L’apertura della rassegna Witnesses/ Testimoni è affidata a Enzo Moscato, il grande autore-attore-regista partenopeo che, ospite affezionato del Teatro Studio di Scandicci, ha voluto festeggiare con la compagnia il nuovo corso di un teatro che è diventato punto di riferimento indiscusso per un’area di eccellenza nazionale, e ha composto Patria puttana per l’occasione. Le “donne di piacere”, figure emblematiche del suo universo, eroine di Luparella, Rondò e A musica e Toledo, sono le protagoniste dello spettacolo, silloge di un amore e inclinazione dell’autore, formidabile cantore della “Differenza”. |
L’apertura della rassegna Witnesses/ Testimoni è affidata a Enzo Moscato, il grande autore-attore-regista partenopeo che, ospite affezionato del Teatro Studio di Scandicci, ha voluto festeggiare con la sua compagnia il nuovo corso di un teatro che è diventato punto di riferimento indiscusso per un’area di eccellenza nazionale, e ha composto per l’occasione Patria puttana, che andrà in scena il 21 e il 22 gennaio. Patria Puttana è un reading da Rondò, Luparella, A musica e Toledo, di e con Enzo Moscato e Giuseppe Affinito, per la regia di Enzo Moscato.
Dell’ universo espressivo di Moscato, le puttane – le cosiddette ‘donne di piacere’, che più spesso è piuttosto disgusto, rammarico, dolore – sono forse le figure più emblematiche e centrali. Dalla Signora di Piece noire all’Assunta di Bordello di mare con città, dalle ‘omologate – nel mestiere’ Lulù 1, Lulù 2, Lulù 3 di Trianon alla stessa Luparella o a Bolero Film e Grand Hotel di Ragazze sole con qualche esperienza, le puttane hanno tutte rappresentato un punto fermo e privilegiato nel dare voce e corpo al concetto/prassi di una scena tesa a smascherare – con malinconia ma anche con tanta ilarità – la presunta insufficienza e marginalità di ciò che viene detto il femminile. Soprattutto quello ferito, venduto, comprato, mercificato, ingannato e mistificato da una Storia gestita da millenni, in assoluto, dal maschile. Patria Puttana, allora, è una piccola ma significativa silloge di questa inclinazione e amore di Moscato. Un rapsodico ma profondo omaggio a quella sorta di casa, territorio, comune luogo di giacenza e resistenza – ‘patria’, appunto – che egli ritiene di dividere e con-dividere con la Donna – naturale o artificiale, tale per biologia o per libera, esistenziale scelta – e con la Prostituta – hegelianamente, libera schiava di un padrone incatenato – facce, entrambe, nella sua scrittura, di un ‘materno’ feroce e tenerissimo, nel mettere in moto tutta la sua accesa fantasia di cantore della Differenza e della Contro-serialità. Pensato ad hoc per l’inaugurazione della nuova stagione 2011 Teatro Studio/Krypton, il reading segna il felice ritorno a Scandicci dell’attore-autore-regista partenopeo.
|