Circuito Valdelsa Off 2010/11 Drammaturgie sensibili 7 teatri 7 spettacoli
Valdelsa Off - Circuito teatrale della Valdelsa presenta “Drammaturgie sensibili” A cura della Fondazione E.L.S.A. Culture Comuni, con il contributo della Regione Toscana e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, nell’ambito del progetto "Riassetto del sistema teatrale della Toscana".
“Drammaturgie sensibili” Il titolo della Rassegna allude alla sensibilità che scaturisce dai testi teatrali verso i temi sociali, civili, umanistici: è infatti uno dei comuni denominatori degli spettacoli in cartellone.
Il Circuito Il circuito Valdelsa Off comprende cinque piccoli teatri dell’area valdelsana senese e fiorentina che, per vicinanza geografica e d’intenti, si sono messi in rete dando così maggiore evidenza alla ricca offerta teatrale della zona. I teatri che fanno parte del circuito sono: il Teatro dei Leggieri di San Gimignano, il Teatro dei Varii di Colle di Val d’Elsa, il Teatro Verdi di Poggibonsi, il Teatro Macelli di Certaldo, il Teatro Regina Margherita di Marcialla.
La Rassegna Per la stagione 2010/2011 viene proposta una rassegna ad hoc che prevede uno spettacolo per ogni teatro del circuito. Inoltre, con il coordinamento della Fondazione E.L.S.A., l’offerta si amplia ulteriormente aggiungendo un appuntamento anche al Teatro del Popolo di Colle Val d’Elsa e al Teatro Politeama di Poggibonsi.
Programma
Teatro dei Varii Colle di Val d'Elsa venerdì 12 novembre ore 22.00 Suicidi? Ovvero le strani morti di Castellari, Cagliari e Gardini all'epoca di tangentopoli, tratto da 3 Suicidi Eccellenti di Mario Almerighi, adattamento teatrale di Fabrizio Coniglio e Mario Almerighi, diretto e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio Coniglio, una produzione Tangram, Colorado, Gerswin. Siamo in piena tangentopoli e due comuni cittadini italiani, giocando a fare gli ispettori, indagano su “3 suicidi eccellenti” di quel periodo: Castellari, direttore generale degli affari economici del Ministero delle Partecipazioni Statali e consulente dell’Eni, Cagliari, presidente dell’Eni e Gardini, capo indiscusso della Montedison e maggior azionista dell’Eni. Perché le scene dei suicidi sono state alterate? Perché Castellari,Cagliari e Gardini si uccidono proprio il giorno in cui dovrebbero incontrare i magistrati? Hanno tutti e tre un forte legame con l’Eni. È solo una coincidenza? Il sistema uccide chi all’improvviso diventa inaffidabile? Non daremo presuntuosamente la soluzione a questi quesiti, ma insinueremo nello spettatore, con le testimonianze, gli interrogatori, le analisi compiute sul luogo del delitto, le perizie e le autopsie, il dubbio che questi suicidi possano forse essere anche degli omicidi, senza cadere nella retorica, ma usando l’ironia e la forza teatrale della rappresentazione. Nulla di ciò che viene rappresentato è inventato ma è tratto da documenti, dichiarazioni e perizie ufficiali, raccolte con minuziosa scrupolosità dal presidente del tribunale di Civitavecchia Mario Almerighi. Lo spettacolo “Suicidi?” è infatti tratto dal libro “3 Suicidi Eccellenti” di cui Almerighi è l’autore.
Teatro I Macelli - Certaldo sabato 27 novembre 2010 ore 21,30 E' bello vivere liberi! ideazione, drammaturgia, regia e interpretazione Marta Cuscunà, dalla biografia di Ondina Peteani, prima staffetta partigiana d'Italia deportata ad Auschwitz N.81 672, Premio Scenario Ustica 2009 Lo spettacolo si ispira alla biografia di Ondina Peteani scritta dalla storica Anna Di Giannantonio. Ondina che, a soli 17 anni, si accende di un irrefrenabile bisogno di libertà e si scopre incapace di restare a guardare, cosciente e determinata ad agire per cambiare il proprio Paese. Ondina partecipa alla lotta antifascista nella Venezia Giulia, dove la Resistenza inizia prima che nel resto d'Italia grazie alla collaborazione con i gruppi partigiani sloveni nati già nel 1941 per opporsi all'occupazione fascista dei territori Jugoslavi. Il suo percorso inizia con le riunioni clandestine della scuola di comunismo dove, con straordinario anticipo, fioriscono anche i valori di emancipazione femminile e di parità tra uomo e donna. A 18 anni, Ondina diventa staffetta partigiana e comincia ad affrontare le missioni più impensabili, perfino entrando a far parte di un commando speciale per l'eliminazione di un famigerato traditore: Blechi. Ondina partecipa anche alla formazione della Brigata Proletaria, quando più di 1500 operai, tutti insieme e ancora in tuta da lavoro, si avviano verso il Carso, per unirsi alle formazioni partigiane. La sua vicenda, però, è stravolta bruscamente nel '43 quando, appena diciannovenne, viene sprofondata nell'incubo della deportazione nazista. Ma è proprio in questo drammatico momento che Ondina ritrova con ostinata consapevolezza l'unica risposta possibile: Resistenza! Perché è bello vivere liberi!
Teatro del Popolo di Colle Val d'Elsa venerdì 10 dicembre 2010 ore 21.30 Donna non rieducabile La Contemporanea di Stefano Massini con Ottavia Piccolo, regìa di Silvano Piccardi Un viaggio "negli occhi di Anna Politkovskaja". Visione in soggettiva degli abissi russo-ceceni. “Ho scritto "Donna non rieducabile" adattando in forma teatrale brani autobiografici ed articoli di Anna Politkovskaja. La mia idea era trasformare drammaturgicamente questi materiali lavorando sullo scatto d'istantanea, ovvero sulla sequenza immediata, sul flash che coglie un dettaglio e dalla somma di dettagli ricava l'insieme. Non ho voluto raccontare la "storia di Anna": non mi interessava. E neppure mi interessava farla raccontare ad altri personaggi eventuali. Il mio unico obiettivo era restituire dignità teatrale ad una sensazione che mi aveva colpito nel primo avvicinamento ai testi della Politkovskaja: la loro feroce immediatezza. La loro portata fotografica. Ho tentato così di costruire un album di immagini, una carrellata di esperienze in presa diretta, una galleria di zoom su precise situazioni, atmosfere, solo talvolta stati d'animo. Ne è nato un collage di quasi 20 quadri. Ogni volta che il quadro inizia il pubblico non sa niente: viene brutalmente scaraventato dalle parole in un determinato contesto che non conosce e che sta a lui ricostruire dai particolari. È come se per 20 volte gli occhi si riaprissero e si richiudessero su temi e luoghi diversi, sempre da intuire. Direi che non si tratta di un testo "su Anna Politkovskaja", bensì un viaggio "negli occhi di Anna Politkovskaja". Visione in soggettiva degli abissi russo-ceceni. “
Teatro Verdi di Poggibonsi sabato 15 gennaio 2011 - ore 21.30 Sul confine Carrozzeria Orfeo / Centro RAT-Teatro dell'Acquario, Questa Nave drammaturgia Gabriele Di Luca, regia e interpreti Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi, organizzazione Luisa Supino, luci Diego Sacchi musiche originali Massimiliano Setti, una produzione Carrozzeria Orfeo / Centro RAT-Teatro dell’Acquario, in collaborazione con Questa Nave, Spettacolo vincitore del Premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti” In equilibrio tra coreografia e drammaturgia, tra vita e morte, Sul confine illumina con brevi raggi di luce il destino di due soldati persi in un metaforico deserto. Lo scandalo dell'uranio impoverito apre uno scenario essenziale in cui azione verbale e racconto visivo collaborano a restituire dignità a vittime dimenticate e fin troppo silenti, eroi loro malgrado in anni in cui le guerre vengono pudicamente definite operazioni di peace keeeping. La drammaturgia procede per frammenti, alternando alla narrazione, astrazione ed evocazione. I numerosi flash-back si mescolano all’azione andando a ritroso nel tempo, fino ad arrivare ai ricordi più lontani, alla vita prima dell’arruolamento: un lavoro tranquillo, l’amore, la famiglia, ma anche le frustrazioni, le delusioni, il desiderio di riscatto. Ragazzi scontenti che hanno trovato la propria motivazione esistenziale in qualcosa di più grande di loro, un’ideale. Ma poi la guerra, la sua tragica normalità e il senso di colpa che opprime l’animo. Il confine è conflagrare di vita e morte, guerra e normalità, finzione e verità.
Teatro Politeama - Poggibonsi lunedì 31 gennaio 2011 ore 21.00 Thom Pain (basato sul niente) Produzione BAM teatro- Pierfrancesco Pisani, di Will Eno, con Elio Germano, regia di Elio Germano in collaborazione con Silvio Peroni, produzione BAM teatro- Pierfrancesco Pisani, traduzione di Noemi Abe Edinburgh International Festival, Fringe Award 2005 Finalista Premio Pulitzer per la sezione Teatro 2005 Curioso uomo, Thom Pain. Antieroe solitario, narratore, amante tormentato, pazzo, esistenzialista, comico, caustico, poeta, filosofo, animatore, prestigiatore, consigliere, canaglia, confessore, seduttore, ottimista ferito e pessimista speranzoso. Intrappolato in riflessioni apparentemente inconsistenti e sconnesse, ci introduce alla memoria e agli incidenti che hanno plasmato la sua infanzia e ne hanno fatto l’uomo che è. Raccontando di sé, continuamente a metà tra memoria e paura, si abbandona ad altre storie, a barzellette, tenta giochi di prestigio, deviando in apparenza dal filo del suo discorso. Un’autentica cavalcata di parole, al servizio del teatro. Will Eno drammaturgo americano, osannato dalla critica, è stato rappresentato con successo anche in tutto il mondo. Elio Germano: attore di teatro e cinema ha lavorato con Scola, Crialese, Tavarelli, Veronesi, Salvatores, Placido. Con il film Mio fratello è figlio unico ottiene il David di Donatello come migliore attore protagonista, il Globo d'Oro e il Ciak d'oro dai critici cinematografici italiani. Vincitore come migliore attore nella 63° edizione del Festival di Cannes, per la sua interpretazione nel film la "La nostra vita" di Daniele Lucchetti.
Teatro dei Leggeri - San Gimignano sabato 19 febbraio 2010 ore 21.30 Per non morire di mafia di Pietro Grasso, con Sebastiano Lo Monaco, versione scenica di Nicola Fano, adattamento drammaturgico di Margherita Rubino, regia di Alessio Pizzech Quando comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell’Italia? Che cosa ci resta ancora da fare e da sperare con sconfiggerla? Sono solo alcuni degli interrogativi che il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso si pone nel suo libro “Per non morire di mafia” che viene riproposto in versione teatrale da Sebastiano Lo Monaco. Il monologo rispecchia una condizione del personaggio di solitudine in cui i pochi segni scenici raccontano il mondo che egli evoca ripercorrendo la propria vita tra il personale ed il professionale. La grande storia si intreccia alla storia del singolo fatta di paure, di scelte familiari, di piccoli atti di coraggio e determinando l’emergere, nel fluire della coscienza del personaggio, di parole chiave che in modo inequivocabile dimostrano l’attualità della parola di Grasso. Uno spettacolo che trae il suo interesse dalla capacità di sollecitare domande, analisi e una maggiore consapevolezza negli occhi degli spettatori. Il grido del personaggio è rivolto alle coscienze: su di esse vuole suscitare una presa di posizione e l’assunzione di una speranza possibile che possa dare corpo ad un’utopia per le nuove generazioni. Un monologo quindi che riconduce il teatro alla sua funzione civile ed evocativa. Un teatro capace di disegnare gli uomini, di delineare esperienze di vita che possano divenire modelli.
Teatro Regina Margherita - Marcialla sabato 12 marzo 2011, ore 21,30 'A Cirimonia Compagnia del Tratto diretto e interpretato da Rosario Palazzolo e Anton Giulio Pandolfo, assistenti alla regia Monica Andolina e Alessandro Palazzolo?, musiche originali di Francesco Fiore, coproduzione Compagnia del Tratto e Teatro Libero Incontroazione - Stabile d'innovazione della Sicilia Spettacolo vincitore del 18° FIT/Festival Internazionale del Teatro Lugano Concorso Fringe L'AltroFestival 2009 Secondo tassello della Trilugia, ‘A Cirimonia è uno spettacolo sulla solitudine, sull'impossibilità di parlarsi, sull'inadeguatezza di qualsiasi verità. Due personaggi in scena (‘U masculu e ‘A fimmina), in un luogo che ha smesso di rivelarsi, celebrano una cerimonia sghemba, che si annuncia inutile. Una cerimonia che li obbliga a un dialogo che solo apparentemente è privo di senso, un dialogo straripante di silenzi pieni di paura che man mano si trasforma, che diviene urlo, esigendo un ritmo da tragedia e una musicalità surreale, in una perfetta idiosincrasia di stati d'animo. È una cerimonia che si ripete da anni, quella a cui il pubblico assiste. I due personaggi, utilizzando un gioco grottesco (‘u Mi ricord), sono obbligati a ricordare, tentando di appigliarsi a un qualche brandello di verità. Una verità, però, che inesorabilmente risulterà inafferrabile. Il tutto, in una lingua vivida, un palermitano violento e realistico che spiazza lo spettatore e lo opprime in un contesto visionario e squamoso. E poi la musica, che assoggetta gli stati d'animo a un dolore (e a un torpore) indegno persino a pensarsi.
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