Ordini e malaffare: via i professionisti collusi dagli Albi professionali. La straordinaria denuncia di “disOrdini”, libro inchiesta di Alessandro Maria Calì
Professionisti collusi eppure iscritti agli Albi: questo il tema attorno cui si snoda “disOrdini”, uno straordinario libro inchiesta firmato da Alessandro Maria Calì che verrà presentato in anteprima assoluta mercoledì 15 dicembre alle ore 17.30 presso la nuova sede dell’Associazione Addiopizzo (via Lincoln, 131 – Palermo). Il libro si prefigge di svelare meccanismi e misteri degli Ordini professionali, denunciando il ruolo che gli Ordini potrebbero avere – ma non hanno - nello scoraggiare e punire alcuni comportamenti spregiudicati dei propri iscritti semplicemente applicando le leggi già esistenti.
Presenta il libro Alfonso Giordano, presidente del maxi-processo, che ha curato la prefazione al libro, con a seguire gli interventi di Gaetano Paci, presidente della fondazione progetto legalità "Paolo Borsellino" e magistrato, e dell’editore Ottavio Navarra. Coordina l'Arch. Emanuele Nicosia ex presidente dell'ordine degli Architetti palermitano. Sarà presente l’autore.
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Due architetti condannati ad otto anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, diversi medici condannati a pene severe per collusioni con la mafia, un ingegnere arrestato ben tre volte per favoreggiamento alla mafia e riciclaggio, due avvocati condannati per aver contribuito al riciclaggio del tesoro di Vito Ciancimino, un commercialista amministratore giudiziario di beni sequestrati alla 'ndrangheta, ma sorpreso mentre svela al telefono ad un pericoloso latitante l'imminente arresto di 300 esponenti dell'organizzazione, sono alcune delle storie contenute nel libro, storie tutte molto diverse tra loro con un fattore in comune: professionisti coinvolti in indagini giudiziarie eppure tuttora iscritti nei rispettivi albi.
Alessandro Maria Calì è stato presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Palermo dal 2005 al 2009. Un presidente “troppo giovane”, si diceva a quei tempi tra gli addetti ai lavori, laddove per troppo giovane si poteva intendere: ancora poco esperto o forse con troppi grilli per la testa. Eppure nonostante la giovane età, o forse proprio per questo, Calì ha affrontato con lucidità e consapevolezza i problemi più spinosi che il rappresentante di più di 5.000 professionisti di una grande provincia italiana deve affrontare, specialmente se questa provincia è in Sicilia, è Palermo. Nel 2008 l’ingegnere Calì promuove il procedimento disciplinare contro Michele Aiello, ingegnere regolarmente iscritto all’Ordine che, com’è noto, già a partire dall’anno 2003 comincia ad avere problemi rilevanti con la giustizia, che si susseguiranno fino alla condanna in secondo grado alla pena di circa 15 anni e 6 mesi con l’accusa di avere gestito denaro di Cosa Nostra. Calì si impegna così in prima persona per far rispettare la norma secondo la quale “Coloro che non siano di specchiata condotta morale non possono essere iscritti negli albi professionali e, se iscritti, debbono esserne cancellati […]” e ottiene la cancellazione dall’Albo del re Mida della sanità siciliana.
Durante il suo lavoro di ricerca l’autore ha rilevato che sono più di 500 i professionisti italiani di svariati settori (medici, avvocati, architetti, commercialisti) accusati di collusioni con le organizzazioni criminali che restano iscritti nei rispettivi Albi e che quindi esercitano ancora la loro professione. Con “disOrdini” Alessandro Calì intende promuovere un cambiamento radicale dei comportamenti e degli abiti mentali che consentono la sussistenza di questi dati: “Gli Ordini – dice l’autore - devono smettere di far finta di niente, voltando la faccia da qualche altra parte, come se le collusioni di alcuni iscritti con il malaffare non li riguardasse. I professionisti collusi non possono continuare a esercitare serenamente. Dobbiamo convincerci che la lotta alle organizzazioni criminali e ai loro accoliti non è di esclusiva pertinenza dei magistrati e delle Forze dell'ordine”.
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