“Ho cavalcato in groppa ad una sedia” a Koreja il teatro di Marco Baliani in esclusiva regionale una rassegna interamente dedicata all’attore, autore e regista
5 – 9 aprile 2011
Prosegue con un appuntamento da non perdere Strade Maestre 2010-2011, la stagione teatrale promossa da Cantieri Koreja, Provincia di Lecce, Regione Puglia, Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Atteso ritorno a Koreja di uno dei massimi esponenti del teatro di narrazione italiano. Con “Ho cavalcato in groppa ad una sedia” una rassegna interamente dedicata ai suoi indimenticabili lavori teatrali, in scena da martedì 5 a sabato 9 aprile Marco Baliani attore, drammaturgo e regista che da anni conduce una ricerca sull'arte della narrazione orale e sullo spazio del racconto in teatro.
La rassegna si inaugura martedì 5 aprile alle ore 19.00 nel foyer dei Cantieri Koreja con la presentazione a cura di Mauro Marino direttore del quotidiano Il Paese Nuovo, di “Ho cavalcato in groppa ad una sedia”, un testo con cui Baliani traccia un bilancio dell'esperienza teatrale che ha consentito di porre le basi al teatro di narrazione. Un bilancio e, allo stesso tempo, una riflessione sugli sviluppi del percorso artistico di una delle più interessanti voci del teatro italiano. Scrive Baliani nel libro “[…] il motivo per cui ho cominciato, più di venti anni fa, a trasformare l'atto teatrale in una narrazione era la ricerca di un linguaggio che mi permettesse di descrivere il mondo in una forma complessa, che uscisse dai consueti canoni teatrali della rappresentazione ma più ancora che rimettesse in gioco il modo di percepire la scena da parte dello spettatore. Quando racconto - prosegue - costringo a spostare la percezione dall'occhio all'orecchio, a privilegiare l'ascolto sulla visibilità. In una società ove tutto è visibile, spiabile, registrabile visivamente, la narrazione ricrea il mistero di un invisibile che si manifesta. Questo - conclude - è uno dei motivi che mi hanno spinto a indagare in quali e quante forme potesse avvenire l'atto del narrare […]”.
Giovedì 7 aprile alle ore 20.45 va in scena “Kohlhaas”, primo esempio di narrazione orale comparso sullo scenario italiano, considerato l’opera più significativa di Marco Baliani. Scritto nel 1990 a quattro mani con Remo Rostagno, lo spettacolo è un monologo tratto dal “Michael Kohlhaas” di Heinrich Von Kleist. La storia, accaduta nella Germania del 1500, racconta di un mercante di cavalli vittima prima di un sopruso e poi della corruzione dello stato: la spirale di violenza che si genera offre lo spunto per una riflessione sulla questione della giustizia e sulle conseguenze morali che derivano da una reazione individuale. Kohlhaas è essenzialmente un buono, che reagirà alla sopraffazione assumendo per se stesso il ruolo di giustiziere e che, paradossalmente, conoscerà la giustizia solo nel momento in cui verrà condotto alla forca.
In una scenografia come sempre nuda, Baliani, attraverso mimica, gestualità e il solo uso della voce, riesce a coinvolgere anche lo spettatore più distratto, dando vita ad una moltitudine di visioni e ad una narrazione che cresce man mano in intensità e vigore. “Kohlhaas è un eroe negativo, catastrofico, che, vittima dello stato, diventa brigante e assassino”.
Venerdì 8 aprile alle ore 20.45 sarà la volta di “Tracce” una catena di riflessioni metateatrali a partire dal testo di Ernst Bloch. “Presento questa mia ricerca teatrale - afferma Baliani - con il termine studio; non solo per me Tracce è un'opera non terminata ma pretenderebbe di mai terminare. Provate ad immaginare una scultura che in sé potrebbe evolversi in molte direzioni e che continua invece a vivere come un abbozzo continuo, una traccia di significati ancora da assumere, di immagini ancora da evocare. D'altronde la traccia è ciò che di labile si lascia dietro, è un segno di scoperta, le tracce raccontano sempre qualcosa. Quando ho letto Tracce di Bloch, che è all'origine di questa impresa - afferma Baliani - mi è accaduto qualcosa del genere e allora mi sono detto: sarà possibile anche in teatro creare una condizione di ascolto immaginativo, dove si possa, come dice Bloch, pensare affabulando, dove le direzioni (anche formali, di linguaggi usati) siano molteplici, aperte, non linearmente definibili?”.
La rassegna si conclude sabato 9 aprile sempre alle ore 20.45 con uno spettacolo dedicato a grandi e piccini, “Frollo”, la storia un bambino che si trova a percorrere un'avventura più grande di lui. Baliani inizia la sua esperienza con il teatro ragazzi, affrontando quella che per l’artista rappresenta la platea più difficile, che “o la tieni con il ritmo o muori”. I ragazzi infatti non hanno nessuna educazione teatrale. Si ribellano, fischiano, se ne vanno, applaudono, chiacchierano, fanno di tutto tranne che seguirti... quindi lavorare con loro è un ottimo campo di insegnamento per un attore... Frollo è una delle tante fiabe create da Marco, una fiaba metropolitana, una fiaba che ricorda quelle di Italo Calvino.
Nato a Verbania nel 1950, autore, attore e regista teatrale, con il gruppo Ruotalibera, che ha fondato nel 1975 e di cui è stato direttore artistico fino al 1990, MARCO BALIANI ha creato spettacoli per ragazzi più volte premiati dalla critica, tra cui Orphy 2013 (1985) e Oz (1986). A partire dalla fine degli anni ottanta scrive e interpreta spettacoli per un pubblico adulto. Nel 1989 con lo spettacolo Kohlhaas inventa il teatro di narrazione di cui è tutt’oggi uno dei massimi esponenti. Con Maria Maglietta conduce una ricerca sulla drammaturgia narrativa con spettacoli-evento per molti attori, sulle memorie dei soldati della Prima Guerra Mondiale in Trentino, Come gocce di una fiumana (Premio IDI per la regia). Nell'estate del 1991 e del 1992, per l'anniversario della strage di Bologna, dirige e crea con più di cento attori una 'sacra' rappresentazione nelle piazze della città dal titolo Antigone delle città, in una memorabile messa in scena la notte del 1° agosto. Per cinque anni, dal 1996 al 2000 dirige il progetto artistico I Porti del Meditarraneo (ETI-Ente Teatrale Italiano) producendo spettacoli corali con attori provenienti da diversi paesi dell'area mediterranea. Per la Rizzoli pubblica Corpo di stato, testo dello spettacolo teatrale trasmesso su Rai 2 in diretta televisiva nel maggio 1998 per i vent'anni dalla morte di Aldo Moro. Con il figlio Mirto, musicista, crea il libro per bambini Il signor Ventriglia (ed. Orecchio Acerbo). Con Felice Cappa per la Garzanti pubblica Francesco a testa in giù, per la Rizzoli il romanzo Nel Regno di Acilia e il diario dell'esperienza teatrale con i ragazzi di strada di Nairobi, Pinocchio Nero (Premio teatrale Ubu 2005) e nel 2006 sempre con la Rizzoli il libro L'amore buono, cronaca diario dell'omonimo spettacolo sul tema dell'aids con altri ragazzi dello slum di Nairobi. Nel 2008 pubblica con la Rizzoli la raccolta di racconti La metà di Sophia, e dirige la trasposizione teatrale de La pelle di Malaparte per il Teatro Metastasio di Prato. Come attore cinematografico è diretto da Mario Martone, Francesca Archibugi, Cristina Comencini, Roberto Andò e Saverio Costanzo. Da anni conduce una ricerca sull'arte della narrazione orale e sullo spazio del racconto in teatro, creando spettacoli per un solo attore narrante.
Prevendita e Informazioni dal lunedì al venerdì dalle 15.30 alle 18.00 Cantieri Teatrali Koreja, via Guido Dorso, 70 – tel. 0832.242000 / 240752 e-mail: info@teatrokoreja.it www.teatrokoreja.it
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