Associazione Teatro Buti Fondazione Pontedera Teatro
Dal 7 al 10 e dal 14 al 17 APRILE 2011 ore 21.15 - Festivi ore 16.30 – Teatro Francesco di Bartolo
SULLA STRADA MAESTRA Studio drammatico in un atto di Anton Cechov
Personaggi e Interpreti TICHON EVSTIGNEEV, proprietario di una bettola sulla strada maestra - Claudio Alfaroli SEMEN SERGEEVIC BORCOV, proprietario terriero andato in rovina - Paolo Castellano MAR'JA EGOROVNA, sua moglie - Chiara Argelli SAVVA, vecchio pellegrino - Mario Matteoli NAZAROVNA, pellegrina - Catia Leporini EFIMOVNA, pellegrina - Annalisa Lari FEDJA, operaio di passaggio - Francesco Cortoni EGOR MERIK, vagabondo - Gianni Buscarino KUZ'MA, viandante - Giovanna Daddi
per scene e costumi Leontina Collaceto allestimento e luci Richard Gargiulo, Valeria Foti foto Massimo Agus assistente alla regia Gloria Bazzocchi
“…no, era ormai meglio semplicemente la strada maestra, così semplicemente uscire su di essa e incamminarsi, e non pensare a nulla, finché solo è possibile non pensare. La strada maestra è qualcosa di lungo lungo, di cui non si vede la fine, come la vita umana, come il sogno umano. La strada maestra racchiude l’idea; mentre nel foglio di viaggio è la fine dell’idea… vive la grande route, e poi sia ciò che Dio vorrà… La vecchia strada nera e scavata di carreggiate si stendeva come un filo senza fine, fiancheggiata dai suoi salici…” da “I Demoni” - Dostoevskij
Pur non essendo uno dei testi capolavoro di Cechov, ma piuttosto una delle sue prime prove di scrittura teatrale, c’è qualcosa che mi lega in maniera misteriosa a questa pièce. Forse dipende dal fatto che, durante i lontani anni dell’università, ne feci parte come attore alla fine di un percorso teatrale legato al metodo Strasberg; o forse perché quest’anno, dopo aver disceso il Dniepr, mi sono trovato con emozione a Yalta nel salotto della casa di Cechov davanti al tavolo dove avevano con lui pranzato Stanislavskij e i componenti del Teatro d’Arte di Mosca durante la loro tournèe in Crimea.
Più che di fronte ad un testo, siamo davanti a un autore che ha segnato la storia del teatro mondiale ricordando sempre agli attori attenzione, sobrietà, semplicità, ironia e passione. Cercheremo di restituire queste indicazioni in questo atto dove in pratica, a parte una piccola esplosione di sentimenti, non succede niente. L’azione si svolge, nello spazio di una notte tormentata da temporali e illuminata da fulmini, in una locanda in mezzo alla campagna, popolata da avventori, ognuno segnato da una propria storia che sembra stia sempre per esplodere e che poi, nel senso di una sconfitta, si ricompone nel sonno. È un luogo questo, tratteggiato da Cechov, dove non c’è molta speranza e dove il pessimismo la fa da padrone. L’affresco che ne esce fuori, con le sue diverse pennellate di colore, ci da una possibile lettura della profondità e inquietudine dell’anima russa e ci pone domande sul domani da affrontare durante una sosta nel cammino della nostra vita.
Mano mano che il lavoro procede, che i rapporti nello spazio si chiariscono, il mistero racchiuso nella scrittura si rivela ed allora ecco che ci appaiono, come posseduti da una febbre, i mistici della setta dei vecchi credenti, l’innocente come arrivato da un romanzo di Dostoevskij o il reietto che sembra uscito dalla penna di Zola, o la donna che rimanda alle eroine inquiete di Tolstoj e Puskin, e tutti gli altri dove la malattia è diventata un morbo dell’anima.
Perché di anima, quando si tocca la Russia, comunque si tratta e di un mondo che si va a perdere inesorabilmente; una certa nostalgia che ci guida in questo lavoro deriva in qualche modo dal sentimento legato alla vecchia Europa che muore e di cui si stanno perdendo le tracce.
Cechov poi, da buon medico, analizza e fa reagire come sotto una lente i suoi personaggi i quali già rivelano in alcuni momenti i caratteri che segneranno poi i protagonisti delle grandi opere teatrali successive, le loro esistenze inquiete, dove il fallimento, l’angoscia dell’esistere, il miraggio di mondi irraggiungibili alimentano i loro tratti dominanti.
Dario Marconcini
Teatro Francesco Di Bartolo Via Fratelli Disperati 4 - 56032 Buti (PI) tel e fax +39.0587.724548 teatrodibuti@teatrodibuti.it www.teatrodibuti.it
Prezzi dei singoli biglietti in abbonamento Intero 12 euro - Ridotto 10 euro Prenotazioni telefoniche Tel. 0587.724548 Prenotazioni via e-mail: teatrodibuti@teatrodibuti.it |