CLAM-DES-TINUS da Quadri di un’esposizione di Mussorgsky il saggio finale degli allievi attori di Koreja guidati da Fabrizio Saccomanno
Venerdì 3 giugno Cantieri Teatrali Koreja
In scena venerdì 3 alle ore 20.45 presso i Cantieri Teatrali Koreja in Via guido Dorso, 70 a Lecce CLAM-DES-TINUS quadri di un’esposizione, saggio conclusivo del laboratorio teatrale di Koreja per allievi attori Pratica in cerca di Teoria (ingresso con invito) In scena: Alessandro Colazzo, Maurizio D’anna, Barbara Grieco, Erika Grillo, Maria Chiara Manco, Michela Marrazzi, Sara Montinaro, Diego Perrone, Emanuela Pisicchio, Nuccia Refolo, Antonella Sabetta, Valentina Sammarco, Mattia Spedicato, Francesco Triggiani, Fabio Zullino.
Il laboratorio, diretto da Fabrizio Saccomanno attore e pedagogo teatrale, prende spunto proprio dai “Quadri di un’esposizione” di Mussorgsky, suite per pianoforte la cui storia è particolarmente curiosa e significativa. Il compositore scelse undici quadri del suo amico fraterno Viktor Hartmann morto un anno prima, fra quelli esposti in una retrospettiva tenutasi a S. Pietroburgo e li suddivise in una suite formata da dieci movimenti, legando fra loro i brani mediante un leitmotiv che rappresentava il musicista stesso che si spostava da un quadro all’altro.
E proprio secondo questo percorso è costruita la messa in scena che si muove attraverso singoli quadri: il lavoro sul corpo, sulle emozioni, sullo spazio, sulla narrazione e così via Tema dello spettacolo il fenomeno migratorio degli ultimi anni scandagliato attraverso le pratiche teatrali passando per alcuni testi come “Bilal” di Fabrizio Gatti, “Mamadou va a morire” di Gabriele Del Grande e “Servi” di Marco Rovelli.
“[…] Su questo tema, grazie anche al contributo della dottoressa Rossana De Luca che per anni ha fatto parte dell’Osservatorio Provinciale sull’Immigrazione (OPI) di Lecce, abbiamo costruito dei quadri, afferma Saccomanno, appunti performativi per un primo studio. Raccontano di partenze e attraversamenti, di sabbia ed acqua. Hanno a che fare con il camminare ed il sostare in forma di preghiera senza dimenticare, in qualche quadro, di evocare l’approdo che non è raggiungimento di un agognato paradiso ma, semmai, scandaloso inferno di schiavitù. E non manca la messa in questione del nostro miserevole presente. Sono anche piccole storie dolorose che prendono forma di monologo quelle che ci hanno accompagnato […]”
Ingresso con invito.
|