamento Artistico: Roberto Zorzut Gestione organizzativa e comunicativa: Caterina Bertone, Antonella Britti, Carolina Levi, Marianna Di Mauro, Marzia Ercolani, Chiara Tomarelli, Eva Milella, Lulu Peliti, Giada Parlanti, Matteo Febo. Coordinamento musicale: Elena Tenga Coordinamento per l’arte contemporanea: Natascia Mascaretti e Francesca Campli Coordinamento tecnico: Hossein Taheri, Roberto Zorzut, Emanuele Silvestri (Lele), Emiliano Todero, Fabio Taloni, Mario Schittzer, Michelangelo Vitullo. Ufficio stampa: Elisabetta Castiglioni 06 3225044 –328 4112014 – elisabetta@elisabettacastiglioni.com
Nota del direttore artistico
All’entrata campeggia ancora “Manicomio della Provincia” ma ormai l’ex ospedale Santa Maria della Pietà è diventato ben altro. Non sono passati neanche 35 anni dall’attuazione della rivoluzionaria legge 180 (con l’impegno dell’indimenticabile Franco Basaglia) che ne ha decretato il progressivo smantellamento fino all’uscita degli ultimi ospiti e dell’ultimo presidio nel 1999. Una storia iniziata nel 1913 oscillante tra l’euforia per il radioso e promettente cammino della scienza psichiatrica e un pericoloso sperimentalismo terapeutico (elettroshock su tutti), che produsse orrori e sofferenze per le aberrazioni di un ordinamento restrittivo, accanto a una intensa ragnatela di esperienze umane, sociali, politiche e culturali la cui eco fortissima è ancora possibile percepire oggi, passeggiando tra l’abbandono e il controverso restauro della grande struttura. Il Santa Maria della Pietà infatti vive da sempre una contraddizione; da una parte lo straordinario valore architettonico, ambientale e sociale valorizzato dalla ricchissima progettazione di cittadini e di associazioni; dall’altra l’incapacità di ascolto e di prospettiva da parte di istituzioni e politica. Una doppia faccia che è sempre stata, a ben guardare, nel carattere genetico della struttura; una specularità già immaginata dagli architetti fondatori, che la organizzarono all’inizio del ‘900 a padiglioni, su un ampio terreno riempito di esotica vegetazione, a separare nettamente l’universo “alienato” maschile da quello femminile; l’universo dei malati da quello dei dottori; del personale medico dal paramedico e assistenziale, ecc. Questa dicotomia, rimarcata allora come salutare e inviolabile, ritorna pericolosamente ancora in molti aspetti odierni; come una cellula endemica che rigenera lo stesso male, un male da estirpare definitivamente dal Santa Maria della Pietà. Eppure le cure fruttuose sono apparse in questi anni. Prima l’esperienza esaltante della riforma basagliana; quel laboratorio cittadino sorto in seno ai padiglioni aperti, con la gestione comune di medici, infermieri, pazienti e cittadini che innervarono di sangue nuovo, giovane e creativo l’ingombrante realtà del manicomio; poi, in questi anni recenti, le esperienze associative interne al Santa Maria, che ponendosi in maniera critica verso il parziale recupero del comprensorio, hanno riempito e continuano a riempire di necessari valori luoghi che si volevano privare di storia e umanità, resistendo allo scempio materiale e simbolico del comprensorio . Proprio in una di queste realtà attive all’interno – l’Associazione Culturale Ex-Lavanderia – posta logisticamente al centro del comprensorio, è fermentata e ha continuato a ‘resistere’ in questi anni una lunga riflessione sul futuro dell’ex ospedale; un vivace dibattito politico e culturale dove artisti, ex dipendenti della struttura, operatori sociali, associazioni di cittadini, compagnie teatrali, scuole di arti e mestieri hanno dato vita all’esigenza di non disperdere la storia di questo luogo e di non relegarla soltanto ad un museo. Perché la storia del Santa Maria della Pietà vivesse, era necessario che la storia del Santa Maria della Pietà continuasse; trovasse visibilità in un’occasione che restituisse alla città, perfino al Paese, il valore assoluto della sua testimonianza storica e laboratoriale; ovvero dare vita nei suoi spazi ad un grande momento di incontro, di scambio, di dialogo e proposta aperto e rivolto alla città, ospitando quelle voci capaci di restituirci il passato, il presente e il futuro di quanto ancora ‘abita’ e deve continuare ad abitare in questa struttura. Da qui la volontà di far nascere un Festival delle Arti , il LINEA 35 Festival e di rivolgerci a tutti coloro che, nel tessuto cittadino e non solo, hanno voglia di confrontarsi con la forza viva e contraddittoria di questo parco, della sua mole monumentale, dei suoi complessi temi e luoghi interni, della sua eredità storica e, fondamentalmente, della sua potenzialità collettiva. Hossein Taheri
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