“È la deformità delle nane che abbiamo scelto per rivelare la bellezza dell’anima. Nello spazio chiuso in cui gli uomini le costringono, le figlie di Bernarda aprono la breccia del sogno e dell’amore” Antonio Dìaz-Floriàn
Va in scena dal 2 al 4 dicembre al Teatro Libero di Palermo lo spettacolo La casa di Bernarda Alba, di Federico Garcia Lorca, per la regia Antonio Diaz-Floriàn, con Giorgia Cerruti, Luisa Accornero, Raffaella Tomellini, Noemi Scala, Claudia Martore, Valentina Tullio, Andrea Romeri, una collaborazione tra la Piccola Compagnia della Magnolia di Torino e il Théâtre de l’Epée de Bois / Cartoucherie de Vincennes di Parigi
La casa di Bernarda Alba letta da Dìaz-Floriàn è uno spettacolo di grande impatto emotivo e visivo, che chiama il pubblico a condividere con gli attori un rituale di morte fortemente evocativo. È una messa da requiem in cui la forza creativa di Lorca trova perfetta rispondenza nel travestimento grottesco cui sono sottoposte le attrici, costrette in una condizione fisica di nane tale da recitare in ginocchio. L’ispirazione deriva dalle Meninas di Velasquez e dalle figure terribili di Goya, in cui il dettaglio raccapricciante tocca vertici di purezza assoluta. La recitazione insistita, “barocca”, la mimica facciale ed il gesto vicini al gioco di maschera, il trucco straniante ed i costumi contribuiscono a creare quell’impressione di alterità e di devianza che è una condizione fisica, ma soprattutto uno stato emotivo ed un nodo tematico evocato da Lorca.
Prima di partire per Granada, nel luglio 1936, Federico Garcìa Lorca lasciò scivolare nella tasca del suo amico Nadal le pagine di un manoscritto dicendogli: Prendi questo, nel caso in cui mi succedesse qualcosa. A quell’epoca le passioni politiche erano quanto mai esacerbate : attentati, assassinii, complotti, scioperi, tutto ciò si scatenava tanto a destra quanto a sinistra. Lorca aveva deciso di raggiungere la sua famiglia a Granada, benché la città fosse minacciata dai militari in rivolta contro la Repubblica. Il Poeta aveva appena terminato una nuova pièce, La Casa di Bernarda Alba, che aveva letto agli amici nel mese di giugno. Due mesi più tardi, il 18 agosto, fu giustiziato dai nazionalisti, e Nadal, sconvolto, scoprì che il manoscritto racchiudeva l’ultimo capolavoro dell’amico.
La Bernarda Alba del regista Antonio Dìaz-Floriàn è uno spettacolo di grande impatto emotivo e visivo, che chiama il pubblico a condividere con gli attori un rituale di morte fortemente evocativo ; è una messa da requiem in cui la forza creativa di Lorca trova perfetta rispondenza nel travestimento grottesco cui sono sottoposte le attrici, costrette in una condizione fisica di nane tale da recitare in ginocchio. L’ispirazione deriva dalle Meninas di Velasquez e dalle figure terribili di Goya, in cui il dettaglio raccapicciante tocca vertici di purezza assoluta. La recitazione insistita, “barocca”, la mimica facciale ed il gesto vicini al gioco di maschera, il trucco straniante ed i costumi contribuiscono a creare quell’impressione di alterità e di devianza che è una condizione fisica ma soprattutto uno stato emotivo ed un nodo tematico evocato da Lorca.
Lo spettacolo è realizzato in coproduzione con il Théâtre de l’Épée de Bois della Cartoucherie di Parigi, ed è il rifacimento italiano di una messa in scena che Antonio Díaz-Florián e la sua troupe hanno creato nel 2001, al Teatro Espada de Madera di Madrid. Si tratta di una collaborazione di grande prestigio per la Piccola Compagnia della Magnolia e un’occasione unica di mostrare al pubblico italiano il lavoro di un maestro del teatro europeo.
Il Théâtre de l’Épée de Bois è stato fondato nel 1969 da Antonio Díaz-Florián, e ha sede presso la Cartoucherie de Vincennes (Parigi), insieme al Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine.. La troupe si caratterizza per una ricerca che combina il lavoro dell’attore, lo studio dello spazio scenico e il coinvolgimento dello spettatore. Gli autori che accompagnano la ricerca della troupe, sin dagli inizi, sono Shakespeare, Lope de Vega, Tirso de Molina, Camus, Lorca, Calderon, Marlowe. L’Épée de Bois si interessa inoltre a numerosi autori contemporanei, mettendo a confronto il lavoro della troupe con le contraddizioni dell’eredità storica della nostra società, attraverso una ricerca che unisce Teatro e Storia.
|