WABI INSITO NELL’INVISIBILE REALE DELLE CITTÁ A cura di Associazione Ko.Ji.Ku.
WABI, acronimo di Working Against Building Ignorance, è un collettivo di cinque giovani architetti - Giorgio Bologna, Marco Cerati, Nicole DeTogni, Mattia Ferrari, Francesca Tuzzi - che si pone come obiettivo la lotta contro la costruzione “ignorante”, per uno sviluppo basato sulla qualità. L’architettura è il punto chiave per poter agire sul territorio, ripristinandone l’integrità ambientale e culturale. Galleria Studio 44 ha il piacere di accogliere la loro prima esposizione artistica, il punto di partenza di un percorso promettente. La mostra si articola in due sezioni: la prima, dal carattere scultoreo, propone 55 formelle in gesso realizzate con il metodo Silt-cast, un procedimento che sfrutta materiali naturali come terra, legno e oggetti d’uso comune, consentendo contenute spese di produzione e un impatto ecologico zero, essendo priva di materiali di scarto. Le formelle, ispirate al celebre testo di Italo Calvino Le città invisibili, ne offrono una interessante rilettura, attraverso un’acuta interpretazione visiva delle 55 città descritte nel libro. La seconda sezione può inserirsi nell’ambito della mail art: una serie di cartoline postali vengono proposte nel contesto di un ambiente quotidiano, cristallizzato nel silenzio dell’anonimato. Le immagini, ottenute con un processo di elaborazione digitale, vogliono essere strumento di denuncia rispetto a un immaginario futuro contaminato dall’improprio intervento dell’uomo. La produzione artistica di WABI risponde in modo coerente alla loro volontà di rispetto e interazione con l’ambiente, con una concezione poetica della progettazione architettonica che segna un punto a favore dello sviluppo urbano e paesaggistico. Durante l’inaugurazione Milena Lo Giudice effettuerà una reading di alcune “città” scelte dai giovani architetti.
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