Two coordinates: X and Y. Between them, a long univocal track, a necessary interchange. It's not allowed to know one's reaction to a provocation of the other.
To exist is just the invasive presumption to be able to anticipate it. It's not important which form or intensity it will have, but to feed on the instant before its revealing itself. Reading the quid which is about to happen and being delighted with this & just this microfraction of time: this is where tension and pulsating waiting are hidden. What will follow won't have the same power no more, the same restless to be on the point of doing.
Be calm is a verbal tense. The verbal tense of the imperative. The imperative is the verbal tense of the dictation. In Be calm is hidden the effort to interact, to partially foresee the interlocutor's reaction. The invitation is to rely on a thin thread, unstably balanced, already clinged to a crisis: to own the certainty it is about to break.
Be calm is interfacing with the addressee of the dialogue. Be calm opens a rip between the many coordinates, the endless combinations of the possible Happening. The illusion to proceed aimlessly, free from compulsions or forced paths, floating between escaping states, is its ruling regime. It's already too late when the certainty to be inside a one-way labyrinth arises.
Alek O. walks, in a hurry yet on her tiptoes, the path of the latent. The enjoyment of the happening disguises itself as an optional web. The provocation soaked with each dialogical form, with its hypothesis or with its development attracts Alek O. so much that it orients her photography, drawing and video. A light and deceptive light-heartedness drifted on each work. Once the easier and more immediate effect, the work guards a potential act, annunciation of a claustrophobic itch begging for a possible release. Curated by Marta Casati
Alek O. - Be Calm
Due coordinate: X e Y. Tra loro, lungo un binario biunivoco, un necessario interscambio. Non è concesso conoscere la reazione dell'una alla provocazione dell'altra. Quanto esiste è solo l'invasiva presunzione di poterla anticipare.
Non ha importanza quale sarà la forma o l'intensità, piuttosto nutrirsi del millesimale attimo che precede il suo svelarsi. Intuire il quid che sta per avvenire e compiacersi di questa & solo questa microfrazione temporale: lì si annida tensione e pulsante attesa. Quanto seguirà non ha più lo stesso potere, il medesimo inquieto essere in procinto di.
Be Calm è un tempo verbale. E' il tempo verbale dell'imperativo. L’imperativo è il tempo verbale dell’imposizione.
In Be Calm si annida il tentativo di poter interagire, in parte intuire o controllare la reazione dell'interlocutore. L'invito è quello di affidarsi a un filo sottile, in bilico, già ancorato ad un crisi: possedere la certezza che stia per spezzarsi.
Be Calm è l'interfacciarsi con il destinatario del dialogo. Be Calm apre uno squarcio tra le molteplici coordinate, le infinite combinazioni del possibile Accadere. L’illusione di procedere senza meta, libero di costrizioni o percorsi imposti, fluttuante tra stati di evasione è il suo regime imperante. E' ormai tardi quando sopraggiunge la certezza di essere dentro un labirinto dal senso unico nonché obbligato.
Alek O. percorre, di corsa eppur in punta di piedi, il sentiero del latente. La fruizione dell’accadimento si traveste da rete opzionale. La provocazione intrisa ad ogni forma dialogica, alla sua ipotesi o al suo svolgimento attrae Alek O. tanto da indirizzare il mezzo fotografico, del disegno o del video. Su ogni lavoro si aggira una leggera ed ingannevole spensieratezza. Una volta estinto l'aspetto più facile e immediato, l'opera si presenta custode di un atto in potenza, annunciazione di smania claustrofobica già implorante di una possibile liberazione.
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