L’Auditorium Parco della Musica ospita la settima edizione di "Equilibrio. Festival della nuova danza", la rassegna che offre una panoramica sulla danza mondiale ospitando artisti emergenti e maestri eccelsi della scena internazionale. Anche quest’anno la direzione artistica è affidata a Sidi Larbi Cherkaoui, il coreografo e danzatore belga più volte ospite della programmazione di Musica per Roma. Il cartellone messo a punto da Larbi alternerà figure storiche della danza e del teatro-danza ad artisti più giovani, che si muovono in territori di confine tra la danza, il circo e il teatro. E sarà proprio Cherkaoui, accompagnato dall’incantevole danzatrice indiana Shantala Shivalingappa, ad aprire il festival con lo spettacolo Play. Tra gli atri ospiti della rassegna, lo straordinario coreografo e danzatore anglo-indiano Akram Khan che presenterà Vertical Road e il raffinato collettivo belga Peeping Tom che torna all’Auditorium con la nuova produzione 32 rue Vandenbranden. All’interno del Festival, il consueto appuntamento con il Premio Equilibrio Roma per la danza contemporanea, giunge quest’anno alla quarta edizione.
Calendario eventi:
Sala Petrassi, 1/ 02/2011 ore 21 2/02/2011 ore 21 Eastman/Shantala Shivalingappa & Sidi Larbi Cherkaoui "Play"
Biglietti: Posto unico: 25.00 euro Biglietteria 892982 Riduzioni: Parco della Musica Card, giovani fino a 26 anni, over 65 anni, American Express, Feltrinelli, Carta Per Due, Interclub, ACI, Bibliocard, Carta Giovani e cral convenzionati
Coreografia / esecuzione Eastman / Shantala Shivalingappa & Sidi Larbi Cherkaoui musica dal vivo Patrizia Bovi, Gabriele Miracle, Olga Wojciechowska, Tsubasa Hori consulente artistico Arthur Nauzyciel luci Adam Carrée visual design / Puppet Filip Peeters video design Paul Van Caudenberg costumi Lieve Meeussen
“Play” fa perno sull’intreccio di due concetti: da un lato l'idea di messinscena e il gioco dei ruoli richiesto nel teatro, dall’altro i giochi giocati dalle persone, nel nostro caso un uomo e una donna. Gioco di scacchi, gioco di seduzione, giochi dove le energie uomo-donna vengono ad opporsi: non una contro l'altra ma per convincere l'altra. In “Play” Shantala Shivalingappa snocciola il vocabolario del kuchipudi, modelli ritmici e codici gestuali, calmi e naturali, in una pièce che si costruisce intorno a racconti d'amore e di separazione. Sidi Larbi Cherkaoui gioisce di questo canovaccio espressivo e la sua gioia si rivela nel più piccolo movimento della mano, in grado di trasformare la narrazione, trasportandolo in un mondo che non si ha spesso la possibilità di esplorare. “Play” nasce soprattutto grazie all'intuizione e allo slancio di una persona: Pina Bausch. La coreografa, da sempre sostenitrice del lavoro di Sidi Larbi e Shantala, li invitò entrambi nel 2008 a lavorare con lei e il risultato di questa collaborazione venne presentato all'ultima edizione del suo festival. Su questa base i due hanno continuato a costruire, sentendo, ora più che mai, il bisogno di realizzare il desiderio della Bausch. Queste rappresentazioni sono dedicate a lei.
FINALISTI PREMIO EQUILIBRIO 2011 IV EDIZIONE
Giovedì 3 Teatro Studio ore 21
Leonardo Diana “E l'uomo creò se stesso”
Marta Bevilacqua “ORGANON_sull'ingombranza del pensiero”
Giulio D'Anna "parkin'son"
Daniele Ninarello “Occhi neri capelli blu”
Venerdì 4 Teatro Studio ore 21
Aldo Becca, Elena Casadei, Michela Minguzzi “La ruggine dell'oro”
Martina La Ragione e Valentina Buldrini “Will”
Massimiliano Barachini, Elena Giannotti, Jacopo Jenna “Hush; hear me”
Davide Manico “Peep show” [Merry crisis and a happy new fear!]
L’Auditorium ospita la quarta edizione del Premio Equilibrio Roma per la danza contemporanea. Aperto ad artisti emergenti operanti in Italia, il Premio invita a proporre progetti originali destinati a evolversi in spettacoli di danza. Gli 8 gruppi finalisti presentano altrettanti studi di fronte al pubblico e a una giuria internazionale. Il vincitore otterrà un contributo per la produzione dello spettacolo e l’invito a presentarlo all’interno del Festival Equilibrio 2012.
Sabato 05/02/2011 Sala Petrassi, ore 21 Collettivo 320Chili "Ai Migranti"
Biglietti: Posto unico: 15.00 euro Biglietteria 892982
Spettacolo Vincitore del Premio Equilibrio 2010 direzione e coreografia Piergiorgio Milano creazione e interpretazione Elena Burani, Florencia Demestri, Piergiorgio Milano, Fabio Nicolini, Roberto Sblattero, Francesco Sgrò
da un’idea di Giovanna Milano musiche originali Simon Thierree disegno luci Florence Richard costumi Roberta Vacchetta
“Le migrazioni sono spostamenti che gli animali compiono in modo regolare, periodico, lungo rotte ben precise, e che coprono distanze anche molto grandi. Le migrazioni sono un andare di persone a piedi e per mare, stracci addosso e occhi spalancati, nervi tesi, cuore sospeso ad aspettare l’Oltre. Le migrazioni sono un andare avanti camminando indietro, guardando verso il passato per poi girarsi e accorgersi di aver fatto strada. Le migrazioni sono necessità istintuale di movimento interiore ed esteriore.”
“Ai migranti” nasce dall’esigenza di approfondire la ricerca sul movimento intrapresa dal Collettivo, indagando da un lato i confini fra gesto, danza e circo contemporaneo che non rappresentano più semplicemente loro stessi ma diventano il substrato necessario allo spettacolo per raccontare la sua storia; e dall’altro l’uomo e la sua natura. In questa direzione ogni tecnica circense viene riportata a energia e si trasforma in necessità di movimento.
Domenica 06/02/2011 Sala Petrassi, ore 21 Les SlovaKs Dance Collettive "Journey Home" Biglietti Posto unico: 20.00 euro Biglietteria 892982
coreografia e danza Les SlovaKs Dance Collective: Milan Herich, Anton Lachky, Milan Tomasik, Peter Jasko, Martin Kilvady musica dal vivo composta ed eseguita da Simon Thierrée scenografia Les SlovaKs Dance Collective, Joris De Bolle luci Joris De Bolle costumi Mat Voorter, Pepa Martínez
I 5 giovani ed energici danzatori del collettivo Les SlovaKs tornano a Roma con il loro secondo progetto “Journey Home”. Nell’ambito di quella che è stata definita “nuova danza tradizionale”, Les SlovaKs hanno sviluppato un metodo di ballo e performance collettiva che trae ispirazione dalla loro storia comune e dai ricordi condivisi. A partire dai primi corsi all’accademia di danza della Slovacchia a Banska Bystrica, passando per il trasloco a Bruxelles e poi lungo tutta la carriera professionale con le varie compagnie di danza contemporanea, questa fratellanza tra ballerini ha intessuto una rete di punti di riferimento, amplificati e resi complessi dal folklore personale della loro amicizia. Quando nel 2006 crearono ufficialmente un collettivo per ballare insieme, partirono proprio dal punto d’arrivo: danze vivaci e libere senza tralasciare però nessuna possibilità estetica o di movimento. Liberi da qualsiasi tipo di categorizzazione essi abbracciano lo stile, la caratterizzazione, il dramma e l’immaginazione con flessibilità e giocosità. Martin Kilvady sottolinea: “Noi usiamo la danza della tradizione slovacca come fonte di ispirazione senza avere l’obiettivo di ricreare o ricostruire, ma per trovare e applicare alla nostra danza ciò che per noi ha valore e ci arricchisce, in modo da poterlo poi offrire generosamente agli spettatori”.
Domenica 06/02/2011 Teatro Studio, ore 21
Lunedì 07/02/2011 Teatro Studio, ore 21
Iceland Dance Company/Erna Ómarsdóttir, Damien Jalet, Gabríela Friðriksdóttir "Transaquania-Into Thin Air"
Biglietti: Posto unico: 20.00 euro Biglietteria 892982
creato da Erna Ómarsdóttir, Damien Jalet, Gabríela Friðriksdóttir in collaborazione con i danzatori Aðalheiður Halldórsdóttir, Ásgeir Helgi Magnússon, Cameron Corbett, Hannes Þór Egilsson, Hjördís Lilja Örnólfsdóttir, María Þórdís Ólafsdóttir, Steve Lorenz, Sigríður Soffía Níelsdóttir, Þyrí Huld Árnadóttir musica originale Valdimar Jóhannsson, Ben Frost costumi Gabríela Friðriksdóttir, Hrafnhildur Hólmgeirsdóttir luci Kjartan Þórisson, Aðalsteinn Stefánsson
Un gruppo di artisti di fama internazionale ha unito le proprie forze a quelle della Iceland Dance Company per dare vita a “Transaquania - Out of the Blue”, un evento unico messo in scena nell'aprile del 2009 nella celebre “Blue Lagoon” islandese trasformata in un magico mondo nuovo. La performance reinterpreta le teorie dell'evoluzione e i rituali tribali per creare una nuova mitologia fisica di questo lago creato dall'uomo, unico al mondo. Nuove forme di vita nascono dalle acque blu, si evolvono rapidamente in una civiltà e infine declinano ritornando nelle stesse acque dalla quale erano emerse. “Transaquania - IntoThin Air” esamina queste specie in un lontano futuro. Tutte le acque ora sono scomparse dalla superficie terrestre e una memoria rinsecchita è ciò che rimane. L'esistenza è diventata una lotta poetica per la vita. A causa del rapido cambiamento delle condizioni ambientali il corpo è soggetto a una continua evoluzione. La filosofia camaleontica di “Transaquania - Into Thin Air” sonda l'interazione e l'equilibrio estremamente fragili tra vita e condizioni ambientali, così come il sottile filo esistente tra l’elemento chimico, fisico e poetico. In questo nuovo lavoro Ómarsdóttir, Jalet e Friðriksdóttir spingono il pubblico a un viaggio viscerale, emotivo, arcaico ed epico attraverso tunnel dimenticati della nostra condizione.
Martedì 08/02/2011 Sala Petrassi, ore 21 Mercoledì 09/02/2011 Sala Petrassi, ore 21
les ballets C de la B / Lisi Estaras "Primero - Erscht"
Biglietti: Posto unico: 25.00 euro
danzato e creato da Bérengère Bodin, Arend Pinoy, Anna Calsina Forrellad, Samuel Lefeuvre, Nicolas Vladyslav musiche Yom clarinetto coreografia Lisi Estaras drammaturgia Bart Van den Eynde scenografia Wim Van de Cappelle luci Kurt Lefevre suono Sam Serruys costumi Dorine Demuynck
“Tutti noi abbiamo una lista di ‘prime volte’: la prima volta in bici senza aiuto, la prima volta che nostro padre ci ha detto che eravamo troppo cresciuti per sederci sulle sue ginocchia, la prima bugia smascherata, il nostro primo bacio… Questa lista rimane dentro di noi e, consapevolmente o meno, paragoniamo le nostre esperienze di oggi a quell’elenco. Così facendo abbiamo spesso l’impressione che il presente sia piuttosto scialbo: nulla è paragonabile all’intensità e alla forza della prima esperienza. ‘L’infanzia è un paese, una memoria inventata’. Alcune immagini della nostra infanzia non si cancellano mai. Almeno così si crede. La nostra memoria è selettiva, manipolatrice e delicata: crea fantasie, altera i fatti e ridisegna costantemente gli scenari… In ‘primero’, i cinque artisti si ritrovano su un prato verde circondati da antichi mobili, come su un campo da gioco per bambini, come nel salotto dei nostri ricordi. Rivisitano il paese delle prime volte: i primi passi, le prime cadute, i primi giochi vinti e persi, passando per le prime gioie e i primi dolori. Viste le sue origini ebraiche, Lisi Estaras stabilisce un legame molto forte tra il klezmer e i ricordi d’infanzia. Il compositore e clarinettista Yom si è ispirato a questa tradizione musicale per creare la musica di ‘primero’.” Bart Van den Eynde
Venerdì 11/02/2011 Sala Petrassi, ore 21 Sabato 12/02/2011 Sala Petrassi, ore 21
Akram Khan Company "Vertical Road"
Biglietti: Posto unico: 25.00 euro Lo spettacolo proietta luci stroboscopiche, fumo e suono ad alto volume
direttore artistico, coreografo Akram Khan compositore Nitin Sawhney luci Jesper Kongshaug costumi Kimie Nakano scenografia Akram Khan, Kimie Nakano, Jesper Kongshaug ideato ed eseguito da Eulalia Ayguade Farro, Konstandina Efthymiadou, Salah El Brogy, Ahmed Khemis, Young Jin Kim, Yen-Ching Lin, Andrej Petrovic, Elias Lazaridis drammaturgia Ruth Little
Lo spettacolo proietta luci stroboscopiche, fumo, suono ad alto volume
“Vertical Road” è l'ultimo lavoro collettivo di Akram Khan che ha riunito un gruppo di performer speciali provenienti da Asia, Europa e Medio Oriente. La colonna sonora è stata creata, dietro speciale commissione, dal compositore Nitin Sawhney, un collaboratore di lunga data di Akram. “Vertical Road”, che trae ispirazione dalla tradizione Sufi e dagli scritti del filosofo e poeta persiano Rumi, diventa una meditazione sul viaggio dalla gravità alla grazia attraverso l'esplorazione della natura terrestre dell'uomo, i rituali e le conseguenze delle azioni umane. Una coreografia emozionante che ha vinto il premio della critica The Age per il miglior nuovo lavoro al Festival di Melbourne 2010. "Con sempre maggior frequenza mi sento risucchiato controvoglia da una forte corrente orizzontale che è un luogo in cui il tempo scorre a una tale velocità che persino il nostro respiro è costretto ad accelerare per permettere a noi umani di sopravvivere. Ho sempre creduto che il senso di questa profonda energia spirituale abbia sede in una nostra lenta espirazione. In un mondo che si muove ad un ritmo così accelerato, grazie allo sviluppo della tecnologia e delle informazioni, mi sento in qualche modo spinto a procedere contro questa corrente, alla ricerca di ciò che possa significare essere connesso non solo spiritualmente ma anche in senso verticale.” Akram Khan
Venerdì 11/02/2011 Studio 3, ore 21 Pina allo specchio "Café Müller", "Le Sacre du Printemps"
Biglietti: Posto unico: 5.00 euro 3 eventi a scelta in Studio 2: 10.50 euro
Pina Bausch. Un ritratto a cura di Leonetta Bentivoglio e di Riccione Teatro TTV Festival Rassegna di film e video di e su Pina Bausch e il Tanztheater Wuppertal
CAFÉ MÜLLER regia e coreografia Pina Bausch interpretazione Malou Airaudo, Pina Bausch, Dominique Mercy, Jan Minarik, Nazareth Panadero, Jean-Laurent Sasportes produzione Suhrkamp Verlag, NDR
LE SACRE DU PRINTEMPS regia Pit Weyrich coreografia Pina Bausch interpretazione Tanztheater Wuppertal produzione ZDF
CAFÉ MÜLLER Creato nel 1978, "Café Müller" è il lavoro più autobiografico e noto di Pina Bausch. È stato un vero manifesto per generazioni di artisti del teatro e della danza, e non a caso è l'unico in cui la stessa Pina sceglie di danzare in scena. L'azione si svolge in un oscuro caffè della memoria, affollato da sedie vuote e percorso solo da sei personaggi, danzanti al suono delle arie di Henry Purcell. Come lo ha definito la stessa Bausch, questo pezzo breve e fulminante è un "lamento d'amore": una metafora, traslata nel respiro dei corpi, dell'impossibilità di un contatto autentico con l'altro. Ma è anche la dichiarazione, concentrata e lancinante, di quella particolare tensione di ricerca che a fine anni Settanta produrrà la rivoluzione scenica del Tanztheater.
LE SACRE DU PRINTEMPS Nel 1975 Pina Bausch monta la sua versione della Sagra della primavera di Igor Stravinskij, banco di prova per alcuni tra i massimi coreografi del Novecento, tra i quali Vaslav Nijinsky (autore della prima del 1913), Maurice Béjart e Martha Graham. La versione Bausch, mai uscita dal repertorio del Tanztheater Wuppertal, si differenzia da tutte per la sua mancanza di riferimenti a figurativismi folclorici e a contesti storicamente definiti. Trenta ballerini, quindici uomini e quindici donne, gli uni a torso nudo, le altre in vesti leggere e trasparenti, danzano sulla scena coperta di argilla (ideata da Rolf Borzik) un rito asciutto e violento per la designazione della fanciulla (l'Eletta) destinata al sacrificio propiziatorio. Protagonista assoluta è la danza, costruita secondo una limpida lettura della partitura musicale e scandita in assoli lancinanti e bruschi giochi di massa. Sempre più drammatico nel suo crescendo devastante, coi corpi via via più selvaggi, affannati e imbrattati, questo Sacre compone un vivido e intenso cerimoniale primitivo che conduce alla morte dell'Eletta. Capolavoro coreografico irrinunciabile per la comprensione dell'estetica di Pina Bausch, contiene le radici più antiche e profonde del suo linguaggio d'autrice.
Martedì 15/02/2011 Sala Petrassi, ore 21
Mercoledì 16/02/2011 Sala Petrassi, ore 21
Dimitri Joude - Mathurin Bolze e Hedi Thabet - Sidi Larbi Cherkaoui "Xebeche" - "Ali" - "Faun"
Biglietti: Posto unico: 20.00 euro
Xebeche un progetto di Dimitri Jourde danzatore Dimitri Jourde plasticien Emmanuel Lagarrigue musicista Ruy Owada
Ali un progetto di Mathurin Bolze e Hedi Thabet danzatori Mathurin Bolze e Hedi Thabet
Faun coreografia Sidi Larbi Cherkaoui danzatori James O'Hara e Daisy Phillips
Xebeche Il progetto di Dimitri Jourde “nasce dal desiderio di interrogarsi sul mondo che ci viene mostrato attraverso i media e i giornali, sui sentimenti che proviamo quando leggiamo informazioni che ci ripugnano, ci disgustano, ci scoraggiano e ci lasciano lì…impotenti e inutili. Mi chiudo in me stesso e mi esaurisco. Sono temi troppo grandi, troppo opprimenti per me, quindi mi concentro su me stesso, sul mio stato e sulla mia danza poiché ciò che mi preme e la mia vita sono qui… è difficile da spiegare…con le parole. Le parole di Xebeche, l’indiano di Dead Man, diventano mie, la sua voce, la sua storia e la sua spiritualità mi accompagnano e anch’io divento ‘colui che parla forte senza dire nulla’.
Ali Ali è uno intenso duetto tra due straordinari acrobati, Mathurin Bolze e Hedi Thabet. Due corpi vestiti in modo identico: camicia bianca, pantaloni neri. Simili ma tuttavia diversi, uno ha due gambe, l'altro una sola, si soppesano, si trasportano a vicenda, fanno volar via le stampelle e iniziano a ballare e a fare acrobazie. Uno ha la potenza, l'altro la grazia. Ognuno ha bisogno dell'altro. La simbiosi funziona, intessuta com'è di violenza e poesia, tenerezza, allegria e tristezza. Ma soprattutto circo e danza. Bisogna lavorare col proprio corpo e soprattutto con quello dell'altro, ci dice ALI. Una superba definizione di aiuto reciproco, o forse, qualcosa più di questo, di amicizia.
Faun Sidi Larbi Cherkaoui crea un duetto, sulla potenza della mitologia e sull’animalità dei movimenti umani. È la sua interpretazione dell'Après-midi d'un faune, la celebre coreografia di Nijinskij per i Balletti Russi. La musica originale di Claude Debussy è stata rielaborata dal musicista e compositore indiano-britannico Nitin Sawhney. In scena James O’Hara e Daisy Phillips due straordinari danzatori della Compagnia Eastman.
Martedì 15/02/2011 Teatro Studio, ore 21 Cristiana Morganti "Moving with Pina"
Biglietti: Posto unico: 15.00 euro
Una conferenza danzata sulla poetica, la tecnica, la creatività di Pina Bausch di e con Cristiana Morganti danzatrice del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch
Presentato dal Centro Culturale il Funaro – Pistoia
Cristiana Morganti, da diciotto anni danzatrice solista del Tanztheater di Wuppertal, propone un viaggio nell’universo di Pina Bausch, visto dalla prospettiva del danzatore. Com’è costruito un assolo? Qual è la relazione dell’emozione con il movimento? Quand’è che il gesto diventa danza? Qual è la relazione tra il danzatore e la scenografia? E soprattutto, come si crea il misterioso e magico legame tra l’ artista e il pubblico? Eseguendo dal vivo alcuni estratti del repertorio del Tanztheater, Cristiana Morganti racconta il suo percorso artistico e umano con la grande coreografa tedesca e ci fa scoprire quanta dedizione, fantasia e cura del dettaglio sono racchiusi nel linguaggio di movimento creato da Pina Bausch.
Venerdì 18/02/2011 Sala Petrassi, ore 21
Sabato 19/02/2011 Sala Petrassi, ore 21 Rosas/ Anne Teresa De Keersmaeker "En Atendant"
Biglietti: Posto unico: 25.00 euro
coreografie Anne Teresa De Keersmaeker creato e danzato da Bostjan Antoncic, Carlos Garbin, Cynthia Loemij, Mark Lorimer, Mikael Marklund, Chrysa Parkinson, Sandy Williams, Sue-Yeon Youn musica Ars Subtilior musicisti Bart Coen, Ann Van Laethem, Els Van Laethem, Michael Schmid scenografia Michel François costumi Anne-Catherine Kunz
In “En Atendant”, presentata in prima mondiale lo scorso luglio al Festival d’Avignon, Anne Teresa De Keersmae ker fa un passo avanti nella sua esplorazione degli accostamenti tra musica e danza. Dopo Bach e Webern in “Zeitung”, dopo i Beatles in “The Song” e Mahler in “3Abschied”, questa volta il punto di partenza è l’Ars Subtilior: una complessa forma di musica polifonica del XIV secolo basata su dissonanze e contrasti. L’Ars Subtilior si sviluppò nella distruzione causata dalla peste e sulle rovine della Chiesa al tempo in cui i pilastri religiosi, politici e sociali della società medievale si stavano sgretolando. Al giorno d’oggi questo sconvolgimento sembra più pertinente che mai. Alla luce del crescente disorientamento provocato dagli eventi della modernità e vista la complessità delle scelte che abbiamo di fronte, il problema della nostra mortalità e della nostra fisicità diventa sempre più cruciale.
Venerdì 18/02/2011 Studio 3, ore 21 Die Klage Der Kaiserin. Il lamento dell’imperatrice regia e coreografia Pina Bausch interpretazione Tanztheater Wuppertal produzione L’Arche Editeur, ZDF, Channel 4, La Sept
Primo e unico lavoro cinematografico diretto da Pina Bausch, il film trasporta sullo schermo lo stile e i temi che hanno reso celebre il Tanztheater. Le riprese, iniziate nell’ottobre del 1987 e terminate nella primavera del 1989, sono il frutto di una serie di improvvisazioni dei danzatori, in gran parte componenti della compagnia di Wuppertal, stimolati dalla stessa Bausch. Privo di una tradizionale trama narrativa, il film è un susseguirsi di scene percorse da complesse associazioni tematiche, visive e musicali. Tutto ruota attorno a Wuppertal, ripresa nei suoi angoli più disparati: la campagna e i boschi, le strade del centro cittadino, il treno sopraelevato, una scuola di ballo, una serra, un solario, la sala prove nel vecchio cinema in disuso dove si è compiuto tutto il lavoro di concezione e montaggio dei pezzi del Tanztheater Wuppertal. Sabato 19/02/2011 Studio 3, ore 16 Pina nelle città "Pina Bausch", "Pina Bausch: der Fensterputzer", "Bandoneon. Pina Bausch a Buenos Aires" documentario Pina Bausch. Lissabon/Wuppertal/Lisboa Lisbona, città aperta, intensa e calda, riceve Pina Bausch e la sua compagnia per una residenza di tre settimane dalla quale, nel 1998, è nato lo spettacolo Masurca Fogo. Il film ripercorre questa esperienza, nata da un invito del “Festival dos 100 Dias”.
spettacolo, estratti Pina Bausch: der Fensterputzer Pina Bausch era a Honk Kong nell’anno in cui l’ex colonia britannica è stata restituita alla Cina. Da quel soggiorno di lavoro è nato lo spettacolo Der Fensterputzer (Il lavavetri). Con Pina, come sempre, c’erano i suoi danzatori, pronti a viaggiare di città in città per creare spettacoli in cui l’ambiente urbano è spesso protagonista. Il grande fotografo Peter Lindbergh testimonia questa esperienza in Estremo Oriente, lasciando parlare la bellezza delle immagini.
documentario Bandoneon. Pina Bausch a Buenos Aires Pina Bausch è a Buenos Aires dove tiene una conferenza, risponde alle domande del pubblico sulla sua concezione del lavoro e spiega come ha costruito Bandoneon, spettacolo che lei stessa definisce austero. La difficile bellezza di cui parla si traduce nelle immagini di questo lavoro, tinte dalla nostalgia che impregna la musica del tango. Gli interpreti danzano il desiderio, lo sradicamento, la solitudine dell’essere.
Sabato 19/02/2011 Studio 3, ore 21
Dal gesto alla danza Kontakhof with Ladies and Gentlemen over `65´
Creato nel 1978, Kontakthof rappresentò una svolta fondamentale nell’estetica di Pina Bausch,introducendo nel disegno coreografico la gestualità quotidiana. Questo “Luogo dei contatti” anni Cinquanta, emblematico delle atmosfere della Germania del dopoguerra, diviene un contenitore di paure, desideri, voglie di seduzione, timidezze e sofferenze individuali. Lo spettacolo suscitò scandalo al suo debutto, per poi trasformarsi in uno dei pezzi più rappresentati e celebrati del Tanztheater Wuppertal. Nel 2000 Pina Bausch volle rimontarlo per un gruppo di uomini e donne sopra i 65 anni, tutti privi di esperienze di danza o teatro. In questa versione, Kontakthof si trasforma in uno straordinario affresco sui timori, le urgenze affettive, la fragilità e la bellezza della terza età.
Domenica 20/02/2011 Studio 3, ore 10 Pina nel cinema "E la nave va", "Habla con ella / Parla con lei"
E La nave va regia: Federico Fellini
Habla con ella / Parla con lei regia: Pedro Almodóvar
E la nave va Napoli, 1914. Tra una folla di scugnizzi salpa il transatlantico “Gloria N.”, diretto verso un’isola dell’Egeo con le ceneri di una famosa cantante. Musicisti, direttori d’orchestra e vecchi ammiratori della diva affollano la nave, intrattenuti dal giornalista Orlando (Freddie Jones) e accompagnati da un granduca prussiano e da sua sorella Lherimia, una principessa cieca e veggente (Pina Bausch).
Habla con ella / Parla con lei Una storia d'amore e morte, d'amicizia e solitudine. Parla con lei è un melodramma asciutto e vibrante, che completa la parabola di Pedro Almodóvar dalla sfrenata commedia kitsch degli esordi al tocco raffinato e dolente della maturità. Il film inizia e finisce con con scene tratte da Café Müller e Masurca Fogo di Pina Bausch.
Domenica 20/02/2011 Studio 3, ore 16 Lavorare con Pina "Dominique Mercy danse Pina Bausch", "An incredibly strong dancer", "Lutz Förster", Warten auf Pina"
Dominique Mercy danse Pina Bausch regia Régis Obadia produzione Arte France, Zadig Productions
An incredibly strong dancer. Ritratto di Jan Minarik regia Anne Linsel produzione WDR
Lutz Förster. Ritratto di un danzatore regia Enno Hungerland produzione WDR
Warten auf Pina/Aspettando Pina. Il lungo congedo della danzatrice Josephine Ann Endicott regia Birgit Adler-Conrad produzione ZDF
Dominique Mercy danse Pina Bausch Dominique Mercy è stato uno dei danzatori più intensi e fedeli di Pina Bausch, e oggi è il suo erede alla direzione artistica del Tanztheater Wuppertal. Attraverso lo sguardo di questo fondamentale collaboratore, il film ci proietta nell’universo onirico di Pina Bausch. Ad accompagnare il ricordo, anche preziosi estratti di una lunga serie di spettacoli: Fritz, Iphigenie auf Tauris, Orpheus und Eurydike, Renate Wandert Aus, Café Müller, Bandonéon, Nelken, Ahnen, Ein Trauerspiel, Danzón, Nur Du, Der Fensterputzer e Für die Kinder von Gestern Heute und Morgen.
[prima proiezione italiana] An incredibly strong dancer. Ritratto di Jan Minarik "I became a dancer because I did not want to be a soldier", dichiara Jan Minarik nello spettacolo Nelken. Il danzatore di origine cecoslovacca ha fatto parte del Tanztheater Wuppertal fin dagli inizi, come solista e come stretto collaboratore di Pina Bausch.
[prima proiezione italiana] Lutz Förster. Ritratto di un danzatore Lutz Förster ha danzato con Pina Bausch per molti anni. Formatosi alla Folkwang Hochschule di Essen, la stessa in cui studiò Pina Bausch, dirige attualmente il Dipartimento Danza della stessa storica scuola. Leggendaria la sua interpretazione mimico-gestuale, costruita con il linguaggio dei sordomuti, della canzone The man I love nello spettacolo Nelken.
[prima proiezione italiana] Warten auf Pina/Aspettando Pina. Il lungo congedo della danzatrice Josephine Ann Endicott Jo Ann Endicott ha incontrato Pina Bausch nel 1973 all’età di 22 anni. In questo documentario descrive il suo rapporto umano e di lavoro con la grande coreografa tedesca. La danzatrice australiana è stata una delle più straordinarie soliste del Tanztheater Wuppertal al centro di pezzi quali Le Sacre du Printemps, Die sieben Todsünden, Komm tanz mit mir e Kontakthof.
Martedì 22/02/2011 Sala Petrassi, ore 21 Jin Xing Dance Theatre Shanghai "The Closest - The Furthest", "Shanghai Beauty"
The Closest – The Furthest coreografia e danzatrice Jin Xing luci Xiao LiHe
Shanghai Beauty coreografia Jin Xing (Jin Xing Dance Theatre Shanghai) in collaborazione con Jutta Hell, Dieter Baumann (Tanzcompagnie Rubato, Berlino) musica Lutz Glandien, Johann Sebastian Bach, Bai Kwong luci Jochen Massar costumi Jin Xing e Jutta Hell video Dieter Baumann danza Jin Xing Dance Theatre Shanghai
The Closest – The Furthest L’assolo The Closest – The Furthest creato da Jin Xing è stato presentato in prima mondiale nel giugno del 2006 al IV Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia. La performance inizia con un maestro di Guqin che, entrando sul palco, prepara lo spazio bruciando l'incenso per poi procedere alle abluzioni rituali. Su un tavolo al centro della scena il maestro posiziona quindi lo strumento tradizionale cinese, un Guqin a sette corde, e comincia a suonare. Nel frattempo appare Jin Xing che presenta lo strumento al pubblico ripercorrendo più di duemila anni di storia, senza tralasciare la dimensione spirituale del più venerato strumento musicale della cultura cinese. Per gli imperatori dell'antichità del regno di mezzo, il Guqin e la sua musica erano il mezzo per unire l'essere umano con le potenze celesti e le forze della terra. Come gli imperatori utilizzavano la "voce" dello strumento, Jin Xing usa la "voce del corpo" per esprimere danzando quel collegamento tra cielo e terra.
Shanghai Beauty "Il concetto di bellezza", scrive il filosofo Francois Jullien, "è radicalmente diverso in Occidente e in Asia". La Jin Xing Dance Theatre Shanghai e la Rubato Dance Company di Berlino hanno unito le loro forze per dare vita a uno spettacolo sul contrasto tra la visione del corpo e della bellezza nel mondo occidentale e in Cina. Partendo da queste idee, Jin Xing e Rubato hanno sviluppato una coreografia interculturale per tredici ballerini. Il tema del nuovo contrapposto al vecchio, dell'individualità contro il conformismo e del contrato tra est e ovest assumono in Shanghai Beauty forme vivaci.
Sabato 26/02/2011 Sala Petrassi, ore 21
Domenica 27/02/2011 Sala Petrassi, ore 21
Peeping Tom "32, rue Vandenbranden"
ideazione, direzione Gabriela Carrizo e Franck Chartier danza, creazione Seoljin Kim, Hun-Mok Jung, Marie Gyselbrecht, Jos Baker, Sabine Molenaar, Eurudike De Beul drammaturgia Nico Leunen, Hildegard De Vuyst scenografia Peeping Tom, Nele Dirckx, Yves Leirs, Frederik Liekens costruzione set KVS-atelier, Frederik Liekens design luci Filip Timmerman, Yves Leirs costumi Diane Fourdrignier, Hyo Jung Jang
Dopo la celebre trilogia composta da ‘Le Jardin’, ‘Le Salon’ e ‘Le Sous Sol’, lo straordinario collettivo belga Peeping Tom presenta la sua nuova crezione. In ‘32, rue Vandenbranden’ l’azione si svolge sotto il vasto cielo di un paesaggio di montagna, dove solo qualche sgangherato prefabbricato funge da rifugio. Questa nuova performance affronta il tema dell’estimità (extimité, termine coniato da Lacan in opposizione a intimité) e dell’esterno. Ci troviamo in una piccola comunità isolata dove gli abitanti si confrontano con la propria solitudine. L’attenzione si concentra sulle forze interiori che determinano in quale direzione si muoveranno i personaggi, mentre le loro motivazioni sono esposte e spogliate di ogni consapevolezza. In ‘32, rue Vandenbranden’ i personaggi si sviluppano in uno spazio essenzialmente “mentale”. Il confine tra ciò che accade nella realtà e ciò che loro credono accada è sfumato, ed essi si perdono per paura di qualcosa che in verità sta dentro di loro, restando quindi prigionieri del proprio isolamento. Una delle fonti di ispirazione per la nuova pièce è stato il film di Shohei Imamura “La ballata di Narayama”.
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