Basta niente è il titolo della personale ospitata a Fragilecontinuo dal 25 novembre al 7 dicembre e, insieme, è chiave di lettura delle fotografie esposte. Un invito, più che altro una constatazione, di cosa sia necessario per provocare uno sguardo altro nel modo in cui si vedono le cose.
Era un tempo il taccuino per immagini dei momenti privati e “semplici”, la Polaroid. Probabilmente simile a ciò che il Super8 è stato per i filmini di famiglia. Ma, con in più, quel suo essere istantanea, maneggevole, quasi giocattolo. Il mezzo discreto e largamente accessibile per distillare frammenti dal flusso del tempo.
La dimensione intimistica è ciò che Raffaella Santamaria conserva di come la Polaroid è stata usata in passato. Tuttavia, non sono più quadri familiari ad essere catturati sulla pellicola autosviluppante; sono i dettagli, composizioni minimali di estrema eleganza, a fare da soggetto, a racchiudere storie avvolte da atmosfere oniriche.
Diverse le serie esposte. Per tutte, è il vuoto, il lavoro di sottrazione, a fare da comune denominatore. È così per wet & dry, dove la stilizzazione delle forme si accompagna ad una sensazione liquida, quasi amniotica; lo è per white, dove si aprono squarci di microcosmi ovattati.
In entrambi i casi, è anche l'intervento dell'artista nella fase dello sviluppo a inserire elementi di apparente imperfezione, di ulteriore vago straniamento. La dimensione legata alla fotografia come ricordo prescinde infatti dalla perfezione tecnica: al comparire della memoria, crollano i tradizionali canoni di giudizio, rivelandosi infinitamente meno potenti rispetto a ciò che è evocato dallo scatto.
In questo senso, l’uso di un mezzo – com’è la Polaroid – oggi tecnologicamente superato è, per la fotografa abituata a lavorare con strumenti più performanti, una sorta di evasione, il recupero di una dimensione narrativa più intima ed evocativa.
Quasi a cassa di risonanza di quest’ultimo aspetto, completano l’esposizione due oggetti ritrovati, datati ormai qualche decennio e recuperati dall’artista tra mille altri. Il primo è una vecchia scatola di latta, cimelio familiare per anni custode silenzioso di un piccolo, particolarissimo tesoro: una miriade di bottoni di diverse fogge, ma tutti rigorosamente bianchi. La seconda è invece una fotografia di un pupazzo di neve scattata nella prima metà del Novecento, estremamente singolare e rara in un’epoca in cui la pellicola era riservata a un numero molto ristretto di soggetti e situazioni. Un ulteriore modo di vedere qualcosa laddove sembra non esserci nulla. Basta niente.
Raffaella Santamaria
Raffaella Santamaria è fotografa e graphic designer freelance. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Bologna. Fa parte degli artisti ospitati dalla SKIN Gallery di Brescia e i suoi lavori sono stati esposti in diverse città Italiane. Nello stesso mese di Novembre le sue fotografie saranno esposte anche a Milano per l'evento di arte contemporanea STEP09 2010.
INFORMAZIONI GENERALI
Chi Raffaella Santamaria http://www.raffaellasantamaria.com
Cosa Basta niente - Personale
Dove Fragilecontinuo http://fragilecontinuo.blogspot.com Vicolo de' Facchini 2/a (angolo via Mentana), Bologna
Quando Vernissage 25 novembre 2010 – ore 19.00 Mostra 25 novembre-7 dicembre 2010 |